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Un ristoratore di Vigo respinge una comitiva israeliana, invitandoli a “mangiare a Gaza” e scatenando un’inchiesta per possibile reato d’odio



Martedì scorso a Vigo, nella regione spagnola della Galizia, si è consumato un episodio che ha immediatamente varcato i confini locali: il ristoratore libanese Samir Slim, proprietario del ristorante “MiMassa” e di altri due esercizi in città, ha cacciato un gruppo di otto turisti israeliani dalla terrazza del suo locale, innescando un acceso dibattito e l’apertura di un’indagine da parte della Polizia Nazionale spagnola. L’episodio è stato documentato da un video che si è rapidamente diffuso sui social, attirando l’attenzione dell’ambasciata israeliana in Spagna e dei media internazionali  .



L’inizio della vicenda risale all’arrivo dei turisti al ristorante: secondo quanto dichiarato da Slim a vari quotidiani locali, il gruppo avrebbe mostrato fin da subito un atteggiamento “aggressivo”, lamentandosi ripetutamente della presenza di carne nei piatti, nonostante questi fossero vegetariani. Il ristoratore ha raccontato di aver chiesto più volte chiarimenti e di aver ipotizzato che potessero essere turchi o arabi, finché i turisti non hanno confermato la loro nazionalità, dichiarandosi israeliani  .

A quel punto, uno dei turisti avrebbe gridato “¡Viva Israel!”, scatenando la reazione di Slim, che ha ripreso: “Fuori di qui, state uccidendo i bambini palestinesi. Andate a mangiare a Gaza”, rimuovendo menù e bevande e invitandoli ad andarsene senza pagare  . Non solo: ha aggiunto slogan a sostegno della causa palestinese, come “Viva la Palestina libera”  .

Il video, condiviso dallo stesso Slim, aveva lo scopo, ha raccontato, di documentare l’accaduto in caso la situazione degenerasse prima dell’arrivo delle forze dell’ordine  . Secondo le autorità locali, un cittadino di Madrid ha segnalato il video, richiedendo approfondimenti per un possibile reato di odio: le autorità comunali di Vigo hanno trasmesso un rapporto alla Polizia Nazionale affinché valuti l’apertura di un procedimento  .

Slim si è difeso respingendo accuse di antisemitismo e definendo la sua reazione “emotiva” e motivata da solidarietà verso Gaza: “Non è antisemitismo, è umanità contro un genocidio che vivo come se fossi a Gaza” (). Ha inoltre riferito di aver chiuso uno dei suoi tre locali in segno di lutto per la crisi in Palestina  .

Il caso ha suscitato reazioni contrastanti: l’Ambasciata israeliana in Spagna lo ha definito “completamente inaccettabile”, aggiungendo che “una Europa in cui gli ebrei hanno paura di parlare ebraico è un’Europa con un problema molto grave”  . D’altra parte, numerosi cittadini e clienti del ristorante hanno espresso solidarietà nei confronti di Slim, mentre il locale ha subito un’ondata di recensioni negative, successivamente rimosse da Google per sospetti di campagne coordinate  .

Attualmente, la Polizia Nazionale sta analizzando il dossier per valutare se ciò che è avvenuto costituisca un reato d’odio. Le autorità spagnole si trovano di fronte a una delle questioni centrali: stabilire dove finisca la libertà di espressione individuale e cominci l’incitamento all’odio in base a nazionalità o etnia ().

Il contesto internazionale è incandescente: dal 7 ottobre 2023 Israele ha intensificato la sua offensiva a Gaza, causando decine di migliaia di vittime civili palestinesi second i dati ufficiali (). Questo clima rende ogni episodio di tensione più acuto, come testimoniano recenti controversie in altri paesi europei, tra cui un episodio simile a Napoli, avvenuto pochi mesi fa ().

Il caso di Vigo torna al centro del dibattito tra nazioni, diritti e responsabilità personali. Sul piatto rimangono temi cruciali: il rispetto reciproco, la gestione delle tensioni politiche in luoghi pubblici e la linea tra dissenso e discriminazione. Nei prossimi giorni sarà fondamentale capire se l’indagine sfocerà in un processo formale o se si chiuderà come un evento simbolico nella complessità del conflitto israelo-palestinese.



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