L’Argentina è sconvolta da un triplice femminicidio che ha scatenato un’ondata di indignazione pubblica. Le vittime, Lara Gutierrez, 15 anni, e le ventenni Morena Verdi e Brenda del Castillo, sono state brutalmente uccise dopo essere state attirate a una festa nella città di Florencio Varela, nella provincia di Buenos Aires. I loro corpi mutilati sono stati scoperti il 20 settembre scorso in una casa della zona.
Secondo le autorità, il crimine sarebbe stato trasmesso in diretta all’interno di un gruppo social, davanti a 45 spettatori. Gli investigatori ipotizzano che le ragazze siano state punite per aver infranto le regole di una gang criminale. In un video recuperato dagli inquirenti, uno degli arrestati avrebbe mostrato la scena del crimine, dove si sentirebbe una voce affermare: “Questo è ciò che succede a chi mi ruba la droga.”
La polizia ha arrestato sei persone legate al caso, ma il presunto mandante, identificato come Tony Janzen Valverde Victoriano, noto nel mondo del narcotraffico con il soprannome ‘Pequeño J’, è ancora latitante. Il giovane, originario del dipartimento di La Libertad in Perù, sarebbe stato localizzato nel Barrio Zavaleta di Buenos Aires, ma è riuscito a sfuggire a un blitz delle forze dell’ordine durante la notte tra mercoledì e giovedì. Secondo fonti locali, il 20enne starebbe tentando di lasciare il Paese.
La vicenda ha scosso profondamente la comunità argentina e ha portato migliaia di persone a scendere in piazza per chiedere giustizia. Sabato 27 settembre, il movimento femminista ‘Ni una menos’ (‘Non una di meno’) ha organizzato una grande manifestazione nella capitale, Buenos Aires, sotto lo slogan: “Nessuna vita è usa e getta.” Cortei simili si sono svolti anche in altre città come Bariloche, Córdoba, Rosario, San Juan e San Miguel de Tucumán.
I familiari delle vittime hanno partecipato alla protesta, esprimendo dolore e rabbia per quanto accaduto. Leonel del Castillo, padre di Brenda, ha dichiarato ai giornalisti: “Le donne devono essere protette più che mai.” L’uomo ha raccontato di aver avuto enormi difficoltà nell’identificare il corpo della figlia a causa delle condizioni in cui era stato ritrovato.
Secondo dati forniti da un gruppo di monitoraggio sui femminicidi citato dall’Agence France-Presse, in Argentina ogni 36 ore una donna viene uccisa da un uomo. Questo ennesimo caso di violenza ha rinnovato l’urgenza di affrontare il problema della sicurezza delle donne nel Paese.
Le autorità stanno intensificando gli sforzi per catturare il presunto mandante. La fotografia di Tony Janzen Valverde Victoriano è stata diffusa pubblicamente nella speranza che qualcuno possa riconoscerlo e fornire informazioni utili alla sua localizzazione. La polizia teme che il giovane possa riuscire a fuggire oltre i confini argentini.
Il triplice omicidio ha evidenziato ancora una volta la brutalità delle gang criminali e il loro impatto devastante sulla società. La trasmissione in diretta degli atti violenti rappresenta un ulteriore livello di crudeltà, concepito per intimidire altri affiliati e consolidare il potere del gruppo. Tuttavia, questo gesto ha anche suscitato una forte reazione collettiva, con migliaia di persone unite nel chiedere giustizia e maggiore protezione per le donne.
La marcia verso il Parlamento argentino ha rappresentato un momento significativo nella lotta contro la violenza di genere. Le proteste hanno ribadito la necessità di azioni concrete da parte delle autorità per prevenire simili tragedie in futuro. Le famiglie delle vittime continuano a chiedere risposte e giustizia, mentre l’intera nazione si interroga su come affrontare il crescente problema dei femminicidi.
Il caso delle tre ragazze uccise a Florencio Varela rimane al centro dell’attenzione pubblica e mediatica in Argentina. La speranza è che le indagini portino presto alla cattura del mandante e alla punizione dei responsabili, affinché si possa rendere giustizia alle vittime e alle loro famiglie.



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