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Un consulente aziendale di 54 anni arrestato dopo una furiosa aggressione a bordo di un treno alla stazione di Reggio Emilia.



Nella serata del 3 luglio, Reggio Emilia è stata teatro di una violenta escalation: un consulente aziendale italiano di 54 anni, residente a Morciano di Romagna, è stato arrestato dopo aver aggredito gli agenti della Polizia di Stato con pugni, morsi e sputi, a bordo del treno in sosta presso la stazione ferroviaria cittadina  .



Secondo le ricostruzioni ufficiali, gli agenti della Squadra Volanti sono intervenuti su segnalazione di un passeggero senza biglietto. Inizialmente, hanno cercato di convincerlo a scendere pacificamente, ma l’uomo è presto passato alle vie di fatto: ha minacciato i poliziotti di morte, colpendo un agente al petto e all’inguine, sputandogli addosso e mordendo un secondo operatore all’avambraccio  .

L’intervento ha impedito che la protesta degenerasse ulteriormente: gli agenti sono riusciti a immobilizzarlo, arrestandolo per resistenza, violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre che per interruzione di pubblico servizio, poiché il treno è ripartito con oltre un’ora di ritardo  .

L’uomo ha trascorso la notte in cella di sicurezza e il mattino seguente si è presentato davanti al giudice Francesco Panchieri per l’udienza di convalida. Difeso dagli avvocati Francesco Cupello e Riario Fabbri, il consulente ha confermato di aver avuto un diverbio iniziale con il controllore. L’episodio, però, sarebbe scaturito da un imprevisto che gli impediva di salire sull’auto elettrica parcheggiata: la batteria si era scaricata, e la borsa contenente il biglietto era rimasta bloccata all’interno dell’abitacolo. Per questo aveva deciso di prendere il treno, con l’intenzione di acquistare il titolo di viaggio a bordo  .

Durante l’udienza, la Procura, rappresentata dal pubblico ministero Valentina Salvi, ha richiesto la custodia cautelare in carcere. Tuttavia, il giudice ha ritenuto tali misure non necessarie e ha lasciato libero l’imputato, rinviando il procedimento al 30 settembre per l’udienza successiva  .

In sintesi, la vicenda racconta di come la semplice impossibilità di recuperare un oggetto dall’auto elettrica si sia trasformata in un evento di cronaca destinato a sollevare riflessioni sul comportamento dei passeggeri in situazioni di difficoltà. Il consulente, che era diretto a un impegno professionale, si è trovato ad affrontare una serata che, per un corto circuito tra tecnologia e stress, ha avuto esiti violenti e un’inevitabile intervento delle forze dell’ordine.

Il pubblico ministero ha motivato la richiesta di incarcerazione sottolineando la gravità delle azioni e la recidivante propensione alla violenza. Tuttavia, la decisione del giudice ha puntato su alternative alla detenzione, ritenendo non fondate le esigenze cautelari. Il caso proseguirà con la direttissima del 30 settembre, quando verranno valutati eventuali sviluppi giudiziari e l’eventuale applicazione di misure differenti.



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