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La misteriosa scomparsa di Ivan Pegan, 43enne di Fano, avvenuta in Albania nel 2013, solleva interrogativi irrisolti. La verità sembra celata dietro un muro di silenzi.



Ivan Angelo Pegan, originario di Fano, decise nell’estate del 2013 di recarsi a Tirana, in Albania, per incontrare la sua fidanzata, conosciuta online pochi mesi prima. Quella che doveva essere una storia d’amore si trasformò presto in un caso irrisolto. Le tracce dell’uomo si persero improvvisamente una notte di giugno, e da allora nessuna risposta concreta è mai arrivata dalle autorità albanesi o italiane.



La relazione tra Ivan e Alba, una giovane donna albanese di famiglia musulmana, era nata virtualmente all’inizio del 2013. Nonostante le interazioni fossero limitate a videochiamate, Ivan era determinato a costruire un futuro con lei, tanto da affittare un appartamento per la loro convivenza. Dopo mesi di conversazioni online, a febbraio dello stesso anno, decise di acquistare un biglietto per l’Albania e trascorrere qualche giorno con lei.

Tuttavia, già durante quel primo viaggio, Ivan notò comportamenti insoliti nella fidanzata: Alba sembrava distante, evitava di presentargli amici e familiari e mostrava un atteggiamento evasivo. Tornato in Italia, il rapporto tra i due subì un drastico cambiamento. Da uomo premuroso e gentile, Ivan divenne sospettoso e preoccupato. Nonostante ciò, due mesi dopo, decise di tornare nuovamente in Albania, sperando di chiarire i contrasti con la compagna.

Prima della partenza, Ivan prenotò una pensione per la sua cagnolina per dieci giorni, segno che aveva pianificato un soggiorno relativamente lungo. La famiglia, inizialmente ottimista riguardo a una possibile riconciliazione tra i due, si trovò presto a fare i conti con una realtà ben diversa.

Una notte di giugno del 2013, Alba contattò alcuni amici in Italia, affermando che a Ivan fosse accaduto “qualcosa di grave”. Tuttavia, non presentò alcuna denuncia di scomparsa alle autorità locali. I telefoni di Ivan risultavano spenti e non vi erano movimenti sul suo conto bancario né prelievi con la carta. Preoccupata, la sorella di Ivan, Barbara, decise di denunciare la sua scomparsa alle autorità italiane.

Nel frattempo, a Tirana, Alba mantenne un comportamento ambiguo. Dopo quella telefonata iniziale, interruppe i contatti con gli amici e i familiari di Ivan. Fu Barbara a rintracciarla tramite Facebook, dove la donna gestiva numerosi profili. Quando finalmente riuscì a parlarle, Alba raccontò che quella sera aveva litigato con Ivan in un bar. L’uomo, secondo il suo racconto, sarebbe poi fuggito lasciando sul posto la borsa e il computer portatile, che lei avrebbe successivamente recuperato.

Poco tempo dopo, Alba restituì alcuni effetti personali di Ivan, tra cui il computer. Tuttavia, mancava l’hard disk, alimentando ulteriori dubbi sulla sua versione dei fatti. La mancanza di trasparenza e il silenzio delle autorità albanesi hanno reso ancora più difficile per la famiglia ottenere risposte.

La vicenda di Ivan Pegan rimane avvolta nel mistero. Nonostante gli sforzi della sorella e della madre per far luce sulla sua scomparsa, la verità sembra ancora lontana. Le accuse che Ivan aveva rivolto alla fidanzata prima della sua scomparsa – sospettandola di essere coinvolta in truffe e attività illecite – aggiungono ulteriori ombre a una storia già complessa.

Ad oggi, il caso non ha trovato una soluzione. La famiglia continua a chiedere giustizia e chiarezza su quanto accaduto quella notte di giugno del 2013. La scomparsa di Ivan Pegan resta uno dei tanti enigmi irrisolti che attendono ancora risposte definitive.



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