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Strage di Paupisi, Antonia Ocone fuori pericolo: la 16enne è sveglia e respira autonomamente



La tragedia che ha colpito Paupisi, un piccolo comune nella provincia di Benevento, ha lasciato una comunità in lutto dopo la strage avvenuta il 30 settembre, quando Salvatore Ocone, 58 anni, ha ucciso la moglie Elisa Polcino, 49 anni, e il figlio Cosimo Ocone, 15 anni, colpendoli con una pietra. In un gesto di violenza inimmaginabile, l’uomo ha anche ferito gravemente la figlia Antonia Ocone, 16 anni, che è stata trascinata via in auto insieme al corpo senza vita del fratello. La situazione di Antonia è stata particolarmente critica, ma recentemente sono giunte notizie positive dal suo ricovero.



Dopo la tragica aggressione, Antonia Ocone è stata trasportata d’urgenza nella clinica Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, dove è rimasta in condizioni gravi. Tuttavia, in un bollettino medico rilasciato mercoledì 29 ottobre, i medici hanno comunicato che la ragazza si è svegliata dal coma e ora respira autonomamente. Il personale sanitario ha riportato che “la paziente è sveglia, a tratti anche collaborante, cioè esegue incostantemente ordini semplici tipo ‘mostrare la lingua’”.

Nonostante questo progresso, i medici hanno avvertito che Antonia presenta ancora alcune difficoltà. È stato evidenziato un “deficit motorio lato destro con interessamento sia dell’arto superiore che inferiore”. Inoltre, i medici hanno specificato che la ragazza mostra “un quadro di afasia atipica e modica disfagia”, complicazioni che richiederanno un lungo percorso di riabilitazione.

Le condizioni di Antonia Ocone sono migliorate al punto da permetterle di lasciare il reparto di Terapia Intensiva, dove era stata ricoverata inizialmente, per essere trasferita nel reparto di Neuroriabilitazione. I medici hanno confermato che “è in respiro spontaneo tramite cannula tracheale e i parametri cardiocircolatori sono nella norma. È apiretica”, indicativo di un miglioramento significativo rispetto ai giorni immediatamente successivi all’aggressione.

Questa situazione ha portato un barlume di speranza in una vicenda altrimenti segnata da una violenza inaccettabile. La comunità di Paupisi continua a fare i conti con l’orrore di quanto accaduto, mentre le autorità e i servizi sociali cercano di fornire supporto a chi è rimasto coinvolto in questa tragedia familiare.

Il caso ha sollevato interrogativi non solo sulla sicurezza delle donne e dei minori, ma anche sull’efficacia delle misure di protezione e prevenzione contro la violenza domestica. La vicenda di Antonia e della sua famiglia ha messo in luce l’urgenza di interventi più incisivi per garantire la sicurezza all’interno delle mura domestiche, un tema di crescente rilevanza in Italia.

In attesa di ulteriori sviluppi sul caso di Salvatore Ocone, attualmente in custodia, la speranza di una completa ripresa per Antonia rappresenta un segnale di resilienza in un contesto di grande sofferenza. La comunità si unisce nel sostegno alla giovane, augurandole una pronta guarigione e una vita serena, lontana dalla violenza che ha segnato la sua esistenza.



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