A meno di nove mesi dalla caduta del governo di Michel Barnier, che era rimasto in carica per soli 99 giorni, anche l’esecutivo del premier centrista François Bayrou ha subito lo stesso destino. Il governo di Bayrou non ha ottenuto la fiducia richiesta all’Assemblea nazionale, risultando così rovesciato. I voti contrari sono stati 364, mentre quelli a favore si sono fermati a 194. Di conseguenza, Bayrou si trova ora nella posizione di dover presentare le sue dimissioni al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.
Il primo ministro aveva proposto un bilancio per il 2026 che prevedeva 44 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica, aumenti delle tasse e l’eliminazione di due giorni festivi, il tutto per affrontare il crescente debito pubblico del Paese. In vista di questa situazione, ha richiesto un voto di fiducia sulla legge di bilancio per oggi, lunedì 8 settembre. Durante il suo intervento in aula, iniziato alle 15, Bayrou ha dichiarato: “Volevo questa prova di verità”. Ha continuato spiegando che alcuni deputati consideravano la sua proposta irragionevole e un rischio eccessivo. Tuttavia, il premier ha affermato di avere un’opinione opposta, sostenendo che il rischio maggiore sarebbe stato non procedere con le riforme necessarie e continuare a fare politica come al solito, senza apportare cambiamenti.
Il tema centrale del suo discorso è stato il debito pubblico francese, in costante aumento. Bayrou ha ribadito che “le domande di domani si stanno giocando ora”, sottolineando la gravità della situazione economica. Secondo il premier, la crisi è attribuibile a una spesa incontrollata che ha portato il Paese a una sorta di dipendenza economica. Ha avvertito che gli obblighi annuali di rimborso del capitale superano di gran lunga ciò che la Francia produce annualmente attraverso la crescita economica.
In un passaggio significativo del suo intervento, Bayrou ha descritto la situazione come un’“emorragia silenziosa, sotterranea, invisibile”. Ha esortato i membri del Parlamento a riflettere sul potere di cui dispongono: “Signore e signori del Parlamento, avete il potere di rovesciare il governo, ma non avete il potere di cancellare la realtà”. Ha quindi messo in guardia che la realtà economica non cambierà e che la spesa pubblica continuerà ad aumentare, rendendo il peso del debito sempre più insostenibile.
Questa situazione di instabilità politica non è nuova per la Francia, che ha visto diversi governi cadere in breve tempo. Il governo di Bayrou, come quello di Barnier, è stato caratterizzato da una mancanza di sostegno sufficiente in Assemblea, riflettendo le tensioni politiche interne e le difficoltà nel raggiungere un consenso su questioni economiche cruciali. La proposta di bilancio, con i suoi tagli e aumenti fiscali, ha suscitato preoccupazioni tra i deputati, rendendo difficile per il governo mantenere la fiducia necessaria.
La caduta del governo di François Bayrou segna un ulteriore capitolo nella storia politica recente della Francia, dove le sfide economiche e le riforme sono spesso accompagnate da conflitti politici. Gli occhi sono ora puntati su Emmanuel Macron, che dovrà affrontare la situazione e decidere il futuro dell’esecutivo francese. Sarà interessante vedere come il presidente risponderà a questa crisi e quali misure adotterà per garantire la stabilità politica ed economica del Paese.
Con la caduta del governo di Bayrou, la Francia si trova di fronte a un nuovo periodo di incertezze politiche. La necessità di affrontare il debito pubblico e le riforme economiche rimane una priorità, e il futuro politico del Paese dipenderà dalle decisioni che verranno prese nei prossimi giorni. La situazione attuale richiede un approccio strategico e una leadership forte per superare le sfide che si profilano all’orizzonte.
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Monica



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