Nuove ondate di insulti hanno preso di mira Liliana Segre sui social network in seguito alla sua partecipazione alle celebrazioni per il 25 aprile a Pesaro. Tra i messaggi d’odio apparsi sui canali ufficiali del Comune e del sindaco Andrea Biancani, si legge anche l’epiteto “la più nazista di tutte”.
Con amarezza, il sindaco Biancani ha commentato: “A che punto siamo arrivati. Pesaro è con lei. Sono parole gravi, che andrebbero perseguite dalla giustizia. Parole che, oltre a far capire il livello di ignoranza di certe persone, denotano quanta rabbia e cattiveria c’è nella nostra società”.
Il primo cittadino ha inoltre espresso profonda riconoscenza verso la senatrice a vita: “Come sindaco ribadisco che la presenza alla manifestazione del 25 aprile di Liliana Segre è stata un dono prezioso per la nostra città. Segre rappresenta un simbolo ed è la memoria vivente dei valori della Resistenza da tramandare alle nuove generazioni: averla in città è un onore, e i suoi cittadini nutrono nei suoi confronti grande stima e tanto affetto. Da sindaco le esprimerò sempre il senso di gratitudine per quello che rappresenta”.
La manifestazione di solidarietà nei confronti di Segre si è allargata rapidamente all’intero panorama politico. Tra coloro che hanno espresso vicinanza figurano il presidente del Senato Ignazio La Russa, il leader di Azione Carlo Calenda e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.
Parallelamente, la senatrice a vita sta valutando la possibilità di intraprendere nuove azioni legali contro coloro che l’hanno insultata online. Nel frattempo, la Procura di Milano ha concluso un’indagine che ha portato all’identificazione di 12 persone, accusate di minacce e diffamazione aggravata dall’odio razziale nei confronti di Segre. Per altre 17 persone, tra cui il noto Chef Rubio, è stata richiesta l’archiviazione, una decisione alla quale l’avvocato della senatrice ha presentato opposizione.
Questo nuovo episodio di odio online si inserisce in un contesto che conferma quanto l’intolleranza e l’ignoranza possano ancora manifestarsi anche verso figure storiche come Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e simbolo della memoria storica italiana. Le autorità locali e nazionali, così come l’opinione pubblica, continuano a condannare fermamente tali comportamenti, auspicando un’azione giudiziaria esemplare per contrastare fenomeni di questo tipo.
Nonostante gli attacchi, l’affetto della città di Pesaro e della società civile italiana nei confronti di Segre rimane saldo, come dimostrato dalle numerose manifestazioni di stima e solidarietà provenienti da esponenti di ogni schieramento politico. Le celebrazioni per la Festa della Liberazione, alle quali la senatrice ha preso parte, assumono così un ulteriore valore simbolico nella lotta contro l’odio e l’indifferenza.
Il caso riporta inoltre l’attenzione sulla necessità di una più efficace regolamentazione dei contenuti diffusi sui social network, strumenti che, pur rappresentando importanti canali di comunicazione, possono diventare terreno fertile per fenomeni di violenza verbale e discriminazione.
In attesa di sviluppi giudiziari, il gesto di Liliana Segre di non indietreggiare di fronte all’odio assume il valore di una lezione di coraggio e di memoria viva, imprescindibile per le future generazioni.
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