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“Vicinissima ai generali per 10 anni”: scoperta in Italia l’affascinante agente segreto russa



Per un decennio, Maria Adela Kuhfeldt Rivera ha mantenuto un’apparenza di impeccabilità, partecipando a eventi mondani, coltivando amicizie altolocate, esercitando la professione di gioielliera e presentando un passato peruviano accuratamente costruito.  A Napoli, nessuno avrebbe mai sospettato che dietro tale identità si celasse Olga Kolobova, un’agente dormiente russa, addestrata per un’infiltrazione a lungo termine.  L’esposizione della sua vera identità è avvenuta inaspettatamente a causa di un dettaglio singolare: il suo gatto.



Il giornalista investigativo Christo Grozev, ex capo investigatore russo di Bellingcat e attualmente responsabile delle indagini per The Insider, ha riportato questa vicenda straordinaria nel suo video pubblicato su YouTube.  Grozev si riferisce alla donna come “Cat Lady”, la spia che ha vissuto in Italia per oltre dieci anni, preceduta da un periodo a Malta, instaurando rapporti diretti con individui vicini al quartier generale della NATO di Napoli.  “Intratteneva rapporti di amicizia con le mogli dei generali e aveva accesso privilegiato a informazioni dell’Alleanza”, afferma Grozev.

Per anni, la donna si è presentata come un’imprenditrice e designer peruviana, partecipando a eventi esclusivi e frequentando ambienti sensibili, senza che la sua identità venisse mai messa in discussione.  Tale situazione è cambiata con l’avvio di un’inchiesta giornalistica che ha iniziato a smontare la sua farsa.

Il primo indizio è emerso dal passaporto, che presentava una sequenza numerica tipica dei documenti rilasciati ai membri dell’intelligence russa.  Successivamente, la donna è improvvisamente scomparsa dall’Italia, rientrando in Russia.  In questo contesto, l’indagine si è complicata.

Grozev riferisce di aver trascorso diversi mesi, forse un anno, senza individuare un collegamento diretto tra la falsa identità italiana e la sua vita reale in Russia.  La svolta è avvenuta quando ha iniziato a focalizzare la sua attenzione su un dettaglio che tutti ricordavano: la sua gatta, Luisa.

Luisa rappresentava la sua ossessione. Amici e conoscenti testimoniavano il suo profondo affetto per l’animale.  Grozev ha quindi ipotizzato che, se qualcosa della sua vita fittizia fosse confluito in quella reale, sarebbe stata proprio la gatta.

La ricerca ha avuto inizio con l’individuazione del numero del microchip registrato in Italia e la successiva verifica della presenza di un animale con lo stesso codice nei database veterinari russi.

Il microchip risultava registrato presso una clinica veterinaria in Russia. Gli investigatori si sono quindi rivolti ai social network russi: su VK, piattaforma equivalente a Facebook, hanno individuato una donna che aveva interagito con il profilo della clinica e pubblicato fotografie raffiguranti la medesima gatta. Il nome della donna è Olga Kolobova.

Grozev riferisce che, da quel momento, le indagini sono state agevolate da confronti incrociati, analisi fotografiche e contatti, consentendo di confermare che l’identità di Maria Adela era fittizia e che si trattava di una spia russa altamente addestrata.

L’investigatore avverte che questa rappresenta solo la prima fase di un’indagine di vasta portata. L’inchiesta completa sarà pubblicata nelle prossime settimane, promettendo di fornire ulteriori dettagli su uno dei casi di spionaggio più intriganti e incredibili degli ultimi anni.



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