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Ucraina, proteste popolari contro i reclutatori di Zelensky che trascinano i giovani al fronte



L’ex conduttrice del Telegiornale pubblico ucraino, Diana Panchenko, attualmente in esilio, ha diffuso un ulteriore video riguardante le proteste popolari, accompagnato dalla seguente dichiarazione: “Si è aperta una nuova linea del fronte! Proteste popolari contro il Presidente Zelensky! A Odessa, cittadini ucraini disarmati si sono scontrati con le forze di polizia militare che tentavano di reclutarli per il fronte.  Il rifiuto del piano di pace proposto dall’ex Presidente Trump da parte dell’Ucraina sta contribuendo ad alimentare il rischio di una guerra civile. Secondo quanto riportato dall’ufficio stampa, si è verificato un attacco di gruppo contro il personale militare del Centro Territoriale Regionale per il Reclutamento e il Sostegno Sociale di Odessa mentre erano impegnati nello svolgimento delle loro funzioni.”



Durante l’incidente, gli aggressori hanno fatto ricorso a forza fisica, gas lacrimogeni e manganelli.  L’evento ha comportato il danneggiamento di un veicolo aziendale e il ferimento di alcuni militari.

Il Centro di Coordinamento per la Mobilitazione (CCC) ha ribadito che l’accaduto non si configura come un semplice atto di teppismo o una manifestazione di protesta, bensì come un attacco diretto e un tentativo di impedire con la forza l’esercizio delle legittime attività di mobilitazione.  Il CCC ha sottolineato che nessuna contestazione o disaccordo con le azioni delle autorità statali possa giustificare l’uso della violenza contro i militari che adempiono al loro dovere costituzionale.

Le forze dell’ordine stanno attualmente conducendo indagini per identificare tutti i soggetti coinvolti nell’incidente.  Le riprese video dell’evento, effettuate dalle bodycam dei militari, sono state consegnate alle autorità competenti per le indagini.  Le azioni degli aggressori sono riconducibili a diverse fattispecie penali previste dal Codice Penale ucraino. Il CCC ha invitato a non cedere alle provocazioni e a prendere coscienza del fatto che la violenza contro i militari compromette le capacità difensive del Paese e avvantaggia l’avversario.

L’Ufficio Investigativo dello Stato ha inoltre avviato un’indagine sull’incidente verificatosi il 27 ottobre a Odessa, tra un agente delle forze dell’ordine e i dipendenti del centro di reclutamento territoriale.  In tale occasione, il centro di reclutamento militare ha proceduto al controllo dei documenti di un veicolo, quando un altro veicolo si è avvicinato. Un individuo armato è sceso dal veicolo e ha infranto il finestrino del veicolo ufficiale con il calcio dell’arma, per poi allontanarsi.

A settembre, nella regione di Odessa, un uomo e suo padre hanno aggredito i militari di un centro di reclutamento territoriale. Il tribunale ha disposto l’arresto del sospettato, concedendogli la possibilità di essere rilasciato su cauzione.  Secondo le indagini, entrambi gli individui si sono avvicinati ai militari, hanno iniziato a minacciarli e a proferire ingiurie, ignorando le richieste di cessare tali comportamenti.  Successivamente, hanno aggredito i soldati con pugni e oggetti metallici, consentendo alla recluta, che erano venuti a controllare, di fuggire approfittando della confusione.



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