Abolire il contante: Se la carta non funziona sei davvero in imbarazzo



Questo articolo in breve

Io non sono affatto contrario alla modernità, ma a volte la sfiga gioca la sua parte. Nel mezzo del dibattito sull’abolizione del contante (questione che mi vede contrario perché non è abolendo il contante che si combatte l’evasione fiscale: i grandi evasori lo fanno con operazioni finanziarie) mi è capitato di maledire i bancomat e di essere nella imbarazzante situazione di dover rinviare il pagamento di una piccola somma sulla fiducia. Con conseguente figuraccia visto che non conoscevo l’interlocutore.



Adesso ci rido sopra e ci scrivo come a voler esorcizzare l’accaduto, ma in quella mezz’ora credo di aver dato prova di grande pazienza zen. Ho tre carte: una American, una Visa e un’altra solo bancomat. Troppe? Forse ma… aspettate a giudicare. Intanto, va precisato che la carta solo bancomatla presi come emergenza per- ché già una volta mi ritrovai con la tessera smagnetizzata e senza contante in ta- sca;da qui l’idea di aggiungere una terza carta. Ma veniamo alla giornata. Premessa. La carta Visa era da qualche settimana che faceva i capricci, nel senso che il lettore dove inserire la carta ne bloccava l’accesso. In poche parole, la carta funzionava nelle varie modalità di pagamento (pagobancomat e carta) ma non nella funzione di prelievo. «Poco male», avevo pensato, «tanto ho l’altra». Certo, se va. Già, perché pure quell’altra ieri mi ha lasciato al verde! Stesso giochino: funzionante se c’è un Pos, morta se devo prelevare. Morale della storia, ero al verde. Solo due pezzi da 5 euro nel portafoglio e 3 euro e 20 centesimi in tasca.

A tutto ovviamente c’è un rimedio, spesso un amico che ti fa un prestito, però l’idea di stare senza contanti per me è come privarmi di una certa libertà. Questo è il motivo per cui ero e sono contrario all’abolizione del contante: averne sempre un po’ in tasca mi dà la certezza che se una cavolo di tessera o di macchina non funziona io posso cavarmela. Il fatto di moltiplicare i metodi di pagamento non significa agevolarmi di per sé la vita. La agevola se tutto funziona ma siccome la legge di Murphy è sempre in agguato, la sfiga si abbatte proprio quando una cosa che non deve succedere succede.

Le carte, i bancomat, i pagamenti elettronici, i telefoni che si prestano come portafogli e altro ancora: tutto bello finché funziona, finché tutto fila liscio, ma se manca il collegamento, la rete, un semplice sovraccarico? E magari sei pure di fretta e devi pagare alla svelta, che fai? Ecco, il caro vecchio contante non ti tradisce perché o ce l’hai o non ce l’hai, come avevo intuito da piccolo lettore di Topolino sulle cui pagine zio Paperone si tuffava nel suo denaro. E tanto basta per non tradirlo irrimediabilmente, per non accettare esclusivamente l’inganno della moneta elettronica o di quella virtuale. Che pur uso ed è comoda, per carità; ma quando ti capita per l’ennesima volta che sue carte su tre si impiantano, allora capisci che aveva ragione mio nonno quando teneva un po’ di soldi in tasca e un po’ nel portafoglio.



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