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Oggi pomeriggio al San Paolo non ci sarà Koulibaly, ce ne saranno almeno 43.000. E’ il numero degli spettatori che arriveranno al San Paolo per Napoli-Bologna, la prima partita stagionale in cui Ancelotti dovrà fare a meno del gigante senegalese, squalificato dal giudice sportivo. Fisicamente non ci sarà il K2 ma il suo volto sarà presente attraverso 10.000 maschere che verranno distribuite all’esterno dell’impianto di Fuorigrotta dall’associazione Sangue Azzurro, così come accadde nel 2016 per Napoli-Carpi, gara successiva a quella in casa della Lazio e con l’arbitro Irrati quella volta protagonista (in positivo) per aver interrotto la gara Lazio-Napoli a causa degli identici cori razzisti rivolti a Kalidou.



Oggi il Napoli non potrà disporre del difensore e i compagni di squadra faranno di tutto per dedicargli la vittoria, aspettando di riaverlo presto al loro fianco. Magari già dalla prossima gara, pur se il provvedimento nei suoi confronti prevede l’esclusione anche in Napoli-Lazio del 20 gennaio. Ma non è detto e il club darà battaglia in sede di appello. Lo ha voluto De Laurentiis questo ricorso (anche avverso alle due giornate comminate a Insigne) che da Los Angeles è in contatto costante con l’avvocato Mattia Grassani, il quale gli ha rivelato la strategia per cancellare la seconda giornata di squalifica a Koulibaly. Perché c’è discrepanza tra la decisione di Mazzoleni, quella di non interrompere la partita a causa dei “buuu” razzisti rivolti al giocatore, e la sentenza del giudice sportivo.

Il buon esito del ricorso potrebbe poggiarsi su di una questione di opportunità, più che giuridica o giurisprudenziale e pure su di una pronuncia che la Uefa ha fatto ieri, proprio relativamente al caso Koulibaly, tra l’altro testimonial dell’organismo calcistico attraverso la campagna “Equal game”. Si legge sul sito ufficiale che “Uefa e FIFPro (l’associazione internazionale dei calciatori) sono preoccupate per questo inaccettabile incidente razzista e sembra che in Inter-Napoli ci sia stato un mancato rispetto del protocollo anti-razzismo condiviso in tre fasi. Koulibaly è stato oggetto di cori razzisti e, nonostante gli annunci dello speaker, non si sono fermati. Inoltre, sembra che lo staff tecnico del Napoli avesse già informato l’arbitro più volte dei cori ricevuti dal suo difensore. Entrambe le organizzazioni sono dell’opinione che i cori razzisti verso Koulibaly, che ha dovuto lasciare il campo dopo aver ricevuto un secondo cartellino giallo, sono inaccettabili e non hanno posto nel calcio”. La posizione della Uefa sembra essere di chiara, anche se non di esplicita, condanna per il comportamento dell’arbitro Mazzoleni, reo di non aver interrotto il match quando il protocollo glielo avrebbe imposto. Una condanna che il discusso direttore di gara in Inter-Napoli non ha ricevuto dai suoi vertici: Nicchi lo ha difeso dalle accuse del procuratore Pecoraro e il designatore Rizzoli lo ha ugualmente convocato per l’odierno turno di campionato, come Var in Parma-Roma. Il Napoli presenterà il ricorso la prossima settimana, non essendoci i presupposti dell’urgenza: da stasera il campionato di Serie A si fermerà fino al 20 gennaio.

I “buu” di San Siro indirizzati a Kalidou Koulibaly e la violenza fuori dallo stadio hanno riportato d’attualità l’emergenza Italia. Ne hanno parlato gli allenatori alla vigilia della giornata di Serie A.
Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus: «Per l’ennesima volta abbiamo la possibilità di sterzare, speriamo sia la volta buona per prendere misure preventive. La mia posizione è semplice: non ci si deve fermare. Perché solo l’ordine pubblico può sospendere una partita. Detto questo non tollero alcuna forma di razzismo e di insulto anche nei confronti dei morti e delle tragedie. Ma purtroppo, in Italia abbiamo perso un po’ di educazione e rispetto. Noi dobbiamo essere più responsabili e usare un briciolo di intelligenza per non alimentare un’esasperazione che in Italia c’è già ed è esagerata. Chiudere gli stadi è una soluzione momentanea, il problema va risolto a monte».

