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Situazione fuori controllo nella Flotilla, cresce il timore che un abbordaggio finisca in tragedia



Nonostante gli appelli e l’annuncio di un accordo tra Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, gli attivisti continuano a dirigersi verso Gaza. La situazione è particolarmente tesa, con la minaccia di un possibile attacco da parte delle forze israeliane che potrebbe avvenire nelle prossime ore, prima che i partecipanti si avvicinino alla zona militarizzata.



Il punto di contatto con il blocco navale imposto da Israele è previsto tra domani notte e giovedì. Una volta raggiunta questa area, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Secondo le informazioni provenienti dall’intelligence israeliana e da alcune agenzie di intelligence europee, tra cui quella italiana, c’è un crescente timore che le operazioni di abbordaggio possano avere esiti tragici, con il rischio di vittime.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato che l’ansia espressa da Israele nasconde un chiaro avvertimento. In un’intervista su Raiuno, ha affermato: “Siamo preoccupati, visto anche l’incidente avvenuto anni fa in quella zona, in cui sono morti dieci turchi. Quello che sto dicendo alle persone sulle barche: non conta la volontà o il sentimento ma i rischi che si possono trovare davanti.” Crosetto ha espresso la speranza che non si verifichino conseguenze fatali, anche se il presidente della Repubblica di Israele, Isaac Herzog, ha garantito che l’ordine è di “non usare la forza letale”. Tuttavia, questo non fornisce alcuna certezza sulla sicurezza degli attivisti.

Il ministro ha aggiunto che la sua principale preoccupazione è che le imbarcazioni vengano intercettate e che il gran numero di navi possa aumentare il rischio di incidenti. Riferendosi all’incidente della Mavi Marmara del 2010, ha sottolineato come anche allora i soldati israeliani avrebbero dovuto solo affiancare le navi della missione umanitaria. Fonti diplomatiche confermano che gli israeliani sono addestrati a non fidarsi e che non possono avere la certezza che a bordo non ci siano armi o malintenzionati. Questa preoccupazione è stata comunicata al governo italiano, come ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale ha detto: “Non sappiamo chi c’è a bordo.”

Il governo italiano si trova in una posizione difficile e confida nella nave Alpino della Marina Militare, che ha ricevuto l’ordine di intervenire solo per soccorrere i passeggeri in caso di emergenza. Tuttavia, ci sono voci fuorvianti secondo cui il governo italiano avrebbe impartito l’ordine alla fregata di fermarsi a 100-120 miglia marine da Gaza. Ambienti vicini alla Difesa chiariscono che, sebbene si stia discutendo su quando la nave debba fermarsi, non è previsto un arresto a 100-120 miglia. Piuttosto, l’equipaggio militare intensificherà le comunicazioni dirette con la Flotilla man mano che ci si avvicina al punto critico.

Il blocco navale, secondo i documenti ufficiali del governo israeliano, inizia a 50 miglia nautiche dalla linea delle 12 miglia delle acque territoriali. Molti attivisti e alcuni governi sostengono che queste acque dovrebbero essere considerate di sovranità palestinese, ma Israele contesta tale affermazione in assenza di uno Stato di Palestina riconosciuto. Di fatto, la “linea rossa” che Israele ha tracciato sul mare si trova a 62 miglia dalla costa.

Nel 2010, durante l’incidente della Mavi Marmara, le forze israeliane abbordarono cinque delle sei navi della Flotilla a 72 miglia dalla costa. Su quell’abbordaggio sono state condotte due commissioni d’inchiesta, una in Israele e una in Turchia, che hanno fornito risultati contrastanti, oltre a due rapporti delle Nazioni Unite. Un documento fondamentale in questa situazione è il cosiddetto Rapporto Palmer, dal nome di un ex premier della Nuova Zelanda che fu incaricato di chiarire i fatti. Il rapporto stabilisce che un “blocco navale” come quello di Israele su Gaza per motivi di sicurezza è legittimo e che lo Stato ebraico ha il diritto di ispezione in mare, fornendo così una copertura giuridica agli abbordaggi.



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