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Fino a qualche mese fa, per Mauro Icardi l’incrocio con la Juventus sarebbe stato celebrato alla vigilia nel solito modo: ecco la vittima preferita del bomber argentino. Invece la Juve da qualche mese non è più la squadra che il numero nove nerazzurro ha battuto più volte, visto che con 8 reti, la Juve risulta essere la terza preda di Icardi alle spalle di Fiorentina e Sampdoria, superate ben 11 volte. Detto ciò, la Juve non può stare tranquilla perché Icardi in quest’annata ha fatto un ulteriore step nella sua crescita di cannoniere senza limiti: tolte – con rispetto parlando – Spal e Atalanta, in questa prima parte di stagione Icardi ha segnato a tutti i top club italiani ed europei affrontati. Un Maurito grandi firme che, di fatto, ha sbagliato solo due gare, ovvero le trasferte a Barcellona e Tottenham, gare dove lui non ha inciso sottoporta, ma dove anche l’Inter non ha di certo espresso il suo miglior potenziale.



Per il resto, il ruolino di marcia di Icardi è impressionante. In Europa, al suo debutto in carriera in Champions, ha fatto gol a Tottenham (la rete forse più importante di questo inizio di annata dell’Inter), Psv e Barcellona (l’1-1 che potrebbe risultare decisivo per l’approdo agli ottavi). In Serie A l’attaccante ha segnato 8 reti e, tolte le 3 messe a segno con Spal (doppietta) e Atalanta, ecco che le vittime sono state nell’ordine Fiorentina, Milan, Lazio (doppietta) e Roma. Di fatto Icardi ha segnato a tutte le rivali Champions finora affrontate e quindi ecco che la sfida di questa sera ripropone all’argentino un avversario di quelli a “cinque stelle”. La rivale più forte che si possa trovare in campionato, i difensori più arcigni da superare, alcuni dei quali incrociati anche lunedì durante la serata per il Gran Gala Aic dove sono stati premiati, fra gli altri, Cancelo (ex compagno), Chiellini e Alex Sandro. Un Icardi che non ha sfigurato, però, in quella serata visto che è stato eletto miglior giocatore del campionato ’17-18.

Ma quest’anno la sfida con la Juve ha forse un valore in più per Icardi perché al di là delle smentite di rito, è innegabile che i bianconeri abbiano pensato all’argentino lo scorso giugno per rimpiazzare Higuain. Icardi era finito nel mirino di Marotta e Paratici, contatti confermati a settembre da Wanda Nara, moglie e agente del centravanti nerazzurro: «Se la Juve ha cercato Icardi? Sicuramente, ma la Juve ha poi preso Cristiano Ronaldo che era il primo obiettivo per la corsa in Champions. Se Mauro avrebbe detto sì alla Juve? La sua scelta è stata chiara fin da subito e lui ha sempre dimostrato di voler essere il capitano dell’Inter». Dunque Icardi non avrebbe lasciato l’Inter, a sentire Wanda e conoscendo il pensiero dei dirigenti nerazzurri nei suoi riguardi, ma chissà che quel corteggiamento iniziato e poi lasciato cadere per cogliere l’occasionissima CR7, non pungoli ulteriormente l’animo competitivo del goleador nerazzurro. In fondo la stessa Wanda aggiunse in quei giorni: «L’unico contatto che Icardi ha avuto con la Juve sono gli otto gol che le ha segnato».

Raccontano che per averlo si sia mosso Eric Abidal in persona. Il direttore tecnico del Barcellona nei dintorni della Johan Cruijff Arena: pare che non succeda così spesso. Olanda, Amsterdam, sponda Ajax: è qui che i responsabili del mercato catalano avrebbero posto le basi del grande affare. Ora, ci sta che pur di portare Matthijs De Ligt al Camp Nou lo stesso Abidal abbia tempestato l’agente Mino Raiola con telefonate continue. Perché il Barça è stracotto del 19enne capitano dell’Ajax, seguito pure quando si traveste da nazionale olandese. La Juventus soltanto in apparenza se ne sta in un cantuccio: tutt’altro, Pavel Nedved e Fabio Paratici confidano piuttosto nel feeling che li lega a tripla mandata al procuratore italo-olandese. Ecco perché la situazione De Ligt si fa sempre meno opaca con il trascorrere dei giorni: Raiola riceve più telefonate dalla Spagna non perché il Barcellona sia davanti a tutte nella corsa al suo gioiellino, ma per il fatto che non c’è bisogno di chissà quanti contatti per oliare il rapporto con la Juve. Solidissimo, da anni.

Poi capita che le contingenze rischino di smontare il castello della trattativa, architettato dai dirigenti bianconeri. Il Barça, per dire, deve sostituire il francese Samuel Umtiti il cui ginocchio non dà garanzie in prospettiva e mentre pensa pure alla possibilità di far decollare un prodotto della rigogliosa cantera non smette di corteggiare De Ligt. La Juventus, al contrario, non avverte la stretta esigenza di smontare anche solo una parte della retroguardia più forte d’Italia dal 2011 a oggi. Però alla Continassa hanno subodorato da settimane il fatto che, tra Medhi Benatia e Daniele Rugani nel ruolo di potenziali uscite, il pacchetto dei centrali sia destinato a subire un ritocco di qui all’estate.

Così succede che i catalani cerchino di convincere l’Ajax (invano, per ora) con un assegno super da 50 milioni di base e un ingaggio altrettanto mostruoso al giocatore per assicurarselo subito. Ma Raiola, in cuor suo, sta resistendo alle avance blaugrana: Mino non direbbe no alla Juventus, perciò indugerà sapendo che per gennaio l’operazione “De Ligt in bianconero” è resa improbabile dal fatto che a Torino il grande investimento sia stato pianificato per l’estate. Soltanto una cessione improvvisa di un big potrebbe rimescolare le carte, ma non esistono segnali in questo senso, magari legati a un immediato addio di Alex Sandro (nessun accordo, intanto, con la Juve per il rinnovo: parti molto distanti).

De Ligt non ha un contratto a vita con l’Ajax (scade nel 2021), però gli olandesi non smaniano di certo dalla voglia di venderlo. C’è da capirli: in Eredivisie sono a un passo dalla vetta e in Champions sono già aritmeticamente agli ottavi. In caso di uscita dalla Coppa dei Campioni si sarebbero intavolati discorsi dal segno opposto. Non sarà così: il difensore, seguito anche dal Paris Saint-Germain, non pensa a un fulmineo addio, anche se non aspetterà l’ultimo giorno per decidere. Entro la prima metà di gennaio: ecco il periodo limite. Ma il duello di mercato con il Barcellona riguarda anche Paul Pogba: occhio, in questo senso, all’eventuale cessione di Miralem Pjanic nel caso arrivi una proposta irrifiutabile. Da chi? Magari dai catalani, per chiudere il cerchio…

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

  1. Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
  2. Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
  3. Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
  4. Serbia con Radio-televizija Srbije;
  5. Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
  6. Paraguay con Sistema Nacional De Television;
  7. Slovacchia con Slovenská Televízia;
  8. Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
  9. Repubblica Ceca con Ceská Televize;
  10. Svezia con Modern Times Group.

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