Respira muffa all’università: Morta a 18 anni a causa dell’adenovirus



La muffa è dannosa e può uccidere. Sottovalutarla può solo far aumentare il rischio per la propria salute. Olivia Paregol, 18 anni, è stata a stretto contatto con la muffa per mesi e ha contratto un virus che colpisce le vie respiratorie: si tratta dell’adenovirus che nel solo New Jersey ha già ucciso 11 bambini negli ultimi mesi. Gli studenti dell’università del Maryland frequentata da Olivia avevano denunciato la presenza di muffa all’interno del dormitorio già da mesi, e la scuola era effettivamente intervenuta, ma per la ragazza non c’è stato più nulla da fare: aveva già contratto il virus. Sono stati i compagni di stanza della ragazza ad avanzare l’ipotesi che sia stata proprio la muffa la causa della malattia di Olivia, alla quale l’adenovirus ha procurato una polmonite acuta. All’inizio era una semplice tosse, ma poi, anche a causa del sistema immunitario fragile della ragazza, le cose sono peggiorate. Olivia soffriva del morbo di Crohn che l’ha dunque resa più cagionevole di salute.



Non riuscivamo a dormire la notte perché i cuscini sono vicini alla parete piena di muffa e tossivamo in continuazione – ha spiegato la coinquilina di Olivia -. Quando tornavamo a casa nei fine settimana stavamo bene, poi al rientro all’Università ricominciava tutto daccapo“. Le ragazze hanno quindi deciso di avvisare i funzionari dell’istituto e dopo diverse esortazioni sono riuscite ad ottenere il trasferimento insieme ad altri 500 studenti in alloggi temporanei, mentre gli addetti provvedevano a pulire i dormitori. Grazie ad un deumidificatore e ai caloriferi rimessi in funzione la muffa è scomparsa, ma ci sono voluti due mesi e mezzo. In totale i casi di adenovirus nel campus sono stati sei nel giro di un mese.

Che cosa sono

Uno dei problemi più fastidiosi e dannosi per il comfort abitativo è quello legato all’umidità; la presenza di acqua nelle murature può provocare inconvenienti come la diminuzione del comfort termico, il degrado dei materiali a causa di reazioni chimiche distruttive e la comparsa di muffe. Le muffe sono funghi microscopici che durante la loro crescita producono particelle di forma sferica di piccole dimensioni (spore) che si disperdono nell’aria principalmente in estate e in autunno. Possono crescere sia all’interno che all’esterno delle abitazioni. All’interno si trovano soprattutto dove è presente umidità in eccesso e scarsa ventilazione e tendono a svilupparsi più rapidamente con un clima caldo umido, come in estate e in luoghi poco illuminati, su oggetti e materiali umidi, in umidificatori o sistemi di condizionamento d’aria, non sottoposti a regolare pulizia e manutenzione.

Effetti sulla salute

 E’ dimostrato che l’esposizione alle muffe e/o umidità domestica si associa alla maggiore prevalenza di sintomi respiratori, asma e danni funzionali respiratori. In particolare, per quanto riguarda la salute dei bambini, i risultati complessivi di studi trasversali su bambini di 6-12 anni hanno confermato la relazione positiva tra la muffa visibile (riportata dai conviventi) e la tosse notturna e diurna dei bambini e, nelle famiglie più affollate, la relazione con asma e sensibilizzazione ad allergeni inalanti.

Misure per ridurre l’esposizione · assicurarsi che i muri esterni, le fondamenta, i sottotetti e l’attico siano isolati e ben ventilati · cercare di mantenere all’interno dell’abitazione un’umidità inferiore al 50% · assicurarsi che non vi sia terra o altro materiale che possa drenare l’umidità a diretto contatto con i muri della casa · non usare tappeti o moquette in zone con alta umidità come bagno, cucina, lavanderia · non lasciare i vestiti stesi ad asciugare per molto tempo in ambienti chiusi poco ventilati · cercare di eliminare fenomeni di condensa che spesso sono causa di umidità; in presenza di condense è consigliabile aerare frequentemente l’ambiente · eliminare le macchie di muffa con tinture speciali antimuffa a base di acqua · assicurare la corretta manutenzione di umidificatori e condizionatori e del sistema di ventilazione meccanica, in particolare delle bocchette esterne e dei filtri · pulire regolarmente le guarnizioni dei frigoriferi; vuotare e pulire frequentemente le vaschette dell’acqua nei frigoriferi autosbrinanti · lavare regolarmente le tende della doccia, il lavandino, la vasca e le pareti di bagno e cucina con candeggina · limitare il numero delle piante ornamentali (le muffe possono essere aerodisperse quando le piante sono reinvasate, spostate o annaffiate, e comunque aumentano l’umidità ambientale) · i depuratori di aria muniti di filtri adeguati possono essere efficaci nel rimuovere le spore fungine.

