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Ex deputata Cicciolina contesta il taglio dei vitalizi e richiede 10 milioni € alla Camera, sostenendo che con soli 1 000 € mensili la propria dignità è compromessa.



La ex parlamentare Ilona Staller, nota al pubblico come Cicciolina, ha formalmente presentato ricorso al Collegio d’Appello della Camera contro la riforma del 2018 che ha sostituito il sistema retributivo con quello contributivo per i vitalizi degli ex deputati. La riforma, promossa dall’allora presidente della Camera Roberto Fico (M5S), ha determinato tagli fino all’86%, facendo scendere molti assegni da oltre 4 000 € a meno di 1 000 € mensili  .



Cicciolina ritiene che tale riduzione rappresenti una violazione del principio di affidamento: secondo i suoi avvocati, la norma ha agito retroattivamente, sottraendo un diritto maturato e consolidato nel tempo (). La Staller ha denunciato di trovarsi in gravi difficoltà economiche, dichiarando che “Con 1.000 euro al mese non riesco a vivere dignitosamente” e aggiungendo “Non ho fatto investimenti milionari, vivevo del mio lavoro e di quello assegno. Ora sono in difficoltà vera  .

Al centro della sua richiesta c’è la richiesta di un risarcimento di 10 milioni €, cifra che la stessa ex pornostar definisce simbolica e dichiara sarà interamente devoluta in beneficenza  . Il suo avvocato, Luca Di Carlo, ha spiegato che il danno richiesto si basa sulla violazione della “tutela dell’affidamento” e che la somma sarà destinata a ospedali e organizzazioni benefiche  .

Il caso della Staller non è un’eccezione: il ricorso è parte di una più ampia azione legale che coinvolge circa 1 300 ex parlamentari, tra cui nomi illustri come Antonio Bassolino, Paolo Cirino Pomicino, Antonio Guzzanti, Claudio Scajola, Rosa Russo Iervolino, Claudio Martelli e Fabrizio Cicchitto  . La riforma del 2018, che ha introdotto il sistema contributivo, è stata giustificata come “una necessaria operazione di giustizia sociale” da Fico, ma molti sostengono che penalizzi esageratamente i parlamentari più anziani, ignorando gli anni di servizio e i versamenti contributivi fatti nel corso della loro carriera  .

La prima udienza del Collegio d’Appello interno alla Camera si è svolta il 2 luglio, presieduta da Ylenia Lucaselli (FdI). Il tribunale interno ha ascoltato le difese, ma non ha ancora emesso una decisione, attesa entro le prossime settimane  . In passato, nel 2022, alcuni parlamentari anziani avevano ottenuto un provvedimento favorevole che annullava la delibera Fico, restituendo loro gli assegni originari  .

Se il Collegio dovesse riconoscere la fondatezza dei ricorsi, il bilancio complessivo della riforma sarebbe profondamente compromesso: alcune stime indicano costi per lo Stato fino a 4 miliardi €, tra ripristino dei vitalizi e risarcimenti  . Inoltre, verrebbe creato un precedente giuridico rilevante, in grado di mettere in discussione l’intera riforma contributiva su scala legislativa e istituzionale.

Di contro, se la Camera respingerà il ricorso, i ricorrenti potrebbero proseguire la battaglia in sede civile o addirittura alla Corte Costituzionale, esercitando pressioni ulteriori sul sistema  .

In conclusione, Ilona Staller, con la sua istanza da 10 milioni €, assume un ruolo di primo piano in una vicenda che riguarda i diritti acquisiti e la tutela dell’affidamento. La sua iniziativa mette nuovamente in risalto il dibattito sulla dignità economica degli ex parlamentari, il sistema di calcolo dei vitalizi e l’equilibrio tra risparmio pubblico e giustizia contributiva. Rimane aperta la domanda: la Camera sarà disposta a concedere spazio a una revisione delle norme del 2018, o la riforma resterà monolitica? L’attesa ora è concentrata sulla decisione del Collegio d’Appello, che potrà cambiare il corso di questa battaglia politica e giudiziaria.



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