Stefano Pioli (Fiorentina): «Trovo che sia giusto giocare questa giornata di campionato ma non è più accettabile sentire ancora nel 2018 ululati e cori razzisti negli stadi. Devono intervenire le istituzioni fissando delle regole rigide e facendole rispettare. Fermarsi davanti a cori razzisti? Sono d’accordo con Ancelotti: se accade qualcosa dentro lo stadio siamo tutti responsabili quindi bisogna agire per davvero. Bisogna mettere un punto e ripartire. Resto convinto che la maggioranza dei tifosi sia formata da veri sportivi: dobbiamo essere bravi a far entrare negli stadi solo loro. Ma se rimaniamo impassibili non cambieremo mai le cose».

Giuseppe Iachini (Empoli): «E’ giusto che vengano fatte rispettare le regole e che siano dati dei segnali. Il razzismo non è tollerabile. Chi ha sbagliato deve pagare con sanzioni adeguate».
Pippo Inzaghi (Bologna): «Mi rifarei alle parole di Ancelotti: non possiamo più accettare questi atteggiamenti».
Roberto De Zerbi (Sassuolo): «Se c’è la regola di sospendere temporaneamente o fermare la partita, bisogna farlo. E’ già successo che un calciatore si sia fermato di sua iniziativa e poi venisse espulso: devono essere altri a fermare le partite. Dispiace che si mettano in risalto cose da trogloditi, non bisognerebbe nemmeno più commentare certi episodi».
Cesare Prandelli (Genoa): «Provo tristezza e amarezza. Non siamo stati capaci di evolvere culturalmente. Se un mio giocatore venisse apostrofato in un certo modo, andrei in campo per abbracciarlo: un gesto provocatorio, forse sarei squalificato. Dobbiamo toccare la sensibilità delle persone: la gente allo stadio deve essere indignata quando sente certe cose. Non sono d’accordo con la sospensione: avremmo dato ancora maggiore risalto a questi imbecilli con le spranghe».

Rino Gattuso (Milan): «I buu un fatto grave, ma non era tutto lo stadio a inveire».
Davide Nicola, (Udinese): «Il campionato non lo fermano, è un motore grandissimo con interessi grandissimi. Noi siamo una squadra multirazziale, è stupido continuare a parlare di certe cose. Se si vuole, si possono cambiare».
Massimo Ferrero, presidente Sampdoria: «Il calcio è spettacolo e non si deve fermare mai. Dovrebbero autorizzare gli steward a svolgere le funzioni di agenti di pubblica sicurezza. Così come bisognerebbe dotare gli stadi di celle. Se un ultrà va allo stadio per disturbare va messo in cella».

La rabbia di chi si è sentito beffato, per ben due volte. Il Napoli stasera metterà in campo tutto l’orgoglio che ha accumulato nei giorni seguenti a Inter-Napoli, per la sconfitta e per la doppia squalifica a Insigne e Koulibaly. Saranno entrambi sugli spalti del “San Paolo” oggi, come tifosi “speciali” e anche per loro giocheranno gli azzurri, per chiudere al meglio il 2018 e regalare un sorriso ai tifosi indignati dallo spettacolo del “Meazza”.

Con quali uomini Carlo Ancelotti affronterà il Bologna, invece, questo si saprà solo a poche ore dall’inizio del match. Si fida di questa squadra il tecnico, non ha preconcetti e non ne fa un dramma neppure se 2 dei 3 calciatori più utilizzati (Koulibaly e Insigne) saranno assenti stasera, al pari del capitano Hamsik, fermo ai box a causa di una distrazione muscolare di primo grado al bicipite femorale della coscia destra (dovrebbe essere pronto dopo la sosta). Poco male, Ancelotti farà di necessità-virtù e i ballottaggi stavolta sono davvero tanti. A partire da chi giocherà in porta. Il dubbio è tra Ospina e Meret ma quest’ultimo potrebbe avere la meglio. Anche in difesa il tecnico è combattuto: chi formerà la coppia centrale con Albiol? Se il tecnico darà fiducia a Maksimovic, sulla destra giocherà Malcuit, se invece darà spazio a Luperto, Hysaj completerà il reparto con Ghoulam sul lato mancino. L’altro assente di lusso è Insigne e anche il reparto offensivo è oggetto di valutazioni per Ancelotti.

