Un episodio tragico ha scosso la comunità sportiva italiana: tre ultras della Sebastiani Basket, legati a gruppi di estrema destra, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario dopo un assalto a un pullman di tifosi di basket. Il più giovane dei fermati, Kevin Pellacchia, ha espresso il suo rammarico durante un incontro con il suo avvocato, Andrea Vella, dichiarando: “Mi dispiace, vorrei scusarmi con la famiglia”. Gli interrogatori dei tre, che includono Manuel Fortuna di 31 anni e Alessandro Barberini di 53, non sono previsti per oggi, e pertanto non ci saranno convalide degli arresti.
Le indagini, avviate immediatamente dopo l’attacco, hanno rivelato dettagli inquietanti. I tre uomini si sarebbero appostati lungo la superstrada Rieti-Terni, in attesa del pullman carico di 47 tifosi toscani, dopo una partita al Palasojourner. Quando il pullman è sopraggiunto, gli ultras, coperti e nascosti nella vegetazione, hanno iniziato a lanciare massi e mattoni. Un mattone ha colpito il parabrezza e ha ferito gravemente uno dei due autisti, Raffaele Marianella, di 65 anni, che è deceduto poco dopo l’incidente. Marianella era in procinto di andare in pensione tra meno di un mese.
Dopo l’assalto, le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente, allertate dalla scorta del pullman. Gli ultras, una volta compiuto l’attacco, si sono allontanati a piedi verso alcune automobili parcheggiate sotto un cavalcavia e sono fuggiti su tre veicoli. Uno di questi è stato successivamente bloccato dalla polizia. Le indagini hanno beneficiato di testimonianze di testimoni presenti e di immagini di videosorveglianza, che hanno fornito elementi chiave per identificare i sospetti. Uno di loro è stato catturato mentre cercava di fuggire con gli altri due.
Kevin Pellacchia, durante il breve incontro con il suo avvocato, si è mostrato visibilmente provato e in lacrime. L’avvocato Andrea Vella ha dichiarato all’agenzia Ansa: “Non abbiamo parlato di domenica sera. È molto provato e dispiaciuto, piange, vorrebbe chiedere scusa e parlare con i familiari della vittima”. Questa espressione di rimorso da parte di uno dei fermati evidenzia il peso emotivo della situazione, ma non cambia la gravità delle accuse mosse contro di loro.
Le indagini proseguono con l’obiettivo di fare chiarezza su eventuali complici e sul contesto in cui è avvenuto l’assalto. Le forze dell’ordine stanno cercando di determinare se ci siano stati altri individui coinvolti nell’organizzazione dell’attacco. Le autorità hanno già reso noto che la situazione è sotto controllo e che si stanno valutando tutte le informazioni raccolte per procedere con ulteriori arresti, se necessario.
L’episodio ha suscitato un forte dibattito all’interno della comunità sportiva e tra le autorità locali. La violenza legata agli ultras è un problema ricorrente in Italia, e questo tragico evento ha riacceso le preoccupazioni riguardo alla sicurezza negli eventi sportivi. Le famiglie dei tifosi e i sostenitori della squadra toscana hanno espresso il loro dolore e la loro indignazione per quanto accaduto, chiedendo giustizia per la vittima.
In questo contesto, le reazioni istituzionali non si sono fatte attendere. Politici e funzionari pubblici hanno condannato l’accaduto, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza durante le manifestazioni sportive e di combattere la violenza tra i tifosi. È fondamentale che vengano adottate misure più severe per prevenire simili episodi in futuro.
La morte di Raffaele Marianella ha colpito non solo la comunità sportiva, ma anche la società in generale, sollevando interrogativi sulle dinamiche di violenza legate agli ultras e sulla necessità di interventi mirati per contrastare questo fenomeno. Con l’inizio delle indagini, si spera che la verità emerga e che giustizia venga fatta per la vittima e la sua famiglia.
Il caso continuerà a essere monitorato attentamente, con aggiornamenti previsti man mano che le indagini si sviluppano e che i tre fermati saranno interrogati. La comunità attende risposte e un segnale chiaro che la violenza non sarà tollerata.



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