Un religioso del Québec è stato individuato dalle forze dell’ordine mentre tentava di orientare le scelte dei cardinali in vista del Conclave. L’uomo, noto come padre Carlo, si posizionava nei pressi dell’ingresso del Petriano, luogo di accesso per i porporati partecipanti alle Congregazioni pre-Conclave, cercando di persuaderli a non votare per un ipotetico “Francesco II”. La sua azione aveva lo scopo di promuovere la candidatura del cardinale Robert Sarah, figura di spicco tra i conservatori.
Padre Carlo, facilmente riconoscibile grazie al suo ombrello nero e alla presenza costante dietro le transenne, è stato soprannominato “lo stalker del Conclave”. La sua attività non è passata inosservata alle autorità, che lo hanno identificato e invitato a spiegare il suo comportamento. Il sacerdote ha dichiarato di sentirsi escluso dal processo decisionale della Chiesa, sottolineando: “Capisco che la Chiesa si senta trascurata, ma ci sono cose che non si possono fare. Non voglio un Francesco II”. Ha inoltre ribadito la sua preferenza per la nomina di Robert Sarah, anche di fronte agli agenti.
Robert Sarah, cardinale originario della Guinea, è noto per le sue posizioni conservatrici. Sostenitore della liturgia tradizionale, del celibato sacerdotale e della centralità del sacrificio eucaristico, rappresenta una voce critica rispetto ad alcune decisioni prese durante il pontificato di Papa Francesco. Ad esempio, quando quest’ultimo limitò l’uso della messa in latino, Sarah espresse il suo disappunto senza però adottare toni polemici. Diversamente, il cardinale Raymond Leo Burke, anch’egli conservatore e sostenitore della tradizione liturgica, si oppose apertamente alle nuove disposizioni.
Il gruppo dei conservatori, che include oltre a Sarah e Burke anche il cardinale Gerhard Ludwig Müller, non sembra al momento avere i numeri necessari per influenzare in modo decisivo l’elezione del prossimo pontefice. Tuttavia, questi prelati sono determinati a far sentire la loro voce all’interno delle discussioni pontificie. La loro posizione si contrappone a quella degli esponenti più progressisti della Chiesa, evidenziando una divisione ideologica che continua a caratterizzare il panorama ecclesiastico.
Il comportamento di padre Carlo ha sollevato interrogativi sulle dinamiche che circondano il Conclave e sul ruolo dei membri ordinari della Chiesa in un processo tradizionalmente riservato ai cardinali. Sebbene il sacerdote canadese abbia dichiarato di agire per un senso di esclusione personale, le autorità hanno sottolineato l’importanza di rispettare le regole che governano uno degli eventi più significativi nella vita della Chiesa cattolica.
Il Conclave rappresenta un momento cruciale per la scelta del nuovo Papa e le sue procedure sono rigidamente regolate. Qualsiasi tentativo di interferenza o violazione delle norme può compromettere l’integrità del processo. Nonostante ciò, episodi come quello che ha visto protagonista padre Carlo evidenziano come le dinamiche interne alla Chiesa possano generare tensioni e spingere alcuni fedeli a manifestare apertamente le proprie opinioni.
Le posizioni di Robert Sarah e degli altri conservatori continuano a suscitare dibattiti all’interno della Chiesa cattolica. La loro difesa delle tradizioni e delle pratiche liturgiche rappresenta un punto di riferimento per molti fedeli che si sentono distanti dalle aperture introdotte negli ultimi anni. Tuttavia, l’attuale equilibrio di potere suggerisce che sarà difficile per i conservatori imporre un proprio candidato come futuro pontefice.
Tra le questioni più controverse affrontate dai conservatori vi è la messa in latino, simbolo per molti della continuità con la tradizione. Durante il pontificato di Papa Francesco, questa pratica è stata limitata per favorire una maggiore inclusività nelle celebrazioni liturgiche. Tale decisione ha trovato opposizione soprattutto tra coloro che vedono nella tradizione un elemento essenziale dell’identità cattolica.
Add comment