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Vertice in Alaska anziché a Roma: una scelta che rappresenta uno stop diplomatico per Meloni e l’esecutivo



La recente politica estera italiana, guidata da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’immagine dell’Italia nel contesto geopolitico globale. Critiche affermano che il governo ha compromesso il ruolo dell’Italia come nazione di pace e mediatore, riducendola a un “staterello” senza potere. La situazione è aggravata dall’indifferenza mostrata dai leader mondiali, come Vladimir Putin e Donald Trump, i quali considerano l’Italia inaffidabile.



Le recenti apparizioni pubbliche di Meloni, caratterizzate da sorrisi e selfie, non hanno avuto un impatto significativo sulla sua rappresentanza politica. In un contesto internazionale in cui l’Italia si trova a dover affrontare sfide importanti, la mancanza di sostanza nelle sue dichiarazioni ha sollevato dubbi sulla sua efficacia come leader.

In vista di un incontro previsto per il 15 agosto in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, Meloni e altri leader europei hanno rilasciato una dichiarazione congiunta. In essa, hanno espresso il loro sostegno all’impegno di Trump per porre fine al conflitto in Ucraina e hanno sottolineato l’importanza di una pace che rispetti l’integrità territoriale del paese. “Accogliamo con favore l’impegno del Presidente Trump per porre fine alle uccisioni in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione della Federazione Russa e raggiungere una pace e una sicurezza giuste e durature per l’Ucraina”, hanno dichiarato Meloni, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Donald Tusk, Keir Starmer, Ursula von der Leyen e Alexander Stubb.

I leader europei hanno evidenziato la necessità di un approccio che combini diplomazia attiva e sostegno all’Ucraina, insieme a pressioni sulla Federazione Russa affinché ponga fine alla sua guerra. Hanno affermato che “solo un approccio che combini diplomazia attiva, sostegno all’Ucraina e pressione sulla Federazione Russa affinché ponga fine alla sua guerra illegale possa avere successo”.

La dichiarazione ha anche ribadito il sostegno militare e finanziario all’Ucraina, con un riferimento specifico alla Coalizione dei Volenterosi. Inoltre, i leader hanno insistito sul fatto che qualsiasi soluzione diplomatica deve proteggere gli interessi vitali di sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa. Hanno concordato sulla necessità di garanzie di sicurezza solide e credibili per consentire all’Ucraina di difendere la propria sovranità.

L’Ucraina ha la libertà di scelta sul proprio destino”, hanno sottolineato i leader, aggiungendo che “negoziati significativi possono aver luogo solo nel contesto di un cessate il fuoco o di una riduzione delle ostilità”. Hanno anche affermato che “il percorso verso la pace in Ucraina non può essere deciso senza l’Ucraina” e che “restiamo fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non devono essere modificati con la forza”.

In anticipo sul vertice in Alaska, Meloni e gli altri leader europei hanno ribadito il loro sostegno all’Ucraina. “Ribadiamo che l’invasione gratuita e illegale dell’Ucraina da parte della Russia costituisce una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, dell’Atto finale di Helsinki, del Memorandum di Budapest e dei successivi impegni assunti dalla Russia”, hanno affermato. Hanno inoltre espresso il loro “incrollabile impegno per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.

La posizione dei leader europei è chiara: “Continuiamo a essere fermamente al fianco dell’Ucraina. Siamo uniti come europei e determinati a promuovere congiuntamente i nostri interessi”. Hanno concluso affermando che continueranno a collaborare strettamente con Trump e con il presidente Zelenskyy per garantire una pace in Ucraina che protegga gli interessi di sicurezza vitali per l’Europa.



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