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Stefano Tacconi, la moglie Laura Speranza sulla casa Aler a Milano: “Nessun trattamento di favore, avevamo i requisiti”



La famiglia dell’ex portiere della Juventus al centro di una controversia sull’assegnazione di alloggi Aler. Ecco cosa è successo realmente.




“Non abbiamo ricevuto alcun favoritismo, avevamo tutti i requisiti”. Con queste parole, Laura Speranza, ex modella e moglie dal 2011 di Stefano Tacconi, ha risposto alle polemiche scoppiate dopo che la famiglia dell’ex portiere della Juventus ha ottenuto due alloggi Aler in meno di 60 giorni. La vicenda, che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, ha sollevato dubbi sulla rapidità delle assegnazioni.

Nel 2023, Laura Speranza ha partecipato a un bando per l’assegnazione di alloggi gestiti da Aler, l’Azienda lombarda di edilizia residenziale controllata dalla Regione Lombardia. Dopo essere entrata in graduatoria, il primo contratto è stato firmato il 7 luglio per un appartamento situato nell’hinterland ovest di Milano. Tuttavia, già a settembre, la coppia ha chiesto un cambio di abitazione, firmando un secondo contratto il 2 novembre.

Secondo la consigliera regionale del PD Carmela Rozza, questa rapidità “non si è mai vista”. La Rozza ha sottolineato come ci siano ancora molte famiglie in attesa di una casa da anni, interrogandosi sul perché Aler non riesca a garantire la stessa efficienza per tutti.

Perché il primo alloggio non era adatto?

La motivazione del cambio è stata spiegata dalla stessa Speranza in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Dopo l’aneurisma cerebrale che ha colpito Tacconi nell’aprile del 2022, l’ex portiere 67enne è stato costretto a muoversi su una sedia a rotelle per lungo tempo. Anche se le sue condizioni sono in miglioramento, ha ancora bisogno della sedia per percorrere tratti più lunghi.

L’appartamento iniziale assegnato da Aler presentava diverse problematiche: “L’ascensore si trovava al primo piano e c’era una scala curva molto difficile da affrontare”, ha spiegato Speranza. Inoltre, c’erano altri ostacoli che rendevano l’abitazione poco funzionale per la situazione di Tacconi. Da qui la decisione di richiedere un cambio per un alloggio più adatto alle loro esigenze.

Il secondo contratto, firmato il 2 novembre 2023, ha portato la famiglia Tacconi nella periferia sud di Milano. Il nuovo appartamento si trova al 16° piano di un edificio, ma con una caratteristica fondamentale: non ci sono scalini da affrontare per raggiungere l’ascensore. Questa soluzione sembra rispondere meglio alle necessità di Tacconi e della sua famiglia.

Le polemiche sulla velocità dell’assegnazione

In soli sette mesi, da aprile a novembre, i Tacconi sono riusciti a ottenere due alloggi Aler e a completare un cambio in meno di 60 giorni. Questo ha sollevato critiche da parte di Rozza e di altri esponenti politici, che si sono chiesti se ci sia stata una gestione privilegiata del caso. “Se Aler è stata così veloce in questa situazione, perché non lo fa anche per le altre famiglie in attesa?”, ha dichiarato la consigliera regionale a Fanpage.it.

Nonostante le critiche, Speranza ha ribadito che tutto è stato fatto “rispettando la procedura e nei tempi giusti”. Ha inoltre sottolineato che a Tacconi è stata riconosciuta la disabilità totale, rendendo fondamentale avere una casa che risponda alle sue esigenze quotidiane.

La vicenda continua a far discutere, ma ciò che emerge chiaramente è che la famiglia Tacconi ha agito nel rispetto delle regole previste dal bando, cercando semplicemente una soluzione abitativa più adeguata alla loro situazione.



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