Tragedia nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 agosto a Foggia, dove una donna di 46 anni, di origine marocchina, è stata brutalmente uccisa. Il corpo della vittima è stato rinvenuto in strada, a poca distanza dalla sua abitazione, situata nei pressi di vico Cibele, una traversa di via Nicola Parisi. L’episodio ha scosso profondamente la comunità locale, mentre le indagini sono ancora in corso per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare il responsabile.
Secondo le prime informazioni fornite dagli investigatori, la donna aveva già denunciato il suo ex compagno per comportamenti persecutori e minacce. A seguito della denuncia, era stato attivato il Codice rosso, un protocollo previsto dalla legge per garantire protezione immediata alle vittime di violenza domestica o stalking. Tuttavia, la misura non è riuscita a evitare il tragico epilogo.
La vicenda si è consumata intorno alle 2 del mattino, quando la vittima stava facendo ritorno a casa. In quel momento, sarebbe stata intercettata dal suo presunto aggressore, che l’avrebbe affrontata in strada. Testimoni hanno raccontato di aver udito grida disperate provenire dalla zona e di aver chiamato immediatamente le forze dell’ordine. Nonostante il tentativo della donna di fuggire e chiedere aiuto, l’assassino è riuscito a sopraffarla.
Gli inquirenti stanno lavorando per raccogliere prove e testimonianze utili a chiarire i dettagli dell’accaduto. Al momento, non sono stati diffusi né il nome della vittima né quello del presunto colpevole, ma si stanno esaminando le denunce precedenti e ogni elemento che possa collegare l’ex compagno alla scena del crimine. Inoltre, gli investigatori stanno valutando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona per ricostruire gli spostamenti della donna e del suo aggressore.
Il Codice rosso, introdotto in Italia nel 2019, prevede un intervento tempestivo delle autorità per proteggere le vittime di violenza domestica e stalking. Tuttavia, casi come questo sollevano interrogativi sull’efficacia delle misure di prevenzione e sulla capacità di garantire sicurezza alle persone che si trovano in situazioni di rischio. La comunità di Foggia e l’opinione pubblica nazionale sono ora chiamate a riflettere su come migliorare i sistemi di protezione e prevenzione.
La notizia ha generato un’ondata di indignazione sui social media e tra i cittadini locali, molti dei quali si sono radunati nei pressi del luogo dell’omicidio per esprimere solidarietà alla famiglia della vittima. “È una tragedia che ci lascia senza parole”, ha dichiarato un residente della zona. “Non possiamo permettere che episodi del genere continuino a verificarsi.”
Nel frattempo, le autorità invitano chiunque abbia informazioni utili sull’accaduto a farsi avanti e collaborare con le indagini. La speranza è che il responsabile venga individuato rapidamente e che sia fatta giustizia per la donna uccisa.



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