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Gigi D’Alessio ferma il concerto in lacrime: un momento di verità che ha fatto tacere tutta la piazza



“Non posso più tacere.” Gigi D’Alessio, con gli occhi lucidi, ferma il concerto in piazza del Plebiscito, e tutt’a un tratto, boom, cala un silenzio che puoi quasi toccare. Si sente solo la voce di Gigi, niente più luci, niente più cori. Solo lui che, davanti a una marea di gente, sputa fuori quello che aveva dentro e non ci gira troppo intorno.



Siamo a Napoli, mica in un buco qualsiasi, e la serata era tutta una festa di musica e abbracci – poi succede questa roba e a molti viene la pelle d’oca. “Nella Striscia di Gaza vogliono costruire alberghi, ristoranti, palazzi e piscine – ma per chi, per cosa? Solo per fare soldi. Ma chi può avere il coraggio di comprare qualcosa dove sono morte migliaia di persone, dove hanno ucciso bambini? Ma che avete al posto del cuore?”. Parole che scivolano giù pesanti, mentre la piazza trattiene il fiato e l’applauso parte quasi come uno sfogo.

E via, quei pochi secondi diventano subito virali – oggi basta uno smartphone e sei dappertutto, pure a casa della gente che non sa nemmeno dov’è piazza del Plebiscito.

Ma diciamolo: Gigi non è esattamente nuovo a queste cose. Lui ci tiene, lo sa chiunque lo segue da anni. “Magari serve a poco quello che diciamo… però siamo tante voci, tanti colleghi lo fanno. Perché ogni tanto ci vuole coraggio. La vita non ha religione, né partito, né Comune, né nazione. Un bambino di Gaza è uguale a un bambino napoletano. Un bambino ucraino è uguale a un bambino napoletano.” Altro che discorsetti scritti, si sente che gli brucia dentro.

E a Napoli, questa roba ti arriva ancora più forte. La città, lo sappiamo, è un casino di lingue, storie, anime diverse, è abituata ad assorbire di tutto. Qui se scendi in piazza, lo fai per davvero. Tant’è che – e non è stato un caso – quarantamila persone nello stesso giorno hanno riempito le strade sventolando bandiere palestinesi, urlando per la pace e facendo capire che non sono solo spettatori.

C’è qualcosa nell’aria ultimamente, qualcosa che ti dice che il mondo dello spettacolo in Italia si sta (ri)svegliando, non più solo selfie e tappeti rossi. Pure pochi giorni fa, sempre lì a Napoli, il mega concerto per Pino Daniele finisce che diventa anche lui un appello per la pace.

Quella sera restano le note, sì, ma restano anche le parole e la faccia tirata di Gigi. Ferma tutto, spegne la musica, e ricorda a tutti che non è solo show. La musica, almeno per una notte, si trasforma in megafono di chi non ha voce. Questa, amici, resta impressa. Altro che canzonette.



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