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Raoul Bova accusa Fabrizio Corona di diffamazione e violazione della privacy, contestando la diffusione di messaggi privati e contenuti offensivi a scopo di lucro



L’attore Raoul Bova ha intrapreso un’azione legale contro Fabrizio Corona, accusandolo di aver divulgato senza consenso messaggi vocali e testuali privati. Questi materiali, condivisi sui canali social a pagamento dell’ex paparazzo, sono stati accompagnati da commenti offensivi e denigratori che, secondo la difesa di Bova, miravano a ottenere visibilità e profitto economico. L’episodio si inserisce in un contesto già controverso, che ha visto anche l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, ex suocera di Bova, querelare Corona per diffamazione.



La denuncia presentata da Raoul Bova riguarda la diffusione di contenuti privati relativi alla sua presunta relazione con la modella ventitreenne Martina Ceretti. I messaggi pubblicati da Corona includevano frasi che l’attore considera umilianti e offensive, come il titolo del post “IL VOCALE DI RAOUL BOVA (Che sfigato)”. Secondo i legali di Bova, rappresentati dall’avvocato David Leggi, tali azioni costituiscono una violazione della privacy e un tentativo di schernire pubblicamente l’attore per ottenere un vantaggio economico.

Nella denuncia si ipotizzano due reati distinti: diffamazione e illecita divulgazione di dati personali. L’accusa di diffamazione si basa sulla natura offensiva dei commenti associati ai contenuti pubblicati, mentre la diffusione non autorizzata dei messaggi privati costituisce una violazione della privacy. A corroborare quest’ultima accusa, viene citato un invito rivolto da Corona ai suoi follower su Telegram: “Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po’ questo ‘VIP’, che non sono più fighi di voi”. Questo messaggio, secondo la difesa di Bova, dimostrerebbe l’intento di amplificare la portata del danno attraverso una diffusione virale.

I canali social di Fabrizio Corona, accessibili tramite abbonamento, rappresentano una fonte di guadagno basata sul numero di visualizzazioni e sulle inserzioni pubblicitarie ospitate. Secondo quanto riportato nella denuncia, la pubblicazione dei messaggi privati sarebbe stata motivata dalla ricerca di profitto economico. “La finalità del profitto appare innegabile”, si legge nel documento legale redatto dall’avvocato David Leggi, che descrive l’operato di Corona come una “condotta scellerata” mirata a sfruttare contenuti illeciti per fini di scherno e irrisione.

L’episodio non è isolato: anche Annamaria Bernardini De Pace ha sporto denuncia contro Corona, accusandolo di diffamazione. L’avvocata è stata coinvolta in una ricostruzione pubblicata sui social da Corona, che metteva in discussione la sua professionalità e integrità. In un post del 31 luglio, Corona aveva definito la Bernardini De Pace “finta” per aver assunto la difesa del suo ex genero Raoul Bova, nonostante in passato lo avesse criticato durante la separazione dall’ex moglie. Inoltre, aveva insinuato che l’avvocata avesse mentito riguardo alle tempistiche della separazione tra Bova e la sua attuale compagna, Rocío Muñoz Morales.

A supporto delle sue affermazioni, Corona aveva diffuso un audio via Instagram che sosteneva essere una telefonata con Annamaria Bernardini De Pace. Tuttavia, l’avvocata ha contestato sia l’autenticità dell’audio che il contenuto delle dichiarazioni riportate. In quella stessa occasione, Raoul Bova era stato definito pubblicamente “babbo di minc**”* e accusato di voler “passare ancora una volta per la brava persona che non è”. Secondo la denuncia presentata da Bova, tali affermazioni avrebbero leso “l’onorabilità e il decoro” dell’attore.

La vicenda solleva interrogativi sull’uso dei social media e sulla gestione dei dati personali da parte dei personaggi pubblici. L’accusa rivolta a Fabrizio Corona sottolinea come la diffusione non autorizzata di contenuti privati possa avere conseguenze legali significative, soprattutto quando accompagnata da commenti denigratori e finalizzata al guadagno economico.



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