Il furto dei gioielli della corona di Francia, avvenuto il 19 ottobre nella Galerie d’Apollon del Louvre, ha portato all’arresto di Abdoulaye N., un giovane noto sui social per le sue acrobazie in motocross. Attualmente detenuto, Abdoulaye è accusato di “furto in banda organizzata” e “associazione a delinquere”. Secondo quanto riportato dai media, il giovane avrebbe dichiarato: “Non sapevo fosse il Louvre”.
Il bottino del colpo, stimato in 88 milioni di euro, non è stato ancora recuperato. Abdoulaye, 39 anni e originario del Mali, ha un passato criminale con quindici precedenti penali per reati minori. Le indagini hanno rivelato che il ladro avrebbe agito su ordine di un “committente straniero”, una versione confermata anche da un altro arrestato, Ayed G., 34 anni, di origini algerine.
Le autorità hanno fermato Abdoulaye e Ayed il 25 ottobre, con il primo arrestato a Aubervilliers e il secondo all’aeroporto di Roissy-Charles De Gaulle, mentre tentava di imbarcarsi per Algeri. Le loro dichiarazioni agli investigatori sono state definite “sconcertanti”, con Abdoulaye che ha affermato di non sapere di trovarsi al Louvre, convinto che il museo fosse situato solo sotto la Piramide e che fosse chiuso la domenica.
Gli inquirenti sospettano che i due siano stati semplici esecutori di un piano più ampio, probabilmente orchestrato da una rete criminale internazionale. Abdoulaye N., in passato, ha lavorato come agente di sicurezza in musei parigini, il che rende la sua partecipazione al furto ancora più inquietante. Inoltre, è attualmente sotto processo a Bobigny per un altro episodio di danneggiamento avvenuto in un commissariato nel 2019.
Il furto al Louvre è stato messo in atto con una sofisticata operazione: i ladri sono riusciti a entrare attraverso un montacarichi, passando da una finestra della Galleria. Una volta all’interno, hanno forzato due teche blindate, riuscendo a fuggire con nove preziosi manufatti, tra cui gioielli appartenuti alle regine Maria Amalia e Ortensia di Beauharnais.
Il caso ha suscitato un notevole interesse non solo per il valore dei beni rubati, ma anche per le modalità con cui è stato compiuto il furto. Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire i dettagli della pianificazione e dell’esecuzione del colpo, nella speranza di rintracciare il bottino e identificare eventuali complici.
Le autorità francesi hanno intensificato le indagini, con l’obiettivo di scoprire l’intera rete criminale coinvolta nel furto. La dichiarazione di Abdoulaye di non sapere di trovarsi al Louvre ha sollevato interrogativi sulla sua reale conoscenza del piano e sul ruolo che ha avuto nella sua realizzazione. La sua affermazione, che appare quasi paradossale, ha creato un alone di mistero attorno alla vicenda.
In questo contesto, il furto dei gioielli della corona di Francia rappresenta un episodio che mette in luce le vulnerabilità della sicurezza nei musei e il rischio che corrono le istituzioni culturali di fronte a organizzazioni criminali sempre più audaci. La mancanza di sicurezza adeguata è un tema che sta emergendo con forza, e le autorità sono chiamate a riflettere seriamente sulle misure da adottare per prevenire futuri incidenti simili.
Il caso di Abdoulaye N. e del furto al Louvre rimane aperto, con le indagini in corso per scoprire l’intera verità dietro questo audace colpo. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, mentre le autorità francesi si impegnano a garantire che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia. La speranza è che, attraverso un’indagine approfondita, si possa recuperare il prezioso bottino e restituire i gioielli rubati al loro legittimo posto.



Add comment