I problemi di umidità possono manifestarsi nei modi più svariati in case ed appartamenti: da microscopiche macchie di muffa alla frequente formazione di condensa sulle finestre, fino ad aree estese di formazioni di muffa e a macchie sulle pareti di diversi locali. Questa molteplicità di forme rende difficile valutare la situazione. Come distinguere una semplice bagatella da un problema grave? I problemi di umidità non sono una rarità, in Svizzera e in alcuni altri paesi europei affliggono un appartamento su quattro / cinque. Fra le diverse cause le più frequenti sono difetti di costruzione, eventi insoliti come un’inondazione o perdite da tubature, interventi edili come il montaggio di finestre isolanti senza le necessarie misure d’accompagnamento, l’usura in generale o il concorso di vari fattori. Di conseguenza possono insorgere danni dell’acqua e all’arredamento. In particolare, i prodotti di legno possono gonfiarsi, disgregarsi e perdere stabilità, i metalli arrugginire e i materiali isolanti perdere la loro funzione. Da alcuni anni, giustamente, si presta maggiore attenzione anche alle conseguenze sulla salute. Le muffe infatti possono provocare allergie, irritazioni della pelle, degli occhi e delle vie respiratorie, nonché infezioni nelle persone a rischio. Le conseguenze sulla salute sono descritte a partire dalla pagina 10 di questo opuscolo.

È dunque evidente l’importanza di valutare correttamente la situazione e di agire per tempo se in un’abitazione esistono problemi di eccessiva umidità e di formazione di muffa. Vengono elencate le procedure da seguire per inquilini, comproprietari, proprietari e amministratori di immobili. Affinché un risanamento dia risultati duraturi bisogna inoltre eliminare la causa dell’umidità eccessiva o perlomeno migliorare le condizioni dell’abitazione. Per le informazioni su risanamenti e misure contro i problemi di umidità e muffa si rimanda alle pagine 34 e 40.

Muffa è un termine generale che racchiude vari funghi microscopici (zigomiceti, ascomiceti, basidiomiceti e «funghi imperfetti»). Questi organismi proliferano esclusivamente in ambiente umido. In natura scompongono i vegetali e contribuiscono a formare l’humus. La loro capacità di riproduzione è incomparabile. Basta guardare un contenitore di compost dimenticato per qualche giorno: da spore1 invisibili (le unità riproduttive), di diametro compreso tra 1 e 15 micron, ossia da 1 a 15 millesimi di millimetro, nello spazio di una notte si osserva la formazione di uno strato di muffa liscia, filamentosa o pelosa. Sono le tipiche formazioni che tutti noi riconosciamo subito dall’aspetto e anche dal loro odore penetrante, di cantina ammuffita.

Ma le prestazioni da record delle spore di muffa non finiscono qui. Sono organismi estremamente resistenti e dotati di un’ottima attitudine al volo. Si lasciano trasportare per enormi distanze, sono arrivate persino nello spazio. Quindi non dobbiamo sorprenderci che queste spore si trovino dappertutto, nel terreno, nell’aria sia in campagna sia in città. Le concentrazioni massime nell’aria esterna si registrano in estate e in autunno. La muffa negli ambienti interni Quando si arieggia un locale, le spore di muffa entrano con l’aria esterna. In sé non è una cosa preoccupante, ma lo diventa se le spore si depositano su materiali umidi.

In questo caso trovano le condizioni per crescere e proliferare. Negli ambienti interni possono esserci parti umide per vari motivi: per esempio può penetrare acqua dall’esterno dopo forti precipitazioni, attraverso tetti difettosi o crepe nel muro. L’umidità può anche risalire dal terreno, infiltrandosi all’interno dei muri o sulla loro superficie, come se fosse carta assorbente. Oppure la rottura di tubature può, in poco tempo, impregnare i muri d’acqua. Oltre a queste cause evidenti, è molto importante la sottile interazione tra l’umidità dell’aria e la temperatura alla superficie dei materiali. È ben noto che una lattina di acqua minerale o di birra si copre di goccioline appena la si toglie dal frigorifero. L’aria si raffredda a contatto con la superficie gelida della lattina e di conseguenza la sua umidità relativa aumenta fino a raggiungere il cento per cento, ossia il limite massimo. Da quel momento l’aria non è più capace di contenere altra acqua, che si condensa necessariamente sotto forma di goccioline sulla superficie della lattina. Esattamente la stessa cosa succede sulle pareti fredde (v. anche pagina 61). Solo che è un processo meno vistoso, perché in un appartamento riscaldato le pareti non si raffreddano mai fino a temperature pari a quelle di un frigorifero. Se in questi punti permane a lungo un’umidità eccessiva vi è da attendersi un problema di muffa.

