A pochi minuti dalla fine del suo Live in Europe 2025, che si è concluso con un sold-out al Palacio Vistalegre di Madrid, Marco Mengoni non ha parlato solo di musica. In un’intervista esclusiva al portale spagnolo Jenesaispop, l’artista ha toccato un tema di forte attualità: la decisione di RTVE, l’emittente pubblica spagnola, di non partecipare all’Eurovision Song Contest 2026 per protestare contro la presenza di Israele.
Mengoni si è schierato con chiarezza: “Come essere umano, sto con la Spagna. È un messaggio molto forte e necessario, perché la situazione è assurda”. Ha poi aggiunto una riflessione sul ruolo sociale dell’artista: “La musica ha una parte politica. Io scrivo, parlo e canto di emozioni, di sensazioni, di esseri umani. È chiaro che devo dire quello che penso”.
La presa di posizione non è passata inosservata. Poche ore dopo, il presidente di RTVE, José Pablo López, ha ringraziato pubblicamente Mengoni sul suo profilo X: “Grazie mille a Marco Mengoni per il suo appoggio alla posizione della Spagna sulla questione Eurovision”.
La Spagna non è sola in questa scelta: insieme a Irlanda, Olanda, Slovenia e Islanda, ha annunciato il boicottaggio della kermesse europea, trasformando l’evento musicale in un palcoscenico di dibattito internazionale.
Tra ricordi eurovisivi e nuovi progetti
Nella stessa intervista, Mengoni ha ripercorso le sue due esperienze all’Eurovision, a dieci anni di distanza: il debutto nel 2013 con L’essenziale e il ritorno trionfale nel 2023 con Due Vite, che valse all’Italia il quarto posto. “La seconda volta ero molto più consapevole di cosa fosse il concorso, e mi sentivo più libero. Quell’esperienza mi ha aperto molte più porte”, ha raccontato.
Il cantante ha anche lasciato intravedere cosa ci aspetta dopo la trilogia di Materia e l’ultimo capitolo, Prisma. Senza fretta, ha spiegato che il suo processo creativo non va forzato, ma ha ribadito la sua missione: “Le mie canzoni devono raggiungere il maggior numero di persone possibile. Puoi metterci la tua storia personale, ma deve essere condivisibile”.
Un impegno che va oltre il palco
Quella sull’Eurovision non è la prima dichiarazione di Mengoni su temi di attualità. Durante i suoi recenti concerti, ha fatto inserire nei ringraziamenti finali un messaggio chiaro: “Le persone che hanno lavorato a questo spettacolo sono contro il genocidio e ogni forma di violenza perpetrata in ogni parte del mondo”, un chiaro riferimento alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
Mentre l’Italia, in quanto membro dei Big Five (insieme a Regno Unito, Germania, Francia e la stessa Spagna), ha confermato la sua partecipazione all’edizione 2026 e sostenuto quella dell’emittente israeliana KAN, la voce di Mengoni si unisce a un coro sempre più ampio di artisti che chiedono alla musica di non restare indifferente di fronte ai conflitti globali. La sua posizione rafforza il fronte dei paesi che vedono nell’Eurovision non solo una competizione canora, ma anche una potente piattaforma di espressione politica.



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