Un grave episodio di violenza si è verificato nella notte del 1 febbraio nei pressi dei “baretti” di Chiaia, un’area frequentata del centro di Napoli. Un gruppo di giovani ha aggredito un universitario, colpevole di aver chiesto a uno di loro di rispettare la fila per accedere al bagno. La richiesta, apparentemente innocua, ha scatenato una reazione violenta che ha portato a un attacco brutale.
Secondo le ricostruzioni fornite nelle ordinanze emesse il 7 aprile, Antonio Izzo, 21 anni, è ritenuto il principale responsabile della minaccia e dell’aggressione. La vittima, un giovane studente universitario, stava festeggiando il compleanno di un amico quando ha fatto notare al gruppo di non saltare la fila. In risposta, Izzo avrebbe estratto una pistola, puntandola al volto della vittima, e pronunciando la minaccia: “Mò ti sparo.” Successivamente, lo ha colpito alla testa con il calcio dell’arma, facendolo perdere i sensi.
Mentre il giovane giaceva a terra, svenuto, altri membri del gruppo si sono uniti all’aggressione, colpendolo a calci, anche in faccia. Questo attacco è proseguito fino a quando alcuni presenti non hanno iniziato a urlare, attirando l’attenzione e interrompendo l’aggressione. Nella confusione che è seguita, i membri del branco hanno cominciato a sparare in aria, creando panico tra gli altri giovani presenti, alcuni dei quali si sono rifugiati in un locale vicino.
Le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia Bagnoli hanno portato alla luce dettagli cruciali sull’incidente. Per identificare Izzo, i militari hanno dovuto recuperare i file delle telecamere di sorveglianza, poiché i filmati erano stati cancellati. La titolare del locale ha consegnato una chiavetta USB vuota, e ora è sotto indagine per il suo coinvolgimento nell’occultamento delle prove. Tuttavia, le immagini recuperate hanno mostrato chiaramente le fasi dell’aggressione.
Oltre a Izzo, sono stati identificati altri due giovani coinvolti: Claudio Riccardo Garavini, 20 anni, che avrebbe colpito la vittima mentre era a terra, e Alessandro Faraon, 19 anni, che avrebbe aperto il fuoco all’esterno del locale. Entrambi sono stati arrestati con l’accusa di lesioni aggravate dal metodo mafioso, mentre Faraon è accusato di pubblica intimidazione con l’uso di armi, anch’essa con l’aggravante di metodo mafioso.
L’ordinanza del giudice per le indagini preliminari evidenzia la gravità della situazione, sottolineando come un semplice invito a rispettare la fila abbia portato a un’aggressione violenta e premeditata. Gli inquirenti stanno ora lavorando per accertare ulteriori dettagli sull’accaduto e sul possibile coinvolgimento di altri membri del gruppo.
La violenza che ha caratterizzato questo episodio ha suscitato forte indignazione nella comunità locale, richiamando l’attenzione sulla crescente incidenza di atti di violenza giovanile nelle aree di svago di Napoli. Le autorità locali hanno promesso di intensificare le misure di sicurezza per garantire la protezione dei cittadini e prevenire simili episodi in futuro.
Questo caso non solo mette in luce la brutalità di un attacco ingiustificato, ma solleva anche interrogativi sulle dinamiche sociali e culturali che possono portare a tali comportamenti violenti tra i giovani. Con l’arresto dei tre indagati, le forze dell’ordine sperano di inviare un messaggio chiaro contro la violenza e l’intimidazione, sottolineando che tali atti non saranno tollerati nella città di Napoli.
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