Nonostante gli incontri a Washington tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu, i quali hanno discusso per la seconda volta in 24 ore della questione degli ostaggi di Hamas, e le trattative in corso a Doha per una tregua a Gaza, la situazione nella Striscia di Gaza appare immutata. Nella notte, un raid israeliano ha causato la morte di 20 civili, tra cui 6 bambini. Paolo Del Debbio, noto volto televisivo di Rete 4, durante la puntata di “E’ sempre CartaBianca” ha espresso la sua condanna per gli eventi in Medio Oriente: “Osservare non Israele, ma il governo Netanyahu, compiere azioni di questo tipo dopo quanto subito è paradossale”.
L’ospite della conduttrice Bianca Berlinguer ha espresso solidarietà per la sofferenza di decine di migliaia di famiglie palestinesi che vivono quotidianamente, inermi, un inferno. Ha inoltre criticato l’Unione Europea di Ursula Von der Layen, non solo immobile e distante dalle trattative di pace, ma anche incline a posizioni belliciste nel pianificare un riarmo di dimensioni considerevoli: “Vedere immagini di bambini mutilati e ascoltare esperti affermare che il popolo palestinese è quello con il maggior numero di mutilati al mondo in percentuale alla popolazione. Su questo il silenzio dell’Europa è francamente inaccettabile”.
Gaza, i numeri reali degli uccisi? Almeno 5 volte i dati ufficiali.
La stima precisa del numero di deceduti nella Striscia di Gaza risulta complessa e difficoltosa, ma testimonia un dato incontrovertibile: le cifre ufficiali sono al ribasso. Il prestigioso lavoro di The Lancet in merito alla situazione nella Striscia di Gaza dal punto di vista della mortalità è stato già approfondito dal direttore Fulvio Scaglione. Dalla fine di febbraio 2025 si sono susseguiti numerosi eventi nella Striscia di Gaza: l’inizio di una fragile tregua, la rottura di tale tregua da parte di Tel Aviv, l’avvio della fase finale del genocidio con l’operazione Carri di Gedeone, la confessione di Netanyahu di armare una milizia dell’ISIS all’interno della Striscia (notizia anticipata da Inside Over rispetto a molti quotidiani italiani) e l’operato della nuova Ong nella Striscia, la GHF, considerata uno strumento di Tel Aviv per perpetuare la carestia tra i palestinesi. Ciò che non ha cessato da febbraio 2025, e in modo incessante dal 7 ottobre 2023 dopo le stragi di Hamas nel Sud di Israele, è la strage, la costante uccisione di civili.
I deceduti a Gaza sono almeno 300.000, un numero equivalente alla popolazione di una città italiana come Bari, Verona o Catania.
Uno studio di Yaakov Garb, professore di Sociologia presso l’Università Ben Gurion del Negev, nell’analizzare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza tramite la Gaza Humanitarian Fundation (GHF) e il dataverse di Harvard, ha riscontrato quanto illustrato in queste mappe.
L’IDF, nel pianificare la distribuzione minima di aiuti umanitari all’interno della Striscia di Gaza, stima una popolazione residua di 1 milione e 850 mila persone, suddivisa in tre centri: 500 mila a Mawasi, 350 mila nella zona di Deir al Balah e 1 milione a Gaza City.

Questi dati confermerebbero gli studi compiuti da The Lancet in questi 20 mesi. La prestigiosa rivista medica riportava in uno studio del 2024: “Nei conflitti recenti, i decessi indiretti variano da tre a 15 volte il numero dei decessi diretti. Applicando una stima prudente di quattro decessi indiretti per ogni decesso diretto ai 37.396 decessi segnalati (dati di maggio 2024, ndr), non è improbabile stimare che fino a 186.000 o anche più decessi possano essere attribuibili all’attuale conflitto. Utilizzando la stima della popolazione della Striscia di Gaza del 2022 di 2.375.259 abitanti, ciò si tradurrebbe nel 7,9% della popolazione totale della Striscia di Gaza”.

Oggi vorrebbe dire che i 62 mila uccisi palestinesi certificati dal Ministero della Salute della Striscia di Gaza in realtà sono 5 volte tanto: 300 mila persone, il 15% della popolazione palestinese.
Il genocidio non ha bisogno della conta degli uccisi
La Convenzione sul Genocidio, redatta nel 1948 ed entrata in vigore con l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 1951, al suo interno non pone “l’importanza” del numero di morti. L’articolo 2, che è il vulnus della norma, contiene tutt’altro: le fattispecie e la volontà sono i fattori chiavi affinché delle condotte compiute in essere da stati – individui possano rientrare nel termine giuridico di genocidio.
“Nella presente Convenzione, per genocidio si intende uno qualsiasi dei seguenti atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
(a) Uccidere membri del gruppo;
(b) Causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo;
(c) Sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte;
(d) Imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo;
(e) Trasferire forzatamente bambini del gruppo a un altro gruppo.”
Perché è importante l’uso della parola genocidio e non il semplice “sterminio”?
Perché il genocidio come condotta può essere conseguita anche senza lo sterminio di un’intera popolazione.
Per lo statuto della Corte Penale Internazionale, il crimine di sterminio rientra nei crimini contro l’umanità e precisamente:
per «sterminio» s’intende, in modo particolare, il sottoporre intenzionalmente le persone a condizioni di vita dirette a cagionare la distruzione di parte della popolazione, quali impedire l’accesso al vitto ed alle medicine.
Come riportato prima il genocidio è un altro grado di crimine, il massimo crimine per il diritto internazionale e pure se ci fossero “poche morti” ma l’intento di compiere un genocidio fosse ricavabile, ciò basterebbe ai tribunali internazionali per incriminare i responsabili di tali atti, come è avvenuto per ciò che è avvenuto a Srebrenica nel 1995, con la mano armata di Ratko Mladić (il macellaio della Bosnia) e l’omissione di intervento dei Caschi Blu sul posto.
Riportare il numero esatto di uccisi nella Striscia di Gaza significa dare dignità umana a chi non c’è più, dignità che il giornalismo main stream per anni ha dimenticato, anche in questi 20 mesi.
Riportare il numero esatto di uccisi nella Striscia di Gaza significa provare a smuovere le coscienze di chi avrebbe davvero il potere di cambiare le cose, a partire dal nostro governo fino ad arrivare ai vertici europei.



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