Morso del ragno violino: 53enne ha rischiato l’amputazione e la vita



In una calda giornata estiva stendersi sull’erba per rilassarsi rilassarsi immersi nella natura non ha prezzo, ma fate attenzione perché potresti fare Incontri inaspettati e potenzialmente pericolosi, come il ragno violino.



È un piccolo ragnetto dai 7 ai 10 mm di grandezza, questo tipo di ragno diffuso nell’area mediterranea ed è un insetto notturno di colore marrone giallastro, dalle zampe lunghe e con una macchina a forma di violino sul dorso da cui deriva il nome.

Tutto comincia con un piccolissimo segno rosso all’altezza del ginocchio la tragica disavventura di un uomo che ha visto in pericolo la tua vita. Il camionista all’inizio di quest’estate fece una gita con la sua famiglia nel parco di San Rossore, nei pressi di Pisa. L’uomo 53enne viene morso dal temutissimo Ragno violino. Il veleno ha immediatamente cominciato a fare effetto diffondendosi in tutto l’arto procurandogli una grave infezione.

Queste sono state le parole dell’uomo:” dopo la gita a Pisa, ho cenato e dormito tranquillamente. Il giorno dopo ho notato il puntino nel giro di poco la gamba e il piede si sono così gonfiati da non riuscire a guidare la scarpa”.

Corso immediatamente all’ospedale di Livorno dove i medici lo trasferiscono con urgenza al centro antiveleni di Milano. Recapiti a Milano I medici vista la gravità sono riusciti con un intervento ad evitare il amputazione dell’intero Arto. Dopo una lunga terapia antibiotica durata un mese e mezzo, l’uomo e completa guarigione, ma certo Difficilmente potrà dimenticare quanto sia accaduto.

L’esperto sottolinea che: “Si tratta di un ragno che è presente da sempre nel nostro Paese, non è cambiato nulla di recente, non c’è una infestazione. Per essere colpiti il ragno deve trovarsi un una situazione di pericolo che lo costringe a mordere l’uomo, ma non è il ragno violino non è aggressivo”. Inoltre: “Il suo veleno provoca una lesione, un danno locale, caratterizzato da edema, da bruciore e da rigonfiamento della parte colpita, si tratta di una sintomatologia del tutto simile a quella della puntura dell’ape o di una vespa. Potrebbe evolvere, ma se evolve lo fa molto raramente e in soggetti debilitati ma si tratta di eventi molto rari. Oggi è una vera e propria fobia, tanto che al pronto soccorso arrivano tante persone con sospetti morsi di ragno violino: sentono un “pizzico”, pensano di essere stati morsi chiedendo anche un antidoto: l’antidoto, però, non esiste. Inoltre, è bene ribadirlo ancora una volta, il ragno violino non è mortale”.

Ragno violino: il ragno violino piccolo ragno che vive nelle aree mediterranee, lungo al massimo un centinaio di mezzo e deve il suo nome ad una macchia a forma di violino presente sul torace. Il suo morso rilascia un potente veleno che causa estese ulcere e necrosi attorno alla zona colpita, fortunatamente non ragno aggressivo e solo in rari casi il suo morso risultato mortale.

Gli Aracnidi

Gli Aracnidi, dunque, sono Artropodi, come i Crostacei o i Miriapodi o come gli Insetti, ma, a differenza di questi ultimi si caratterizzano per avere quattro paia di arti con funzion locomotorie, e per non possedere né antenne né aii né occhi composti, Quelli dei ragni, infatti, sono occhi semplici e, sebbene ìa vista di questi animali sia generalmente debole, anche per il fatto che moltissime specie conducono una vita notturna, non mancano tuttavia casi in cui questo senso abbia una sua rilevanza nel comportamento di alcune specie.
Mentre nel corpo degli Insetti si riconoscono tre regioni – cefalica, toracica e addominale – negli Aracnidi tali regioni sono solo due: il cefalotorace o prosoma e l’addome o opistosoma, della cui funzione diremo in seguito. Altra caratteristica di questa classe è quella di possedere un paio di cheiiceri, che altro non sono se non arti modificati terminanti con chele od uncini, ed un paio di pedipalpi, arti mascellari modificati.