Crescere o morire – una questione di umidità Come appena menzionato, per la crescita di muffa non è decisiva tanto l’umidità dell’aria, quanto l’umidità sulla superficie del materiale. Se si mantiene per alcuni giorni intorno all’80 per cento (attività dell’acqua AW: 0,8), dalle spore di muffa si sviluppano funghi che proliferano. All’inizio le riserve della spora sono sufficienti per nutrire il giovane fungo. Ma presto esso deve trovare altre fonti di alimentazione. Siccome non è in grado di assorbire direttamente nelle cellule le sostanze nutritive presenti nel suo terreno di crescita, il fungo secerne enzimi digestivi che disgregano il substrato su cui è depositato, per trasformarlo nel limite del possibile in elementi assimilabili. Le muffe amano particolarmente la carta, il cartone, la tappezzeria o il legno molto lavorato dei pannelli di truciolato o masonite. Apprezzano anche le scaglie di pelle, gli escrementi di scarafaggi e acari e le vernici e le colle. Generalmente i materiali sporchi sono più attaccabili dalla muffa rispetto a quelli puliti. I materiali organici, quali gli alimenti o il cuoio, sono più sensibili rispetto ai minerali come le lastre di pietra, la ceramica (impianti sanitari) o il vetro, che in sé non costituiscono un substrato alimentare per i funghi.

Ma già un minimo imbrattamento di una superficie non commestibile, per esempio per il deposito di polvere domestica o di nicotina o catrame contenuto nel fumo di sigarette, è sufficiente per soddisfare le modeste esigenze alimentari di questi funghi. La crescita di alcune specie di funghi viene inibita da materiali edili molto alcalini, come il calcestruzzo grezzo, la malta cementizia, l’anidrite (solfato di calcio anidro) o la calce. Un’umidità inferiore al 65% (sulle superfici dei materiali AW: 0,65) disidrata le muffe, quindi ne provoca la morte. Tuttavia ciò non vuol dire che siano annientate: anche se il fungo è morto, le sue spore sopravvivono. Grazie a queste forme di resistenza per i tempi duri, la sopravvivenza delle muffe è assicurata fino al ritorno di condizioni umide. I funghi si adattano La muffa è composta da numerose specie di funghi. Per esempio, in un bagno di solito si insediano specie che amano un’umidità molto elevata ma che nel contempo riescono a sopportare bene notevoli oscillazioni del grado di umidità nel corso di una giornata.

Se le condizioni cambiano, cambia anche la composizione delle specie fungine. Localizzazioni tipiche Tornando all’esempio della lattina di acqua minerale o di birra tolta dal frigorifero, appare evidente che i locali più suscettibili per la crescita di muffa sono quelli con pareti fredde e un forte carico di umidità. Spesso i funghi si moltiplicano sulle pareti interne di muri esterni. Gli ambienti più colpiti, rispettivamente al primo e al secondo posto, sono il bagno e la cucina. Ma anche le camere da letto non sono risparmiate, perché sono spesso più fresche e durante la notte viene emessa una considerevole e prolungata umidità attraverso la respirazione e la sudorazione degli occupanti. Gli appartamenti pianoterra in genere sono più a rischio di quelli ai piani superiori, perché sono più esposti alla risalita di umidità dal terreno e all’infiltrazione di acqua dall’esterno. Anche le parti della casa a ovest e nord-ovest, più fredde ed esposte alle piogge, tendono a essere più colpite all’interno dalla muffa rispetto alle altre zone.

Locali d’abitazione e cantine: due problematiche differenti Anche se entrambi i tipi di ambienti possono presentare carichi eccessivi di umidità, i problemi che insorgono di solito sono differenti. Nei locali d’abitazione i probelmi di umidità di solito si acutizzano in autunno e in inverno. In autunno esiste una situazione problematica con l’involucro dell’edificio freddo e l’aria esterna mite e umida che, arieggiando i locali, permette di eliminare solo poca umidità. D’inverno invece si creano condizioni critiche quando la temperatura esterna scende sotto lo zero. La situazione è diversa nelle cantine. Per questi ambienti la stagione più sfavorevole è l’estate.

