Un ulteriore episodio del confronto a distanza tra il filosofo e la Premier si è svolto, con quest’ultima che è tornata in televisione per replicare alla definizione di “intellettuale da salotto” che le è stata rivolta. In questa occasione, il saggista e psicanalista di politica e società ha focalizzato la sua attenzione sui toni di voce utilizzati dal Presidente del Consiglio. Si attende con interesse la prossima fase di questo scambio intellettuale.
Un ulteriore episodio, un ulteriore confronto, un ulteriore insulto celato sotto il velo dell’argomentazione psico-sociologica (per rimanere in tema di make-up, introdotto e ripreso anche in questa occasione)… e tutto all’interno di un confronto a distanza – quello tra il filosofo Umberto Galimberti e la Premier Giorgia Meloni – che ormai sembra parte integrante del palinsesto autunnale della televisione di Cairo. (VIDEO)
 
I due caproni e l’ennesima rosicata contro Meloni pic.twitter.com/ooraPhsHZ5
— DC News (@DNews10443) November 19, 2025
Un dialogo a distanza si è svolto tra lo studio de La Torre di Babele e il palco di Bari. Nella puntata precedente, il Professor Umberto Galimberti, ospite di Corrado Augias su La7, aveva affermato: «C’è il vantaggio che coloro che si occupano dell’aspetto fisico di Meloni sono altamente qualificati, realizzando un trucco impeccabile. È anche un’attrice di grande talento. E poiché noi siamo più attratti dagli attori che dai pensatori… Basta, ha ragione lei».
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha prontamente replicato, non attraverso un talk televisivo, ma direttamente, sottolineando: «Nonostante io mi trucci autonomamente e non con particolare maestria, vi rendete conto della superficialità delle analisi di questi intellettuali da salotto? Affermano che gli italiani votino in base alle fotografie e non ai contenuti. Questi sono i filosofi, gli intellettuali, figuriamoci gli altri…». Il suo intervento ha efficacemente smontato le argomentazioni dei guru dem coinvolti nel dibattito. Nonostante ciò, il filosofo non si è arreso e ha proseguito con una contro-replica.
La risposta di Umberto Galimberti non si è fatta attendere, trovando spazio nel consueto e accogliente salotto di Corrado Augias su La7, con la presenza di Giovanni Floris, noto per la sua critica al governo. Un contesto ideale per replicare alle parole della Premier, che dal palco di Bari lo ha ridimensionato al ruolo di “intellettuale da salotto”. Galimberti ha affermato: «I leader che sono sicuri di sé non hanno bisogno di urlare e insultare. Tutti coloro che gridano, anche nella vita quotidiana, lo fanno perché non hanno molti argomenti da esporre. Pertanto, l’urlo è un segno di debolezza», sentenziando il suo giudizio psicanalitico in collegamento con Augias.
Dopo aver affrontato temi come la cura della pelle, Galimberti si concentra ora sulla modulazione vocale e sulle frequenze della comunicazione del Presidente del Consiglio. Con il consueto approccio critico di una certa sinistra, capace di individuare i difetti negli avversari ma non di riconoscere i propri, il filosofo e saggista, pur criticando chi “urla”, dimentica per il tempo del suo intervento di beneficiare di un palcoscenico fisso e sicuro, circondato da volti amichevoli. Una comfort zone che si adatta a un copione ripetitivo: qualcuno accusa la Premier, lei ha il diritto-dovere di replicare, e la televisione ne trae vantaggio. In fondo, finché esiste un linguaggio elaborato (e un dibattito polemico), ci sono talk show.
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