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Vivere a Firenze mi impedisce di tornare in Sardegna da mia madre invalida: i prezzi dei voli sono assurdi



La storia di Maddalena, sarda di origine e impiegata da 25 anni a Firenze, racconta le difficoltà quotidiane di chi deve fare i conti con i prezzi proibitivi dei collegamenti marittimi da e per l’isola. La donna, che divide la sua vita tra la Toscana e la Sardegna, dove risiede la madre invalida al 100%, denuncia una situazione che definisce insostenibile: “Il biglietto per una nave sulla tratta Olbia-Livorno per l’ultima settimana di agosto costa come una crociera di una settimana. Non posso muovermi, mi sento una sequestrata”.



Trasferitasi in Toscana in giovane età, Maddalena ha costruito lì la sua famiglia: ha un marito e un figlio adolescente. Ma il legame con la Sardegna resta fortissimo, soprattutto per la presenza della madre anziana, che necessita di assistenza. Le difficoltà iniziano quando si tratta di raggiungere l’isola. “Se dalla Toscana mi sposto in Emilia-Romagna ho mille opzioni a prezzi diversi. Per tornare in Sardegna invece no. Tre compagnie su quattro danno il tutto esaurito e l’unica che ha biglietti disponibili chiede 894 euro per una sola tratta, per tre persone. Come può una famiglia che guadagna mille euro spenderne 800 in biglietti?”.

L’aspetto più doloroso riguarda le emergenze: la donna non riesce a rientrare sull’isola con rapidità, proprio quando sarebbe più necessario. “La mia libertà dov’è? Per me non si tratta di vacanza, è la mia casa. Eppure vengo trattata come una turista”, sottolinea.

A complicare la sua situazione interviene la normativa sulla continuità territoriale. Esistono infatti agevolazioni per i residenti, ma Maddalena, che ha la residenza a Firenze, non può usufruirne. Le condizioni per accedere agli sconti sono molto stringenti e riguardano solo chi ha nel proprio stato di famiglia un parente fino al terzo grado residente in Sardegna. “Io sono nata a Cernusco sul Naviglio perché mio padre lavorava lì, poi siamo tornati in Sardegna dove ho fatto tutte le scuole. Nonostante questo, per le compagnie non sono sarda. Pago la stessa tariffa di un turista qualsiasi”, racconta con amarezza.

Il problema non riguarda solo i costi. Maddalena denuncia anche le condizioni di viaggio: “L’anno scorso mio figlio ha preso la scabbia a causa della sporcizia a bordo. Siamo stati costretti a curarlo all’ospedale Meyer. A fine estate viaggiamo stipati, con animali che fanno i loro bisogni ovunque. È un’esperienza surreale”.

La conseguenza di questa situazione è che, col passare del tempo, i viaggi in Sardegna si sono diradati. Ma per lei, che considera essenziale trasmettere al figlio il legame con la terra d’origine, rinunciare non è semplice: “Mio figlio ha 15 anni e ci tengo che venga qui perché voglio che conosca il mio bagaglio culturale. Ma è sempre più difficile. Ci trattano come cittadini di serie B”.

Il racconto di Maddalena mette in evidenza un problema condiviso da molti emigrati sardi e siciliani, così come da chi vive nelle aree interne del Paese: l’impossibilità di spostarsi liberamente a causa di collegamenti limitati o troppo costosi. Una condizione che, per chi ha la famiglia lontana, diventa una barriera non solo economica, ma anche affettiva.



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