Il risultato elettorale nelle Marche rappresenta una battuta d’arresto significativa per il Movimento 5 Stelle, che si ferma poco sopra il 5% con meno di 30mila preferenze. Per il partito guidato da Giuseppe Conte, si tratta di una perdita di consenso che appare difficilmente recuperabile nel breve periodo, soprattutto in una regione che fino a pochi anni fa garantiva numeri ben più consistenti.
Il confronto con le consultazioni precedenti evidenzia chiaramente la portata della sconfitta. Alle elezioni europee del 2024 il Movimento aveva ottenuto quasi il 10%, superando i 63mila voti. Ancora più alti erano stati i risultati alle politiche del 2022: oltre 103mila voti alla Camera (13,58%) e quasi 105mila al Senato (13,79%). Anche nelle regionali del 2020, con la candidatura di Gian Mario Mercorelli alla presidenza, il partito aveva raggiunto l’8,6%, superando i 63mila voti. In cinque anni, dunque, il M5S ha perso oltre la metà del proprio bacino elettorale.
La sconfitta è maturata in un contesto politico complesso, segnato da tensioni interne e da vicende giudiziarie che hanno coinvolto Matteo Ricci. In questa occasione, il leader pentastellato ha scelto di sostenere l’alleanza di centrosinistra, rinunciando alla corsa solitaria per dare vita a un esperimento di campo largo, presentato come un segnale di maturità politica. La strategia, tuttavia, non è bastata a contrastare la riconferma del presidente uscente Francesco Acquaroli e non ha impedito il calo dei consensi.
In una nota ufficiale, Giuseppe Conte ha riconosciuto la difficoltà della prova elettorale: «Nelle Marche la nostra proposta non ha convinto gli elettori». L’ex premier ha poi osservato come l’esito premi la continuità di governo regionale di Acquaroli e ha espresso preoccupazione per la bassa affluenza, definita un dato che rischia di minare la qualità della democrazia.
Conte ha inoltre ringraziato Matteo Ricci e gli elettori che hanno creduto nel progetto politico, riconoscendo la complessità del percorso intrapreso. Le sue parole riflettono la consapevolezza di un leader che oggi deve fare i conti con una base militante più ridotta e meno motivata rispetto al passato.
Il comunicato si è chiuso con un gesto istituzionale nei confronti del presidente riconfermato: «Faccio gli auguri di buon lavoro a Francesco Acquaroli, auspicando che in questo secondo mandato possa offrire una politica regionale all’altezza delle aspettative dei marchigiani».
Nonostante il fair play finale, la sconfitta rimane netta e segna un ridimensionamento evidente del Movimento 5 Stelle nella regione. Da forza politica di primo piano, capace di influenzare gli equilibri di governo, il M5S nelle Marche sembra scivolare verso un ruolo sempre più marginale.
Il risultato conferma un trend nazionale di difficoltà per il Movimento, che nelle urne fatica a consolidare la propria identità e a intercettare consensi significativi. Per Conte, la sfida sarà ora quella di rilanciare un progetto credibile, in grado di arginare l’emorragia di voti e restituire al partito una posizione rilevante nello scenario politico italiano.
LA PERCULATA DI FRATELLI D’ITALIA



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