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Un errore burocratico ha portato un uomo di 78 anni di Posta Fibreno a essere dichiarato morto dallo Stato. Per riavere la pensione, deve dimostrare di essere vivo



Un incredibile caso di errore amministrativo ha coinvolto Michele, un uomo di 78 anni residente a Posta Fibreno, in provincia di Frosinone. Dichiarato morto a causa di un certificato di morte compilato in modo errato, lo Stato ha interrotto l’erogazione della sua pensione mensile. Per risolvere la situazione, l’anziano deve ora fornire un documento ufficiale che attesti la sua esistenza in vita.



L’assurda vicenda è iniziata lo scorso marzo, quando Michele si è accorto di non ricevere più la pensione e ha scoperto che il suo codice fiscale era stato disattivato. Dopo aver cercato spiegazioni, è emerso che un certificato di morte errato lo aveva ufficialmente dichiarato deceduto. In realtà, il decesso riportato nei documenti riguardava un suo parente novantenne, scomparso a febbraio presso l’ospedale Santissima Trinità di Sora.

L’errore è avvenuto durante la compilazione dei documenti relativi al decesso del parente, portando alla confusione tra i dati dei due familiari. Di conseguenza, il nome di Michele è stato inserito nel certificato di morte e, a partire dal mese successivo, l’Inps ha interrotto il pagamento della sua pensione.

Nonostante l’assurdità della situazione, presentarsi fisicamente agli uffici dell’Inps non è sufficiente per risolvere il problema. Come spiegato dall’ente previdenziale, è necessario un documento ufficiale che annulli il certificato di morte errato. Per questo motivo, Michele, tramite il suo avvocato Antonio Lecce, ha inviato una diffida formale alla Asl di Frosinone, chiedendo che venga emesso il documento necessario per correggere l’errore.

L’episodio ricorda le vicende narrate nel romanzo “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, in cui il protagonista si trova a vivere una nuova vita dopo essere stato creduto morto. Tuttavia, per Michele, la situazione è tutt’altro che letteraria: senza pensione e con il suo codice fiscale inutilizzabile, l’anziano sta affrontando notevoli difficoltà pratiche.

Come riportato da Il Messaggero, la questione si è trasformata in una vera e propria odissea burocratica per Michele e la sua famiglia. L’errore non solo ha creato disagi economici, ma ha anche evidenziato le complicazioni legate alla correzione delle informazioni nei sistemi amministrativi italiani.

L’Inps ha confermato che, per ripristinare i diritti pensionistici dell’uomo, è indispensabile ricevere una documentazione ufficiale che certifichi l’annullamento del certificato di morte. Fino ad allora, Michele rimarrà privo della pensione su cui fa affidamento per il suo sostentamento.



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