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Ostaggi liberi e ritiro dei soldati israeliani, l’annuncio di Donald Trump: “Un grande giorno per la pace”



Nella notte, è stata annunciata la firma della prima fase di un piano in 20 punti per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. L’annuncio è stato fatto dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha presentato il piano come un passo storico per il mondo arabo e musulmano, nonché per Israele e gli Stati Uniti. In un post su Truth Social, Trump ha dichiarato: “Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno lavorato con noi per realizzare questo evento storico e senza precedenti. Siano benefitti i pacificatori”. Ha anche sottolineato che “tutte le parti saranno trattate in modo equo”.



Secondo le prime informazioni, Hamas si è impegnato a rilasciare venti ostaggi vivi come parte di questo accordo, come confermato da una fonte palestinese vicina ai negoziatori egiziani. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che convocherà il governo israeliano per approvare l’accordo, affermando: “Con l’aiuto di Dio li riporteremo a casa”. Questa dichiarazione si riferisce agli ostaggi rapiti durante l’attacco del 7 ottobre 2023, che sono ancora nelle mani di Hamas. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha evidenziato che “tutto Israele sta dalla parte degli ostaggi” in un post sui social media X, celebrando l’accordo per la liberazione degli ostaggi come parte del piano di pace proposto dagli Stati Uniti.

Secondo il quotidiano Haaretz, l’esercito israeliano si ritirerà dalla maggior parte delle città della Striscia di Gaza, ad eccezione di Rafah. In vista dell’annuncio dell’accordo, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha fatto riferimento a una nota riguardante Gaza durante un incontro non correlato, che è stata catturata dai fotografi e ha suggerito che un accordo era “molto vicino”.

Il piano di pace in 20 punti è stato presentato da Trump il 29 settembre, dopo incontri con leader regionali sia a Washington che a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Venerdì scorso, Hamas aveva accettato i termini generali del documento, ma aveva avvertito della necessità di continuare i negoziati per risolvere i punti controversi, che ora sembrano essere stati superati. I familiari degli ostaggi rapiti da Hamas avevano manifestato a Tel Aviv, esponendo un grande striscione con la scritta: “President Trump make history! End the war”, ovvero “Presidente Trump fai la Storia! Fai finire la guerra”.

L’accordo segna un passo significativo nel tentativo di trovare una soluzione duratura al conflitto che ha afflitto la Striscia di Gaza per anni. La comunità internazionale attende con interesse gli sviluppi futuri e il rispetto degli impegni presi da entrambe le parti. Il rilascio degli ostaggi è visto come un segnale positivo, che potrebbe aprire la strada a ulteriori negoziati e a una possibile distensione tra Israele e Hamas.

Le reazioni all’annuncio sono state diverse. Mentre alcuni esprimono ottimismo riguardo al potenziale di pace, altri rimangono scettici, considerando le complesse dinamiche del conflitto e le sfide storiche che hanno ostacolato precedenti tentativi di risoluzione. La situazione rimane delicata, e il futuro dell’accordo dipenderà dalla volontà delle parti di rispettare i termini stabiliti e di lavorare insieme per costruire una pace duratura.



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