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Trieste, bambino di 9 anni ucciso dalla madre. Aveva avvertito l’ex: «Se io muoio, Giovanni muore con me». Il padre: «Non affidatele il piccolo, è pericolosa»



Un tragico evento ha scosso la comunità di Muggia, una cittadina di circa 12.000 abitanti situata tra Trieste e il confine con la Slovenia. Nella serata di mercoledì, una donna di 55 anni, Olena Stasiuk, originaria dell’Ucraina e residente in Italia da prima dell’inizio del conflitto nel suo paese, ha ucciso il figlio, Giovanni, di soli 9 anni. La notizia ha colpito profondamente il parroco della chiesa del Duomo dei Santi Giovanni e Paolo, don Andrea Destradi, che ha raccontato la drammatica telefonata ricevuta da Paolo Trame, padre del bambino, il quale ha condiviso il suo incredulità e dolore. “Cosa mi ha detto Paolo stamattina — ieri per chi legge, ndr — quando mi ha telefonato alle 8 per dirmi che suo figlio era stato ammazzato dalla madre? Saremo rimasti al cellulare un quarto d’ora: più che parlare, piangeva tantissimo, ripetendo che ‘lei lo ha ucciso brutalmente, poi il resto non lo so, non voglio neanche saperlo. Sono sconvolto, non ci credo… come faccio ora? Una vita senza mio figlio'”.



L’episodio è avvenuto all’interno di un appartamento situato al civico 3 di un edificio seicentesco che si affaccia sulla storica piazza Marconi. Prima di essere arrestata, Olena, che era stata in cura presso il Dipartimento di Salute Mentale come «malata psichiatrica» e che viveva di lavori saltuari, ha tentato il suicidio, infliggendosi delle ferite. Tuttavia, gli investigatori non escludono che si possa trattare di una messinscena, suggerendo che la donna potesse non avere realmente l’intenzione di togliersi la vita.

Le indagini condotte dalla polizia, sotto la direzione di Alessandro Albini, hanno rivelato dettagli inquietanti sulla scena del crimine. Sembra che il piccolo Giovanni sia stato sgozzato con un colpo netto, utilizzando un coltello da cucina. Mercoledì sera, verso le 21, don Andrea ha incrociato Paolo Trame nella piazzetta, dove l’uomo, visibilmente preoccupato, stava cercando di contattare qualcuno per ottenere informazioni su Olena e Giovanni. Separato dalla moglie, il padre aveva già vissuto un matrimonio difficile, caratterizzato da tensioni e conflitti.

Documenti raccolti da Il Piccolo rivelano un clima familiare turbolento. Olena aveva minacciato Paolo, dicendo: “Ricordati bene che se io muoio anche Giovanni muore con me! E non pensare che io stia scherzando”. Due anni fa, il bambino aveva riferito di essere stato strangolato dalla madre, tanto da richiedere un referto medico che attestava tre giorni di prognosi e un livido evidente sul collo. Nonostante le preoccupazioni espresse da Paolo, il tribunale aveva recentemente deciso di consentire incontri liberi tra madre e figlio, dopo un periodo in cui la situazione era stata monitorata da assistenti sociali.

La sera dell’omicidio, era stabilito che Paolo recuperasse Giovanni presso l’abitazione della madre. Tuttavia, quando il padre è passato accanto alla piazza, era così angosciato da non notare la presenza di don Andrea. Verso le 21:30, l’uomo ha chiamato il 112, allertando le forze dell’ordine. La polizia e i vigili del fuoco sono intervenuti, utilizzando una scala per accedere all’appartamento al terzo piano. Olena è stata trovata in stato di shock, con ferite auto-inflitte, e successivamente è stata portata in ospedale. Dopo la dimissione, è stata arrestata.

Attualmente, gli inquirenti stanno cercando di comprendere perché Olena non fosse più in cura presso gli specialisti. Dalla ASL fanno sapere che il Dipartimento di Salute Mentale non aveva più in carico la donna da diversi anni. Il sindaco di Muggia, Paolo Polidori, ha spiegato che i servizi sociali comunali stavano seguendo Olena per garantire che rispettasse le prescrizioni del tribunale dopo la separazione.

Don Andrea conosceva bene la famiglia e ha descritto Giovanni come un bambino biondo, appassionato di calcio, amato da tutti. Paolo era un padre dedicato, mentre Olena era una donna che spesso aveva ricevuto consigli per cercare aiuto medico, ma era convinta di non averne bisogno. Questa tragedia ha suscitato reazioni di profondo cordoglio, con il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, e la deputata Debora Serracchiani che l’hanno definita una “tragedia sconvolgente”. Inoltre, la squadra di calcio Muggia 1967, per cui Giovanni era tesserato, ha sospeso tutte le attività sul campo in segno di lutto.



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