Sabato 20 settembre, Marco Chiramonti, un noto istruttore di tennis, ha tragicamente perso la vita a Agrigento in seguito a un incidente stradale avvenuto mentre si trovava a bordo del suo scooter. La tragedia si è consumata lungo viale Emporium, dove, per motivi ancora da accertare, Marco è uscito di strada e ha impattato contro un albero. Secondo alcune testimonianze della stampa locale, potrebbe esserci stata una buca nella carreggiata che ha contribuito all’incidente. Quando i soccorritori sono giunti sul luogo dell’incidente, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Questa drammatica notizia si è verificata nel giorno in cui si commemorava il decimo anniversario della morte del fratello di Marco, Gabriele. Nel 2015, Gabriele era alla guida di una Smart a Porto Palo di Menfi quando la sua auto era finita fuori strada, ribaltandosi. Dopo tre settimane di agonia in ospedale, il suo cuore ha smesso di battere all’età di 36 anni.
L’incidente ha lasciato la comunità locale sotto choc. Giovanni Civiltà, presidente del Consiglio comunale di Agrigento, ha espresso il suo cordoglio per la perdita di Marco, sottolineando la lunga amicizia che li legava. “Conoscevo da tempo Marco, tra noi vi è sempre stata sincera amicizia. L’ho apprezzato per l’intraprendenza, la preparazione sportiva, le competenze frutto della sua esperienza, e che poi ha reso a disposizione degli atleti più giovani, anima e cuore pulsante del Circolo tennis, carattere gioviale, coinvolgente, estroverso, purtroppo già afflitto dal dolore per la perdita del fratello Gabriele, anche lui, anni addietro, morto in un incidente stradale. Alla famiglia sentite condoglianze”, ha dichiarato Civiltà.
Il lutto per la morte di Marco si è esteso anche ai social media, dove molti cittadini hanno espresso il loro dolore e la loro indignazione. Un post in particolare ha attirato l’attenzione: “No, non doveva morire Marco Chiaramonti per scoprire quello che sappiamo da una vita. Non doveva morire l’ennesimo nostro concittadino per prendere contezza che, ad Agrigento, si può morire per una buca stradale. Quanti Marco, Chiara, Loredana dovranno morire per capire che in questa città disgraziata si muore di mala gestione della cosa comune, di mala sanità, di sperpero di denaro pubblico?”, ha scritto Roberta.
La morte di Marco ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale nella zona, con molti che chiedono interventi immediati per migliorare le condizioni delle strade e prevenire ulteriori tragedie. La comunità è unita nel dolore, ma anche nella richiesta di giustizia e di misure concrete per evitare che simili incidenti possano ripetersi in futuro.
Le indagini sono in corso per determinare le cause esatte dell’incidente e se ci siano responsabilità legate alla manutenzione della strada. La presenza di buche e altre problematiche infrastrutturali è un tema ricorrente in molte città italiane, e Agrigento non fa eccezione. I cittadini chiedono maggiore attenzione da parte delle autorità locali per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
In questo contesto, la figura di Marco Chiramonti emerge come simbolo di una comunità che lotta per il riconoscimento delle proprie problematiche e per la sicurezza dei propri cittadini. La sua morte, avvenuta in un giorno così significativo, ha toccato profondamente i cuori di chi lo conosceva e ha messo in luce la fragilità della vita, soprattutto in circostanze così tragiche.
La comunità di Agrigento e i suoi abitanti si preparano ora a dare l’ultimo saluto a Marco, ricordandolo non solo come un istruttore di tennis appassionato, ma anche come una persona che ha lasciato un segno indelebile nella vita di chi lo ha conosciuto. La speranza è che la sua tragica scomparsa possa servire da monito per migliorare la sicurezza stradale e prevenire altre perdite dolorose in futuro.



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