La classe degli Aracnidi si suddivide in undici ordini Scorpioni, Uropigi, Schizomidi, Amblipigi, Palpigradi, Ricinulei, Pseudoscorpioni, Opilioni, Solifugi, Acari e Ragni (iig. 1). Delle circa ottantamila specie identificate sino ad oggi la maggior parte conduce vita prevalentemente terrestre. Sono per io più predatori.
Gli Aracnidi adulti sono generalmente di piccole dimensioni, ma esistono varie eccezioni soprattutto fra gli scorpioni, ì ragni, gli uropigi e i solifugi. Alcuni acari sono più piccoli di 0,1 mm mentre il più grande Aracnide è lo scorpione Pandinus imperator, lungo fino a 18 cm.
Scorpioni: sono Aracnidi di una certa dimensione (da 4 a 18 cm) che occupano generalmente ambienti caldi o temperati, Per la gran parte si tratta di animali attivi durante le ore notturne, che passano invece la giornata rifugiati sotto i sassi o sotto la lettiera di foglie. Alla generale debolezza della vista si oppone l’alta sensibilità alle stimolazioni di tipo meccanico di alcune speciali setole sensoriali dette tricobotri. Le particolarità che meglio caratterizzano gli appartenenti a questo ordine sono senza dubbio le grandi chele (in realtà pedipalpi trasformati per afferrare) e l’aculeo velenifero all’estremità posteriore del corpo. Mentre trattiene la preda con i pedipalpi uno scorpione può flettere in avanti l’addome e pungere la vittima con l’affilato aculeo, iniettando il veleno che è una neurotossina potente quanto basta per uccidere o paralizzare piccoli invertebrati.
Se ne conoscono circa 1.200 specie, quattro delle quali sono presenti in Italia. La maggior parte degli scorpioni non è pericolosa per l’uomo e la loro puntura causa soltanto un leggero dolore, come avviene per tutte le specie presenti in Italia.

Uropigi: sono Aracnidi tipici di habitat caldi ed umidi. L’addome piatto è prolungato in un telson flagelliforme insegmentato. La maggior parte delle specie è lunga 4-6 mm. Sono animali notturni che predano insetti, miriapodi, vermi e limacce durante la notte. Non posseggono ghiandole velenifere ma possono spruzzare acido acetico concentrato, anche a 30 cm di distanza. Se ne conosce un’ottantina di specie, tutte estranee alla fauna europea.

Schizomidi: simili agli Uropigi, se ne distinguono per il telson assai breve e per i pedipalpi esili. Le circa ottanta specie note annoverano per lo più animali di ambiente forestale tropicale e subtropicale.

Amblipigi: Aracnidi dal corpo evidentemente appiattito, di dimensioni comprese tra 4 mm e 4 cm, con lunghe zampe che, nel primo paio, divengono antenniformi. I pedipalpi sono armati di robuste spine. Di abitudini lucifughe e igrofile, od anche cavernicole, sono predatori di insetti, ma non possiedono ghiandole velenifere. Tutte le specie sinora conosciute, che superano la cinquantina, sono diffuse nelle regioni tropicali ed equatoriali umide.

Palpigradi: si tratta di piccolissimi Aracnidi ciechi e privi di pigmentazione, lunghi 0,2-2 mm, dall’esile corpo allungato posteriormente in un flagello. I pedipalpi hanno funzione locomotoria. Non se ne conosce il regime alimentare. Agili e sfuggenti vivono rifugiati in ambienti sotterranei, sotto le pietre o in grotta. In Italia se ne conosce sinora una decina di specie.

Ricinulei: piccolo gruppo di Aracnidi tropicali, di cui sono note circa venticinque specie. Rari e poco conosciuti sono lunghi 1-1,5 cm. Sono privi di occhi ed hanno corpo breve con cheliceri e pedipalpi piccoli. Sono predatori di termiti e di larve d’insetti. Dall’uovo esce una larva esapoda che si trasforma in ninfa ottopoda e quindi in adulto.

Pseudoscorpioni: poche specie di questo ordine superano i 5 mm e il loro aspetto ricorda quello di un minuscolo scorpione. Hanno il corpo disseminato di lunghe setole sensoriali, pedipalpi grandi e chelati simili a quelli degli scorpioni ed un opistosoma arrotondato e privo di aculeo. Le ghiandole velenigene sono contenute nei pedipalpi. Vivono sotto la lettiera di foglie, nel muschio od anche sotto le pietre, dove si alimentano di piccoli insetti. Delle circa 3.100 specie conosciute oltre duecento, di cui la gran parte endemiche, appartengono alla fauna italiana.

Acari: Aracnidi di piccole o piccolissime dimensioni (da 0,5 a 2 mm), gli acari rappresentano l’ordine più numeroso di tutta la classe, essendone state finora descritte circa 30.000 specie: numero destinato sicuramente ad incrementarsi. Diversamente dagli altri Aracnidi questo ordine annovera molte specie parassite di piante o di animali, altre conducono vita acquatica. Le zecche, che sono acari di notevoli dimensioni, si comportano da ectoparassiti ematofagi: vivono, cioè, sul corpo dell’ospite nutrendosi del suo sangue e possono essere vettori di microorganismi patogeni.



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