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Russia, la portavoce Zakharova: “I criminali di Bruxelles stanno organizzando una provocazione contro di noi”



Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri della Russia, ha lanciato un allerta sulla possibilità che la terza guerra mondiale possa iniziare imminentemente, qualora si confermassero le notizie riguardanti un presunto piano dell’Ucraina di attuare un’operazione di “false flag” in Romania e Polonia. Secondo le affermazioni, il piano prevederebbe il recupero di droni russi abbattuti, che verrebbero poi riutilizzati per attaccare centri NATO in queste nazioni, accompagnati da una campagna di disinformazione volta a incolpare Mosca e innescare un conflitto armato con la NATO.



In un contesto simile, il canale televisivo tedesco NDR ha riportato avvistamenti di droni non identificati nel Schleswig-Holstein, nel nord della Germania, vicino al confine con la Danimarca.

Nel frattempo, la narrazione di un conflitto imminente è stata amplificata da alcune testate giornalistiche. Repubblica, ad esempio, ha titolato sulla “battaglia dei cieli”, riportando che i caccia NATO avrebbero respinto incursioni di jet russi nei cieli dell’Alaska e lungo il confine con la Lettonia. Le notizie parlano di un “allerta delle capitali” per il rischio di incidenti aerei e di voli civili coinvolti in operazioni militari, evidenziando ben nove presunti sconfinamenti russi in un arco di quindici giorni. Tuttavia, l’unica affermazione che sembra sensata è quella secondo cui “l’obiettivo è spaventare la popolazione”.

Ma cosa dicono i fatti? Secondo Analisi Difesa, quattro F-16 russi avrebbero semplicemente monitorato velivoli nell’area di identificazione aerea in Alaska, dove Russia e USA hanno storicamente monitorato i movimenti aerei militari, senza mai violare lo spazio aereo statunitense. Inoltre, due caccia ungheresi schierati in Lituania avrebbero solo identificato cinque aerei russi, che, secondo il comando NATO, “non hanno violato lo spazio aereo lettone”, operando nel corridoio aereo consentito. Di conseguenza, non ci sarebbero stati sconfinamenti o battaglie.

Questa situazione si riflette anche nei falsi allarmi provenienti dai paesi dell’Unione Europea, che da un mese sembrano scambiarsi notizie di attacchi russi. Il presunto sabotaggio al GPS dell’aereo della Von der Leyen non ha trovato riscontro, mentre il Mig-31 russo, che secondo Varsavia avrebbe sorvolato una piattaforma petrolifera nel Baltico, non ha violato alcuno spazio aereo, come confermato dalle autorità militari polacche.

Anche il famoso sconfinamento di aerei russi nei cieli dell’Estonia è stato definito probabilmente accidentale dal comandante supremo NATO in Europa, gen. Grynkewich, date le limitazioni dello spazio aereo nella zona. I droni, definiti “russi”, avvistati negli aeroporti di Oslo e Copenaghen non sarebbero partiti dalla Russia, ma dalle vicinanze degli stessi aeroporti.

Per quanto riguarda i presunti cyberattacchi russi contro gli aeroporti del Nord Europa, le indagini hanno portato all’arresto di un hacker inglese in cerca di guadagni. I 19 droni che sono finiti in Polonia potrebbero essere stati, nel migliore dei casi, uno sciame lanciato dai russi su obiettivi ucraini, deviati oltre confine dai jammer di Kiev. Nella peggiore delle ipotesi, si tratterebbe di pezzi di velivoli abbattuti in Ucraina, assemblati per creare un’illusione di attacco.



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