La prima sezione penale del tribunale di Roma sta esaminando un caso di abusi sessuali che ha scosso la comunità, con un padre accusato di aver molestato la propria figlia per anni. La giovane, nata nel 2002, ha ricostruito in aula un’infanzia segnata da violenze sistematiche, avvenute tra il 2010 e il 2016, quando era ancora minorenne e, in alcuni periodi, persino sotto i dieci anni. Oggi, a 21 anni, la donna ha trovato la forza di raccontare un incubo che l’ha segnata profondamente.
Il padre, oggi 47enne, è accusato di aver compiuto atti sessuali nei confronti della figlia, rendendo tali violenze parte della quotidianità. Secondo il suo racconto, le molestie comprendevano toccamenti, baci forzati e atti sessuali travestiti da giochi, specialmente durante le assenze della madre, che si trovava spesso all’estero per lavoro. In aula, la giovane ha parlato con grande difficoltà, interrompendosi più volte e scoppiando in lacrime, tanto che i giudici hanno dovuto sospendere l’udienza. “Era una cosa di tutti i giorni – ha spiegato – cercava sempre anche solo una toccata, un bacio.”
Le violenze, secondo quanto emerso, non erano episodi isolati ma rappresentavano una ricerca costante di contatto invasivo. Il 2014 si è rivelato un anno cruciale: la madre ha lasciato l’Italia per otto mesi, lasciando la ragazza sola con il padre. “Sono stati mesi difficili – ha dichiarato la giovane – e sono successe cose.” Durante quel periodo, l’uomo le avrebbe mostrato un video pornografico, giustificando l’azione con la scusa che servisse a spiegare “come si fanno i figli.” Questo è stato il pretesto per nuove molestie, con la simulazione di atti sessuali veri e propri.
La ragazza ha descritto il ricatto emotivo che viveva quotidianamente: “Se gli dicevo di sì andava tutto bene, se mi negavo faceva l’offeso. Così lo assecondavo.” Inoltre, ha parlato di un controllo ossessivo da parte del padre sulle sue amicizie e sulla sua vita privata, mostrando una gelosia eccessiva.
L’episodio più grave è avvenuto nel 2016, durante una gita al mare. Dopo che le zie avevano disdetto la loro partecipazione all’ultimo momento a causa della pioggia, padre e figlia si sono ritrovati soli in tenda. In questo contesto, il padre ha fatto una proposta esplicita alla giovane: voleva essere “il suo primo uomo.” La ragazza ha raccontato di essere rimasta impietrita, sentendosi costretta a rispondere a una richiesta così indecente. Tuttavia, per la prima volta, ha trovato la forza di opporsi: “Mi ero ribellata. Lui mi disse che era normale.” In quel momento, senza un telefono e senza nessuno a cui chiedere aiuto, si è trovata a riflettere: “Pensavo: se scappo dove vado? Chi mi sente?”
Dopo quell’episodio, la giovane ha raccontato tutto alla madre nei mesi successivi, sempre nel 2016. Tuttavia, non si è sentita pronta a denunciare il padre, e la denuncia è stata formalizzata solo nel 2022. Oggi, l’uomo deve rispondere di violenza sessuale aggravata, poiché commessa ai danni di un minore, e continuata. La giovane donna ha espresso la sua speranza che la giustizia possa fare il suo corso e porre fine a un incubo che ha segnato la sua infanzia.
La vicenda ha sollevato un acceso dibattito sull’importanza di riconoscere e denunciare abusi all’interno della famiglia. La testimonianza della giovane è un appello a tutte le vittime di violenza a trovare il coraggio di parlare e a cercare aiuto. La giustizia è fondamentale per affrontare tali crimini e garantire che situazioni simili non si ripetano in futuro.



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