Un episodio inquietante ha scosso la comunità di Sant’Agata di Militello, nella città metropolitana di Messina, dove un uomo di 36 anni è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di aver commesso violenza sessuale ai danni di una ragazzina di appena 11 anni. L’indagato, che lavorava come commesso in un negozio della cittadina siciliana, è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, come stabilito dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Procura di Patti.
Le indagini sono state avviate dopo che i genitori della minore hanno denunciato alle autorità l’accaduto. Gli investigatori, attraverso un’attenta ricostruzione dei fatti e l’analisi degli elementi raccolti, hanno individuato sufficienti indizi per giustificare la misura cautelare nei confronti del sospettato. La vicenda ha generato grande preoccupazione e indignazione nella comunità locale.
Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni dei genitori e dalle indagini condotte dalla polizia, l’episodio si sarebbe verificato durante una normale visita all’emporio dove il 36enne lavorava. La famiglia della vittima si trovava nel negozio per fare acquisti, quando la bambina si è allontanata per curiosare tra i corridoi dell’esercizio commerciale. L’uomo avrebbe seguito la ragazzina, approfittando del fatto che si trovava in una zona del negozio non coperta dalle telecamere di sorveglianza e senza altre persone nelle vicinanze.
In questa situazione, il commesso avrebbe aggredito la giovane vittima, palpeggiandola ripetutamente. La bambina, rimasta paralizzata dallo shock, ha poi raccontato l’accaduto ai genitori tra le lacrime. La denuncia è stata immediata e ha dato il via alle indagini delle forze dell’ordine. Gli agenti hanno raccolto testimonianze e altri elementi che hanno reso solido il quadro accusatorio contro l’uomo.
La Procura di Patti ha quindi richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. La misura è stata accolta e il 36enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con il vincolo del braccialetto elettronico per garantire un monitoraggio costante. Questa modalità consente di evitare il rischio di fuga o di reiterazione del reato, pur mantenendo l’indagato in un contesto controllato.
La vicenda ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei luoghi pubblici e sull’importanza della sorveglianza negli esercizi commerciali. Nonostante la presenza di telecamere in buona parte del negozio, l’area dove si è verificato il presunto abuso non era coperta da videosorveglianza, un dettaglio che ha giocato un ruolo cruciale nel caso.
La comunità di Sant’Agata di Militello si è mostrata solidale con la famiglia della vittima, esprimendo sgomento per quanto accaduto. Episodi come questo mettono in evidenza la necessità di una maggiore attenzione e prevenzione per tutelare i minori in ogni contesto.
Nel frattempo, le indagini proseguono per approfondire ogni aspetto della vicenda e verificare se ci siano altre eventuali responsabilità o episodi simili attribuibili all’indagato. La Procura sta lavorando per consolidare ulteriormente il quadro probatorio e garantire che la giustizia faccia il suo corso.



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