Questo perché aerando entra dall’esterno aria calda e umida, che nelle cantine si raffredda e diventa ancora più umida, accrescendo il rischio di formazione di muffa sulle pareti fredde. Finestre e porte delle cantine vanno perciò tenute chiuse specialmente nei caldi giorni estivi. Costi e svalutazione Un’umidità eccessiva e la formazione di muffa non sono problemi da sottovalutare per un proprietario di un immobile. Questo non solo per il rischio che l’edificio subisca notevoli danni in un lasso di tempo relativamente breve, con conseguenti costi elevati di risanamento, ma anche perché possono insorgere danni difficili da riparare, che comportano una svalutazione dell’immobile. Se dell’acqua penetra nei materiali isolanti delle pareti esterne le conseguenze negative sono molteplici: i materiali possono ammuffire riducendone il loro potere isolante e facendo aumentare il consumo di energia per il riscaldamento. Inoltre i muri esterni si raffreddano ulteriormente, favorendo la crescita di muffa sul loro lato interno.

Numerosi studi dimostrano che umidità e muffa nei locali d’abitazione possono compromettere la salute di chi vi risiede. Per esempio, è emerso che in presenza di evidenti problemi di umidità, come formazione frequente di condensa sulle finestre, macchie di umidità sulle pareti, tappezzeria che si stacca o muffa visibile, si riscontrano più frequentemente allergie, irritazioni e infezioni delle vie respiratorie inferiori rispetto alle abitazioni senza segni di umidità. Inoltre, questi disturbi si sono rivelati tanto più severi quanto più pronunciato era il problema di umidità. Tuttavia, alcuni punti restano da chiarire: anche se è indubbio che l’umidità e le sue conseguenze possono compromettere la salute, ci si può chiedere se i disturbi osservati nelle abitazioni umide siano da ricondurre alle muffe, oppure ad acari, batteri o piccole quantità di sostanze chimiche rilasciate nell’aria dai materiali in decomposizione. Molto resta ancora da chiarire anche sugli esatti meccanismi che portano alla comparsa di questi disturbi. È giusto tenere in considerazione questa incertezza scientifica, perciò in questo capitolo saranno discusse prevalentemente le conseguenze note della muffa e dell’umidità. Verranno menzionati i disturbi chiaramente ascrivibili alle muffe o a specifici organismi concomitanti.

Sensibilizzazione e allergie Se nel periodo di riscaldamento l’umidità relativa dell’aria si mantiene a lungo sopra il 50%, gli acari della polvere domestica trovano condizioni ideali per proliferare. Questi piccoli aracnidi, invisibili a occhio nudo, sono i principali responsabili delle allergie negli ambienti interni. In Svizzera circa il 4–5 per cento della popolazione è allergica agli acari della polvere e circa il 12 per cento dei bambini in età scolastica ha una predisposizione a reagire allergicamente a questi animali (sensibilizzazione). Tuttavia, nelle abitazioni umide gli acari della polvere non sono le uniche cause di allergia. Anzi, è molto probabile che la maggior parte delle muffe sia in grado di provocare allergie. Peraltro non è facile stabilire una diagnosi: le specie di muffa sono innumerevoli e vi è una grande varietà di allergeni di origine fungina. I test per le allergie coprono solo poche specie di muffa tra quelle rilevanti. La maggior parte non viene individuata dai test, perciò è ipotizzabile che le allergie alla muffa non siano sempre riconosciute. Quindi attualmente non è possibile fornire dati attendibili sulla frequenza delle allergie alla muffa (20). La caratteristica delle allergie domestiche alla muffa e agli acari della polvere domestica è il fatto che si manifestano durante tutto l’anno. Chi ne soffre tipicamente manifesta i sintomi a intermittenza, in primavera come d’estate, d’autunno o d’inverno. All’inizio di solito l’allergia si presenta come un raffreddore (rinite), spesso accompagnato da congiuntivite e sinusite. Con il tempo può svilupparsi un restringimento delle vie respiratorie inferiori (ostruzione bronchiale) e un’asma. Nei periodi più freddi dell’anno talvolta può comparire anche un eczema cutaneo (dermatite atopica).



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