L’intervento dell’europarlamentare leghista Vannacci nell’ultima puntata di “Fuori dal Coro”, programma di attualità e approfondimento condotto da Mario Giordano e trasmesso ogni domenica alle 21.30 su Rete 4, ha suscitato numerose reazioni. L’on.le ha espresso la sua contrarietà alla proposta di eliminare carni rosse e salumi dai menù scolastici, definendola “sradicante” per la tradizione italiana. Analogamente, ha espresso preoccupazione per le istanze che vorrebbero rimuovere il crocifisso dalle aule, ritenendolo un simbolo fondamentale della civiltà italiana. Secondo l’on.le, tali proposte, insieme all’islamizzazione radicale, rappresentano un pericolo per la società, la cultura, le radici e la storia italiane.
“Vedere proibito il prosciutto nelle mense scolastiche è sradicante per noi, così come vedere delle istanze che vogliono proibire il crocifisso nelle aule, perché il crocifisso e la Chiesa fanno parte della nostra civiltà da 2.000 anni”.
Il Generale Vannacci a #Fuoridalcoro pic.twitter.com/6ny7iQvPtN
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) October 12, 2025
Il generale, in risposta alle accuse di razzismo riguardo alla sua posizione sulla remigrazione, afferma: “Chi mi accusa di razzismo dovrebbe leggere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L’articolo 13 sancisce il diritto di ogni persona di lasciare il proprio paese e di ritornarvi. Pertanto, quando sosteniamo il ritorno nel proprio paese di chi è entrato illegalmente o ha commesso reati, non facciamo altro che promuovere un diritto sancito dalla Carta Universale dei Diritti Umani”.
Vannacci critica inoltre chi manifesta contro il piano di pace in Medio Oriente: “Mentre a Gaza si festeggia una tregua, in Italia si organizzano manifestazioni che ricordano la guerriglia. Questo conferma quanto affermato: a chi si dichiara a favore della pace a Gaza o in Medio Oriente non interessa la situazione reale. Stanno strumentalizzando la tragedia per fini politici interni. La destra rimarrà al potere fino alla fine del mandato, e questi signori dovranno farsene una ragione. Manifestare è un diritto, ma non deve limitare la libertà degli altri cittadini di lavorare, recarsi in ospedale, accompagnare i figli a scuola, spedire un pacco, utilizzare i mezzi di trasporto. Le manifestazioni, invece, hanno spesso prevaricato la libertà altrui. Questo non è manifestare, è violenza, prevaricazione e oppressione”.



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