Tredici Pietro, all’anagrafe Pietro Morandi, è pronto a tornare sulla scena musicale con un nuovo progetto discografico. L’album, intitolato Non guardare giù, uscirà il prossimo 4 aprile, a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro. Il disco, composto da tredici tracce – numero scelto non a caso – rappresenta un percorso intimo e personale in cui il 28enne racconta una fase complessa della propria vita, segnata dall’uso di sostanze e da comportamenti autolesionistici.
In una recente intervista rilasciata a Mattia Marzi de Il Messaggero, l’artista ha parlato apertamente del periodo che ha ispirato i brani. “Mi facevo del male usando sostanze”, ha ammesso, sottolineando come non si trattasse di droghe tradizionali come la cocaina, che non lo hanno mai attratto, bensì di un “mischione di psicofarmaci e medicinali”.
Il trasferimento da Bologna a Milano, avvenuto per motivi sia lavorativi che personali, ha avuto un ruolo determinante in questa crisi. Morandi ha spiegato che, oltre al desiderio di crescere artisticamente, si era spostato nella città lombarda anche per convivere con la sua ex compagna. La relazione, però, si è conclusa in breve tempo e questo evento ha acuito le sue difficoltà. “Mi ero trasferito da Bologna a Milano. Non solo per lavoro, ma anche per vivere insieme alla mia ex ragazza. È andato tutto male, però. La relazione è finita. E a Milano mi sono perso. Lo dico anche in Morire. Lì bisogna essere fighi a tutti i costi, seguire le mode, farsi vedere sempre. Banalmente, non ci si può prendere un anno di tempo per fare un disco. Sono andato in tilt e ho cominciato ad avere comportamenti autolesionistici, mi facevo del male usando sostanze”, ha raccontato.
La svolta è arrivata quando un problema di salute lo ha costretto al ricovero. Proprio in quell’occasione, l’artista ha deciso di affrontare sé stesso e intraprendere un percorso terapeutico. “Ho fatto i conti con me stesso ed è lì che sono andato in analisi”, ha spiegato, sottolineando come quel passaggio sia stato fondamentale per uscire dalla spirale in cui era caduto.
Un capitolo significativo riguarda anche il rapporto con i genitori, Gianni Morandi e Anna Dan. Durante quella fase complicata, il cantante ha scelto di non coinvolgerli. “Non li ho inclusi, ho preferito non lasciare a loro questa responsabilità. Vorrei non parlarne più”, ha dichiarato. Al tempo stesso, ha riconosciuto quanto il peso della fama del padre abbia inciso sul suo percorso personale e artistico: “Il fatto di avere lui come padre è una fortuna, ma al tempo stesso rappresenta una grossa ombra dalla quale è difficile uscire. È dappertutto. Quando sono andato in analisi ho parlato tanto della mia famiglia, ma non so se abbia avuto a che fare con la crisi”.
Il nuovo album, dunque, si presenta come un lavoro introspettivo e sincero, nel quale Tredici Pietro affronta senza filtri gli aspetti più fragili della propria esperienza. La scelta di inserire tredici brani risponde a una logica simbolica legata al suo nome d’arte, ma rappresenta anche un percorso narrativo che attraversa dolore, caduta e rinascita.
L’artista, che negli anni si è distinto per uno stile personale e lontano dalle logiche più commerciali della scena, ha deciso di mettere al centro di Non guardare giù la vulnerabilità e la necessità di raccontarsi senza maschere. Una testimonianza che, come spiegato nell’intervista, prende forma non solo nei testi, ma anche nelle sonorità, in equilibrio tra sperimentazione e tradizione rap.
Con l’uscita prevista il 4 aprile, l’album segna un nuovo capitolo nella carriera di Pietro Morandi, confermandone la volontà di proseguire un percorso autonomo, lontano dall’ombra ingombrante della figura paterna ma consapevole delle proprie fragilità.



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