La tragedia che ha sconvolto Gemona, comune in provincia di Udine, ha visto la confessione di Lorena Venier, 61 anni, accusata dell’omicidio del figlio Alessandro Venier, di 35 anni. La donna ha ammesso davanti ai magistrati di essere responsabile di un gesto che lei stessa ha definito “mostruoso”. Insieme a lei, è stata arrestata anche Marylin Castro Monsalvo, compagna della vittima e madre della loro bambina di sei mesi.
Durante l’interrogatorio di convalida, iniziato nella serata del 31 luglio e proseguito il primo agosto, Lorena Venier ha raccontato i dettagli dell’accaduto, rivelando di aver fatto a pezzi il corpo del figlio e di averlo conservato per giorni in una botte situata nel garage della loro abitazione. L’avvocato della donna, Giovanni De Nardo, ha dichiarato: “La mia assistita ha reso piena confessione di fronte al sostituto procuratore che l’ha interrogata. Come si può immaginare, era visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto”.
Anche Marylin Castro Monsalvo, originaria della Colombia, è detenuta con l’accusa di omicidio. La donna, che aveva dato alla luce la figlia della coppia lo scorso gennaio, sarà ascoltata dai magistrati per chiarire il suo ruolo nella vicenda. La bambina è stata affidata ai servizi sociali, una decisione presa in seguito agli arresti dei genitori.
Le motivazioni dietro il gesto rimangono ancora poco chiare. Secondo alcune indiscrezioni, non confermate ufficialmente, il delitto potrebbe essere stato scatenato da una lite avvenuta pochi giorni prima per motivi apparentemente banali, come il mancato apparecchiamento della tavola o la preparazione della cena. Tuttavia, fonti vicine alle indagini suggeriscono che in casa ci fossero tensioni da tempo, probabilmente legate alla situazione lavorativa precaria di Alessandro Venier. La sostituta procuratrice di Udine, Danelon, ha dichiarato: “Per il momento si tratta soltanto di illazioni che non possono essere confermate fino a quando non saranno ascoltate le due persone che si sono auto-incolpate del delitto”.
Il caso ha suscitato sgomento nella comunità locale e oltre. La brutalità dell’azione e le circostanze familiari hanno sollevato interrogativi sulla dinamica dei rapporti tra i protagonisti della vicenda. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire nel dettaglio quanto accaduto e di individuare eventuali elementi che possano spiegare il movente.
L’abitazione dove è avvenuto il crimine è stata posta sotto sequestro per permettere agli esperti forensi di raccogliere ulteriori prove. Secondo le prime analisi, il corpo di Alessandro Venier sarebbe stato conservato nella botte per alcuni giorni prima che le autorità venissero a conoscenza dell’accaduto.
La confessione di Lorena Venier rappresenta un elemento chiave nelle indagini, ma gli inquirenti stanno cercando di capire se ci siano stati altri fattori o complici coinvolti. La posizione di Marylin Castro Monsalvo sarà valutata attentamente, considerando anche l’impatto emotivo e psicologico che la situazione potrebbe aver avuto su di lei.



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