La presenza di Milik sembra più o meno certa mentre il compagno di reparto il tecnico lo tirerà fuori da un trittico di nomi niente male: Mertens, Ounas o Verdi. Il 26enne ex del Bologna, però può essere impiegato anche a centrocampo e non è detto che il tecnico lo schieri proprio da esterno sinistro (si gioca il posto con Zielinski) con Callejon a destra (in ballottaggio con Ounas) e Allan e Diawara centrali di centrocampo, mentre Mertens potrebbe essere preferito in attacco al fianco di Milik. E i precedenti del belga contro il Bologna fanno ben sperare: va in gol da quattro gare di Serie A consecutive contro la squadra emiliana e le nove reti segnate dal giocatore belga in questo parziale, fa dei rossoblu la sua vittima preferita nel massimo campionato. Non sarà una passerella al San Paolo per gli azzurri che affronteranno un Bologna alla disperata ricerca di punti, essendo Napoli l’ultima spiaggia per Inzaghi: con 13 punti in 18 giornate e un record negativo nell’era dei tre punti a vittoria, al San Paolo si giocherà la panchina. Pippo Inzaghi confida nella bontà di quello che è stato il suo grande allenatore nel Milan che vinse la Champions League. Ma team anche solido in difesa: Ancelotti non vuole cali di tensione nonostante sulla carta il Napoli sia tecnicamente superiore a un Bologna che non vince fuori casa da 19 partite e massima attenzione sarà riservata a Rodrigo Palacio che è andato in gol in due delle ultime tre gare giocate al San Paolo contro il Napoli (nel marzo 2015 con l’Inter e lo scorso gennaio con il Bologna).

Ecco una breve lista che potrebbe risultare utile ai fini delle ricerche:

  1. Portogallo con Rádio e Televisão de Portugal;
  2. Svizzera con Schweizer Radio und Fernsehen;
  3. Turchia con Turkish Radio and Television Corporation;
  4. Serbia con Radio-televizija Srbije;
  5. Paesi Bassi con Sanoma Media Netherlands;
  6. Paraguay con Sistema Nacional De Television;
  7. Slovacchia con Slovenská Televízia;
  8. Suriname con Surinaamse Televisie Stichting;
  9. Repubblica Ceca con Ceská Televize;
  10. Svezia con Modern Times Group.

DOVE VEDERE NAPOLI BOLOGNA IN TV

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Nel caso in cui non fossi un abbonato Sky purtroppo non potrai vedere la partita in TV ma puoi sempre usufruire di alcuni servizi alternativi per vedere Napoli Bologna in streaming. Altrimenti puoi approfittare dell’occasione per sottoscrivere un abbonamento Sky.

DOVE VEDERE NAPOLI BOLOGNA IN STREAMING

Il match Napoli Bologna sarà trasmesso anche in streaming su diverse piattaforme, tutte rigorosamente di Sky. Anche qui se avete un abbonamento Sky potete utilizzare l’applicazione SkyGo (gratuita) che permette la visione del match anche in streaming. SkyGo infatti permette di vedere su PC, Smartphone, Tablet e non solo tutti i programmi Sky sfruttando il proprio abbonamento di casa.

Un fine anno un po’ così: appeso fra un abbraccio e il… crepaccio. Pippo Inzaghi – tecnico del Bologna con la panca in bilico e un terzultimo posto da sangue freddo – ritrova un altro amico, in questo caso maestro: dopo Gattuso e il fratellino Simone, ecco che l’allenatore del Bologna è pronto ad abbracciare colui che in 10 anni gli ha abbinato l’educazione calcistica all’istinto innato, Ancelotti. «Fra me e lui ci sarà un rapporto incredibile per sempre – dice Pippo -, ma stavolta vorrei dargli un dispiacere: con tutti i piaceri che gli ho fatto io…». I gol.

AMICIZIA Altri lidi, altra storia: ma il calcio che piange una vittima e urla disgusto per i cori razzisti sa anche mostrare il mantenimento di solide amicizie. «Nel mio lavoro – ha raccontato recentemente il tecnico del Napoli – le amicizie di solito le coltivo solo dopo che ho lasciato un club, e non lo alleno più. Ora ho un fantastico rapporto di amicizia con miei ex giocatori come Zlatan Ibrahi- movic, Filippo Inzaghi e Paolo Maldini». E Pippo: «Carlo è una persona intelligente, di spessore, maestro della gestione del gruppo, che non dice mai cose banali. E’ difficile spiegare il nostro rapporto. Poi se posso dargli un dispiacere…».

