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Tragedia a Madbury: Emily Long uccide il marito Ryan e i due figli Parker e Ryan jr., poi si toglie la vita



Una tragedia familiare ha sconvolto la comunità di Madbury, nello stato del New Hampshire, dove una donna di 34 anni, Emily Long, ha ucciso il marito Ryan Long, 48 anni, e i due figli maggiori, Parker, di otto anni, e Ryan, di sei, prima di togliersi la vita. Solo il figlio più piccolo della coppia, di tre anni, è stato trovato illeso accanto ai corpi senza vita della sua famiglia. La vicenda ha attirato grande attenzione anche per la presenza di numerosi video che la donna aveva condiviso sul proprio profilo TikTok, oggi reso privato, in cui raccontava la malattia terminale del marito e le difficoltà psicologiche che stava affrontando.



Il Dipartimento di Giustizia del New Hampshire ha confermato che le indagini sono ancora in corso e che non sono stati diffusi ulteriori dettagli sulle cause che hanno portato all’omicidio-suicidio. In un comunicato ufficiale, le autorità hanno invitato a non trarre conclusioni affrettate: “Gli investigatori si stanno informando sulla presenza di diverse preoccupazioni/problemi in casa al momento dell’evento in questione. Le persone dovrebbero evitare di ipotizzare che questo evento sia stato causato da un singolo motivo o fattore di stress”.

Secondo quanto ricostruito, l’allarme è scattato la sera di lunedì 18 agosto, quando una chiamata al 911 ha segnalato un grave episodio nell’abitazione dei Long. Le forze dell’ordine, giunte sul posto, hanno trovato i corpi della donna, del marito e dei due figli con evidenti ferite da arma da fuoco. Gli esami autoptici hanno stabilito che è stata Emily Long a sparare prima al marito e ai figli, per poi rivolgere l’arma contro sé stessa.

La storia della famiglia era da tempo seguita da molti utenti di TikTok. Dopo la diagnosi di glioblastoma, un tumore al cervello particolarmente aggressivo, ricevuta dal marito, Emily Long aveva scelto di raccontare online la sua quotidianità, condividendo il dolore e le difficoltà legate alla malattia. Nei suoi video, spesso diventati virali, descriveva la fatica di crescere i figli in un momento così delicato e il peso emotivo che stava affrontando.

Negli ultimi mesi, però, i contenuti pubblicati erano diventati sempre più cupi. La donna appariva visibilmente provata e in alcuni video aveva ammesso di sentirsi depressa. Tre giorni prima della tragedia, aveva condiviso un post in cui compariva la frase “Making a change”, ovvero “Fare un cambiamento”. In quel messaggio, riferendosi soprattutto al figlio più piccolo, spiegava: “Vedo che i miei figli stanno soffrendo e ora sto osservando dei cambiamenti nel nostro figlio di tre anni. È molto dura perché lui è troppo piccolo per fare terapia. Lo so che molti diranno di farla, ma l’abbiamo già fatta e non ho visto reali benefici, poi lui è comunque troppo piccolo”.

Proseguiva dicendo di voler tentare un cambiamento per il bene dei suoi figli: “Oggi voglio cambiare prospettiva, avere un obiettivo: uscire dalla mia depressione e voglio farlo per la mia famiglia”. Quelle parole, oggi, assumono un significato inquietante alla luce di quanto accaduto.

Il Dipartimento di Giustizia ha ribadito che non è ancora possibile determinare con certezza le ragioni che hanno spinto Emily Long a compiere un gesto così estremo. Le autorità stanno valutando diversi elementi emersi dalle indagini, compresi i problemi di salute del marito e le difficoltà personali della donna, documentate nei suoi contenuti social.

La vicenda ha suscitato un forte dibattito anche negli Stati Uniti, dove molti utenti di TikTok hanno rilanciato i frame dei video pubblicati da Emily, sottolineando i segnali di disagio che trasparivano dai suoi messaggi. La piattaforma è diventata in queste ore un luogo di confronto, ma anche di speculazioni, motivo per cui le autorità hanno chiesto cautela e rispetto per la famiglia sopravvissuta.

Il piccolo di tre anni, unico superstite, si trova ora affidato alle cure dei parenti. Non è stato diffuso alcun dettaglio sulla sua collocazione attuale, per tutelarne la privacy.

Il caso di Emily Long mette in luce ancora una volta il ruolo dei social nella narrazione della vita privata, soprattutto in situazioni di estrema fragilità, e lascia una comunità intera sconvolta per la brutalità di un gesto che ha strappato tre vite innocenti e distrutto una famiglia.



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