Luciana Littizzetto, nota comica torinese, ha recentemente suscitato dibattito pubblico con la sua consueta letterina natalizia trasmessa durante la trasmissione “Che Tempo Che Fa”. La Littizzetto si è rivolta ai giovani fuorisede, evidenziando le difficoltà economiche che molti incontrano nel rientro a casa per le festività natalizie, in particolare a causa dei costi elevati dei biglietti di treni e aerei.
“Nell’Italia contemporanea, il rientro a casa per Natale rappresenta una sfida sempre più complessa”, ha affermato la Littizzetto, “in quanto i prezzi dei biglietti subiscono un incremento significativo, talvolta raddoppiando o triplicando. Si potrebbe ipotizzare che un viaggio verso Vladivostok a bordo della Transiberiana, seguito da un volo low cost, rappresenti un’alternativa economicamente più vantaggiosa”, ha ironizzato la comica, coniugando umorismo e critica sociale.
La letterina si è focalizzata sulla contraddizione esistente tra il diritto allo studio e le difficoltà di rientro presso i propri familiari. “In Italia è sancito il diritto allo studio, tuttavia non è garantito il diritto di rientro a casa senza dover intraprendere un viaggio intercontinentale. Meriti rispetto. Meriti un Paese che non ti imponga di cambiare tre aerei per un abbraccio. Sei un elemento prezioso dell’Italia che resiste, studia, lavora e si impegna”, ha aggiunto la Littizzetto, sottolineando l’impatto economico e affettivo per i giovani lontani dalla famiglia.
Le parole della comica non sono state accolte con favore da tutti. Il sindaco di Nardò, Giuseppe Mellone, ha espresso una critica ferma sui social media, commentando la questione dei fuorisede salentini e il costo proibitivo dei biglietti: “Qual è il costo del vostro rientro a casa per abbracciare la madre? Ve lo dico io: eccessivo. A Natale si ripete la solita storia: voli della speranza e voli a prezzi proibitivi”.
Mellone ha successivamente indirizzato le proprie critiche verso la politica regionale, ricordando che “da Vendola in poi, la Regione è stata governata dalla sinistra per vent’anni senza apportare soluzioni concrete. Anzi, siamo diventati oggetto di derisione per la sinistra tutta rolex e caviale”. Il sindaco ha così collegato le critiche della Littizzetto a un contesto politico e sociale che, a suo avviso, penalizza i fuorisede salentini.
L’attacco diretto alla comica Luciana Littizzetto è stato scatenato dal tono ironico e dalle battute, ritenute dal sindaco di Lecce, Carlo Mellone, stereotipi eccessivi. La Littizzetto aveva scherzato sul viaggio dei fuorisede, citando Milano, Lecce e persino Kiev come tappe improbabili per raggiungere la famiglia, aggiungendo una punta di sarcasmo sul viaggio “più breve” attraverso rotte assurde.
“Da Milano a Lecce, passa da Kiev, ci metti meno”, aveva affermato la Littizzetto, suscitando l’ilarità del pubblico, ma non quella del primo cittadino leccese. Per il sindaco Mellone, il problema non risiede esclusivamente nella battuta, bensì nella sua trasformazione in una critica ironica rivolta al Sud Italia e ai suoi abitanti.
Il dibattito ha acceso la polemica sui social media e nei media locali, con cittadini divisi tra chi difende il diritto della comica di esercitare la satira e chi, come il sindaco, denuncia uno stereotipo ingiusto che riduce la complessità della vita dei fuorisede a una semplice battuta. La vicenda ha pertanto messo in luce la tensione tra satira e sensibilità locale, tema che riemerge annualmente durante le festività.
In conclusione, la lettera della Littizzetto non è passata inosservata e ha riaperto il confronto sul costo dei trasporti per i giovani, sulle disparità tra Nord e Sud e sul ruolo della satira nella società italiana. La polemica tra la comica e il sindaco dimostra come un semplice monologo possa trasformarsi in un dibattito politico-sociale di ampio respiro.



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