Raoul Bova è intervenuto a Verissimo di Silvia Toffanin per raccontare la propria versione dopo la diffusione di messaggi audio privati da parte di Fabrizio Corona, che ha svelato la fine della relazione con Rocio Munoz Morales e lo ha coinvolto in uno scandalo mediatico. L’attore ha spiegato di aver subito un “momento particolarmente intenso” e di aver dovuto elaborare la situazione: “Inizialmente non riuscivo a capire l’entità e la gravità di quello che stava succedendo. Non ho accettato, mi sono rifiutato di accettare delle minacce, che ho rispedito al mittente”.
Bova ha definito la vicenda “un tentativo di estorsione” dal quale si è difeso, dichiarando: “Non avevo nulla da nascondere e credo che nessuno debba piegarsi a certe cose. Primo perché credo nella giustizia, secondo perché chi tenta di estorcerti una cosa non lo farà una volta sola, se ci cadi una volta è l’inizio della fine”.
L’attore si è detto assolutamente estraneo a qualsiasi responsabilità: “Se sei convinto di esserti comportato nel migliore dei modi con te stesso bisogna camminare a testa alta. Il giudice più importante credo sia lo specchio. Quando ti guardi negli occhi e scappi da quello sguardo vuol dire che c’è qualcosa che non va, ma non è stato il mio caso”.
Nonostante la sofferenza per il clamore mediatico e l’accanimento subito, Bova ha sottolineato come alcuni contenuti fossero stati pubblicati da fonti non autorizzate ed eventualmente illegali: “Bisognava bloccare in partenza il tutto, forse”.
Il protagonista ha così raccontato di essere stato minacciato di perdere lavoro e vita privata, ma ha affrontato tutto con serenità: “Non stavo perdendo qualcosa, ero talmente convinto della mia verità da non temere alcun tipo di rivalsa e ritorsione”.
Pur non facendo mai il nome di Fabrizio Corona, Bova ha criticato duramente la sua scelta di rendere pubblici gli audio: “La persona che diffama, che fa il suo show, anche pagando e chiedendo soldi, mi ha fatto pensare di essere dentro a un film. È come se una persona con una pistola che ha appena sparato dicesse a tutti di prendere una pistola e sparare. La pistola, in questo caso, sono i social network che mettono a disposizione la possibilità di offendere, ferire, uccidere in nome di un like.”
Riguardo all’impatto emotivo, l’attore ha spiegato: “Mi ha toccato profondamente, ma ho pensato a cosa potrebbe significare questo per una ragazza vittima di revenge porn o di una violenza social simile. Alcune non ce l’hanno fatta. È un problema sociale grave.”
Infine, parlando della relazione con Rocio Munoz Morales, Bova ha commentato: “La situazione tra me e Rocio la sappiamo noi. Ci sono momenti in cui uno decide di fare scelte e non comunicarle, perché non è detto che un personaggio pubblico debba fare un bollettino sulla propria vita. Non ho rancore verso Rocio, qualcuno probabilmente voleva creare un conflitto. Forse anch’io ho commesso degli errori.”



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