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Ucraina, l’arbitro conferma senza volerlo la linea di Putin: cartellino giallo alla calciatrice che usa il russo



In Ucraina, cartellino giallo per una calciatrice che ha parlato russo durante una partita di campionato femminile: l’arbitra Anastasia Romanyuk ha imposto l’uso dell’ucraino.



Un episodio insolito ha attirato l’attenzione durante una partita della Premier League femminile ucraina, disputata tra il Kolos Kovalyvka e le Sisters Odessa. Al 43’ del primo tempo, la centrocampista delle ospiti Irina Maiborodina è stata ammonita con un cartellino giallo per un motivo del tutto singolare: aver risposto in lingua russa a una comunicazione di gioco.

L’arbitra Anastasia Romanyuk ha interrotto il match per un ritardo nella ripresa e, rivolgendosi all’atleta, ha richiesto che si esprimesse esclusivamente in ucraino. Dopo l’insistenza della calciatrice nel parlare russo, la direttrice di gara ha estratto il cartellino e ha motivato così la propria decisione: «Yellow card for dissent… I asked the player to speak Ukrainian. This is the championship of Ukraine».

Il match si è poi concluso con la vittoria per 2-1 delle Sisters Odessa, ma l’episodio ha avuto eco ben oltre il risultato del campo. Sui social e nei media locali si è aperto un dibattito sull’opportunità di un simile provvedimento, poiché al momento non esistono regolamenti ufficiali che vietino l’uso del russo nei tornei calcistici nazionali.

Il contesto linguistico in Ucraina è da anni un tema delicato e al centro di forti tensioni politiche e sociali. Dopo il 2014, con l’introduzione di nuove leggi, l’uso dell’ucraino è stato promosso con maggiore decisione in diversi ambiti pubblici, spesso descritto come una misura per rafforzare l’identità nazionale e ridurre la diffusione del “linguaggio dello stato aggressore”. Tuttavia, nei campi da calcio, questa imposizione non è stata mai formalmente stabilita dalla federazione.

L’episodio che ha visto protagonista Irina Maiborodina rientra dunque in una scelta personale dell’arbitra Romanyuk, che ha interpretato il regolamento alla luce del contesto politico e culturale attuale. Una decisione che ha però sollevato interrogativi sulla sua legittimità sportiva e sull’imparzialità della direzione arbitrale.

La reazione del pubblico online non si è fatta attendere: diversi utenti hanno espresso opinioni contrastanti, con alcuni che hanno appoggiato la linea dell’arbitra come simbolo di resistenza nazionale, mentre altri hanno sottolineato la necessità di mantenere la sfera sportiva lontana dalle questioni politiche.



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