Bimba nomade ferita Salvini contrattacca: «Folle accusare me»



Il fascicolo, per ora, è aperto contro ignoti. I carabinieri stanno controllando le telecamere e sentendo tutti i testimoni per capire come è potuto accadere che una piccola rom, di appena un anno, sia stata colpita alla schiena da un proiettile ad aria compressa mentre era in braccio alla sua mamma, in una strada della periferia di Roma. La bimba è ancora grave in ospedale, potrebbe avere problemi seri e la procura ha aperto un’inchiesta per lesioni gravissime. Chi indaga attende, inoltre, gli esami scientifici e tecnici che determineranno l’esatta natura dei frammenti estratti dalla schiena della piccola. Al momento, gli inquirenti non escludono nessuna pista.



Molte le sollecitazioni a chiarire, la comunità nomade di Roma invoca un intervento del presidente Mattarella. Mamma e bimba vivono al campo nomadi di via di Salone, uno degli insediamenti più tristemente noti della Capitale. La sinistra e i sindacati (Cgil in testa), senza neanche sapere di chi sia la responsabilità, hanno subito attaccato la Lega parlando di «atto ignobile frutto del clima d’odio» inaugurato dalla Lega e oggi saranno in presidio lungo via Palmiro Togliatti. Matteo Salvini ha replicato in un’intervista a Radio Radio: «È una fesseria dire che il ferimento della bimba rom è colpa mia, eppure ho letto anche questo». Il ministro dell’Interno ha commentato quindi il programma di rimpatri volontari assistiti dei nomadi di Roma messo in atto in questi giorni dalla sindaca Virginia Raggi (che incontrerà la prossima settimana per affrontare i tanti dossier aperti sulla sicurezza di Roma).

Il Campidoglio ha infatti appena provveduto, dopo lo sgombero del Camping River, a rimandare in Romania 14 persone che hanno aderito al progetto d’inclusione e oggi stesso la Raggi sarà a Bucarest per verificare di persona l’attuazione di questo programma. Salvini plaude all’iniziativa, ma non basta. «Ok 14 rimpatri, è un buon inizio… ma nei campi rom in giro per l’Italia vivono 30-40mila nomadi, per cui ne mancano alcune decine di migliaia. Come ministro andrò lino in fondo per sapere all’interno dei campi chi paga le tasse, chi manda i figli a scuola. Non è un censimento etnico, ma è semplicemente un controllo, soprattutto nell’interesse dei bambini».



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