GOL E TROFEI Ed eccoci all’amarcord sul campo: Carlo Ancelotti e Pippo Inzaghi si trovano alla Juventus e proseguono la loro vita da «mente e braccio» con il Milan. Insieme e in totale hanno fatto 331 partite con 160 reti per Pippo. E i trofei? Nove. Al Milan, in 8 stagioni, alzano 2 Champions League, 2 Supercoppe Europee, un Mondiale per Club, uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana; nel loro periodo insieme alla Juventus (1999 al 2001) hanno vinto una Coppa Intertoto. Undici stagioni strapiene con quell’aneddoto che Ancelotti ha raccontato spesso: «Anche se adesso non lo ammetterebbero mai – così Carletto ha ricordato la vigilia della finale Champions di Atene 2007 – alcuni giocatori sono venuti a chiedermi una cosa: “Non farai mica giocare Pippo? Ma non vedi come sta?”. In effetti Inzaghi era mezzo morto. Gilardino stava meglio, ma Pippo era Pippo: scelsi Inzaghi, che ci regalò la Coppa con una doppietta». Esempio evidente di un Pippo che ha sempre 7 vite e che oggi cerca la sopravvivenza sulla panca-Bologna.

RESPONSABILITÀ DI TUTTI La

curiosità, oggi, è che dopo esser stato messo nuovamente nei guai dal fratello, Pippo Inzaghi rischia di rimettere nel pensatoio il club che ancora paga Do- nadoni (anche in orbita Milan). «Se ho mai pensato di mollare tutto? Mai e poi mai – risponde oggi Filippo Inzaghi -. Se mi sento un allenatore a scadenza? Non ho avuto questa sensazione da parte della dirigenza, so le idee che hanno, la lettera di Saputo (arriveranno rinforzi, ndr) è stata molto chiara, c’è piena sintonia. Tutti, comunque, dobbiamo fare un passo indietro e prenderci le nostre responsabilità, se siamo in questa situazione tutti abbiamo fatto errori. E ripeto: so che a fine anno il Bologna sarà salvo». L’arrivo di rinforzi a gennaio (da Sansone a Ogbonna) sarà merce necessaria.

PIPPO MIO EREDE Carletto sa rebbe felice della salvezza per l’amico Pippo, anche se non gli regalerà nulla. Nel 2012, proprio Ancelotti (da tecnico del PSG) gli apparecchiò questo vaticinio. «Il mio erede? Pippo Inzaghi». Che allora aveva appena iniziato la carriera da tecnico negli Allievi-Milan. Sei anni dopo – stasera – ci sarà un grande abbraccio fra i due e nessuna Champions da giocare. Ma, come quando erano insieme, una cosa c’è: Pippo deve fare ancora una volta… miracoli.

La Procura della Figc è al lavoro su fascicoli aperti per le dichiarazioni sugli arbitraggi rilasciate dai presidenti del Genoa, Preziosi (contestò la direzione di gara della partita all’Olimpico con la Roma), e del Napoli, De Laurentiis (polemica per la designazione di Mazzoleni).

CONTRO MAZZOLENI Attraverso la radio ufficiale, De Laurentiis aveva commentato, duramente, la designazione di Mazzoleni. «Mi preoccupa, con noi è sempre stato cattivo ed anche non imparziale. Questa è una brutta notizia. Rizzoli, Mazzoleni, mi raccomando, comportatevi da persone per bene. La Var è stata inserita per tutelare anche gli investimenti, non immaginavo potesse essere un ulteriore strumento in mano agli arbitri».

ATTACCO A DI BELLO Preziosi, invece, aveva attaccato Di Bello, dopo Roma-Genoa, reo di non aver fatto ricorso alla Var per valutare l’entità del fallo commesso da Florenzi su Pandev nei minuti finali di Roma-Genoa. Infine, a queste indagini, secondo l’Ansa, si aggiungerà nelle prossime ore un fascicolo sul maggior uso della Var richiesto dal presidente del Torino Urbano Cairo.



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