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Maestra d’asilo trasforma la cucina in distilleria: vodka artigianale causa strage, 25 morti avvelenati in Russia



Cioè, roba da non crederci. Più di venticinque persone morte, così, per aver bevuto vodka fatta in casa – e non da uno qualunque, ma da una maestra d’asilo di sessant’anni, che roba assurda. Questa signora, vedova, probabilmente stanca di arrivare sempre a fine mese col fiatone, s’è messa a distillare vodka economica nella sua cucina a Slantsy, in piena regione di Leningrado. A quanto pare, il suo “side hustle” è finito malissimo: arrestata lei, arrestato pure il compare settantottenne, tale Nikolai Boytsov, che si occupava di imbottigliare e piazzare le bottiglie a destra e a manca. Pure lui in manette, e pare ci sia finita anche sua moglie tra le vittime. Tragedia nella tragedia.



Tutto è partito quando, nel giro di pochissimo, la gente ha iniziato a sentirsi male sul serio, dolori atroci e decessi uno dietro l’altro – roba che neanche nei peggiori film russi degli anni ’90. I medici fanno i controlli e, boom, trovano livelli assurdi di metanolo nei corpi. Praticamente, la vodka era veleno puro. Questi geni, per risparmiare o forse per ignoranza, avevano aggiunto metanolo – che, per chi non lo sapesse, è roba che ti manda al creatore in un attimo.

La polizia, mica scema, ha seguito la scia delle bottiglie killer e ha beccato tutta la catena: la maestra, il vecchietto imbottigliatore, e altri otto presunti complici che trafficavano la vodka letale in giro per la zona. Alla fine, otto morti sicuri per metanolo, ma si parla di 25 vittime e forse pure di più tra chi è ancora in ospedale. Un disastro totale.

E tutto questo perché in Russia, con i prezzi dell’alcol che volano grazie alla guerra, la gente si butta sulle robe fatte in casa, sperando di spendere meno. Solo che, tra ignoranza e disperazione, invece di un bicchierino per scaldarsi, rischi di bersi la morte. C’è da farsi venire i brividi, davvero.



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