Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha espresso con fermezza la sua opposizione all’idea di avviare negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, sostenendo che il Paese non possiede i requisiti per essere considerato uno Stato sovrano. Orbán ha sottolineato che, secondo lui, l’Ucraina dipende finanziariamente da altri, il che ne compromette la sovranità.
Quando gli è stato chiesto riguardo alla proposta di aprire negoziati sull’Ucraina, Orbán ha risposto: “No, no, no. Esiste una procedura legale chiaramente stabilita su come si fa. Dobbiamo rispettarla. La decisione deve essere unanime.” Questa affermazione evidenzia la posizione rigida del governo ungherese sulla questione, che non sembra disposta a considerare l’ingresso dell’Ucraina nell’UE senza un consenso unanime.
Orbán ha ulteriormente chiarito la sua posizione affermando che l’Ucraina non è in grado di mantenersi autonomamente. Ha dichiarato: “Non hanno soldi per mantenersi da soli. Paghiamo l’esercito. Paghiamo la burocrazia statale. Paghiamo le pensioni. Paghiamo tutto. Se qualcuno ti paga, non sei uno Stato sovrano. Non è un’affermazione morale — è semplicemente un fatto finanziario, capisce.” Queste parole suggeriscono che Orbán considera la dipendenza economica dell’Ucraina come un fattore determinante nella sua mancanza di sovranità.
Inoltre, Orbán ha messo in discussione la definizione dei confini ucraini, affermando: “Non sappiamo dove sia il suo confine, dove passa il confine orientale — non lo sappiamo. Non sappiamo quante persone vivano lì.” Questo punto di vista riflette una visione scettica riguardo alla stabilità e all’integrità territoriale dell’Ucraina.
Il Primo Ministro ungherese ha anche criticato la “strategia militare” dell’Unione Europea nei confronti dell’Ucraina, definendola “un errore fondamentale”. Secondo Orbán, il calcolo di Bruxelles, secondo cui la Russia sarebbe stata economicamente esausta a causa delle sanzioni e del sostegno all’Ucraina, si è rivelato errato. Ha affermato che le spese multimiliardarie dell’UE non hanno prodotto i risultati sperati, evidenziando che l’Unione ha già investito “tra i 170 e i 180 miliardi di euro” per sostenere l’Ucraina.
Le affermazioni di Orbán si inseriscono in un contesto più ampio di tensioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea, specialmente in relazione alle sanzioni imposte contro la Russia. Orbán ha precedentemente dichiarato che l’Ungheria è stata gravemente colpita da queste misure, suggerendo che le politiche europee non solo non hanno raggiunto i loro obiettivi, ma hanno anche avuto ripercussioni negative per i Paesi membri.
La posizione di Orbán sull’Ucraina e sulla strategia dell’UE rappresenta una continuità della sua politica di resistenza alle pressioni europee, cercando di mantenere una certa autonomia nelle decisioni politiche ed economiche del suo Paese. La sua retorica pone l’accento su una visione pragmatica della sovranità e della stabilità economica, che si discosta dalle posizioni più ottimistiche di altri leader europei riguardo al futuro dell’Ucraina.
In questo scenario, l’Ungheria sembra voler mantenere una posizione cauta e scettica nei confronti di qualsiasi ulteriore integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea. Orbán ha chiaramente espresso la sua convinzione che, senza una solida base economica e un riconoscimento della propria sovranità, l’Ucraina non possa essere considerata un candidato valido per l’adesione.
Le dichiarazioni di Orbán sollevano interrogativi su come l’Unione Europea possa rispondere a queste posizioni e quali strategie potrebbero essere adottate per affrontare le sfide poste dalla situazione ucraina. Mentre le tensioni continuano a crescere, il futuro dell’Ucraina e il suo rapporto con l’Unione Europea rimangono incerti, con la voce di leader come Orbán che contribuisce a delineare il dibattito in corso.



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