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Flotilla, la Marina israeliana schiera navi e un sommergibile per fermare le imbarcazioni in avvicinamento alla zona rossa



La Global Sumud Flotilla, impegnata in una missione umanitaria verso la Striscia di Gaza, si trova attualmente a meno di 130 miglia nautiche dalla costa. Secondo quanto riportato dall’eurodeputata di Avs, Benedetta Scuderi, “Abbiamo visto l’esercito israeliano che sta arrivando. Ci stiamo mettendo in posizione e non sappiamo quando potremo riaprire le comunicazioni.” La situazione si fa sempre più tesa mentre la flottiglia si avvicina al limite delle 120 miglia nautiche, un’area già nota per precedenti intercettazioni di missioni simili.



Nella notte, la fregata Alpino della Marina italiana ha emesso un secondo avviso ufficiale, sottolineando che non oltrepasserà il limite di 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza. L’equipaggio ha dichiarato la propria disponibilità a recuperare eventuali membri della Flotilla che volessero essere trasferiti a bordo. Già nel primo avviso, emesso il 30 settembre 2025, la Marina aveva evidenziato la propria disponibilità ad offrire assistenza in caso di necessità.

Con l’avvicinarsi alla zona costiera, gli attivisti della Flotilla segnalano un incremento delle difficoltà. Attraverso i loro canali social, hanno comunicato: “Siamo entrati nella zona ad alto rischio. Siamo in stato di massima allerta.” Il timore di un possibile intervento delle forze israeliane è palpabile, considerando i precedenti di aggressioni a missioni dirette verso Gaza.

Maria Elena Delia, portavoce della Flotilla, ha riferito che “imbarcazioni non identificate si sono avvicinate nella notte a diverse barche della Flotilla, alcune con le luci spente.” I membri dell’equipaggio hanno attuato i protocolli di sicurezza in preparazione a un possibile abbordaggio. Fortunatamente, le imbarcazioni si sono poi allontanate. “Continuiamo a navigare verso Gaza, avvicinandoci al limite delle 120 miglia nautiche, vicino all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e attaccate,” ha aggiunto Delia.

Secondo i militanti a bordo delle navi Alma e Sirius, durante la notte sono state avvicinate da due motovedette della Marina israeliana. Thiago Avila ha dichiarato: “Ci hanno minacciato, hanno danneggiato i nostri sistemi di comunicazione e hanno effettuato manovre molto pericolose aggirando le nostre imbarcazioni.” Un attivista tedesco ha condiviso un video su X, descrivendo un incontro ravvicinato con le forze israeliane: “Sono venuti con una grande nave militare e altri motoscafi più piccoli, sono venuti molto vicini alle nostre imbarcazioni e a tratti hanno paralizzato i nostri sistemi di comunicazione e poi se ne sono andati.”

I testimoni a bordo hanno riportato che per sei minuti la barca di testa è stata circondata, subendo la disattivazione dei sistemi di comunicazione. La Sirius ha anche segnalato l’avvistamento di un sommergibile israeliano in immersione lungo la rotta.

Le autorità israeliane, da parte loro, si dichiarano pronte ad intervenire per bloccare la missione. La Marina israeliana accusa la Flotilla di avere legami economici con Hamas, affermando che l’operazione è stata finanziata direttamente dal gruppo palestinese. Queste accuse contribuiscono a creare un clima di tensione attorno alla missione, già in una situazione di precarietà sia per la sicurezza dell’equipaggio sia per l’evoluzione degli eventi nelle prossime ore.

Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha lanciato un appello agli attivisti coinvolti nella missione, invitandoli alla prudenza. Ha ricordato il carattere rischioso dell’operazione in corso e ha ribadito la disponibilità della Marina italiana a offrire supporto in caso di emergenza, cercando di evitare possibili situazioni di pericolo per le persone coinvolte.



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