“Pedofilia, Papa Francesco deve dimettersi!”. Clamoroso, ecco chi lo chiede. E non è un perfetto sconosciuto



“Papa Francesco dunque ‘riconosca i suoi errori’ e, in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, sia il primo a dare il buon esempio a Cardinali e Vescovi che hanno coperto gli abusi e si dimetta insieme a tutti loro”. È terremoto in Vaticano, l’epicentro è Monsignor Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti e delegato per le rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede. L’argomento su cui Viganò ha scritto un pesantissimo e dettagliatissimo memoriale è quello che affligge la Chiesa da anni: l’abuso sessuale e la presunta presenza di una lobby omosessuale all’interno della stessa. Nel memoriale, Monsignor Viganò riassume le coperture di cui ha goduto il cardinale Theodore McCarrick, accusato di aver abusato per anni di numerosi minori, tra cui molti seminaristi, e privato solo recentemente, e sotto una forte pressione mediatica, della possibilità di esercitare “qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza”. Il memoriale di Monsignor Viganò, riportato oggi sia dal quotidiano “La Verità” sia dal blog di Aldo Maria Valli, ha creato scalpore anche negli Stati Uniti, dove è stato ripreso dal Whashington Post e dal New York Times. La testimonianza scritta di suo pugno da Viganò si conclude con la richiesta di dimissioni nei confronti di Papa Francesco, reo, secondo quanto scrive Viganò, di essere a conoscenza degli abusi compiuti da McCarrick sin dal 2013, oltre cinque anni fa, e di averlo coperto per tutti questi anni. In quanto delegato per le rappresentanze pontificie, nel 2006 Viganò scrive un appunto sul caso Littleton e lo trasmette al cardinale Tarcisio Bertone e al sostituto Leonardo Sandri.



A quanto pare, però, i vertici della Chiesa non ritenerono di dover intervenire e non risposero in alcun modo all’appunto inviato loro da Viganò, e nemmeno lo restituirono. La svolta arriva però con Papa Benedetto che, sapute le accuse rivolte contro McCarrick, tramite un’altra testimonianza, portata avanti da Richard Sipe, psicoterapeuta e studioso dei comportamenti sessuali dei preti, ordina a McCarrick di lasciare il seminario in cui risiede e gli ha proibito di celebrare in pubblico, partecipare a incontri, dare conferenze e viaggiare, con l’obbligo di dedicarsi a una vita di preghiera e penitenza. Viganò nel suo memoriale accusa di aver coperto McCarrick gran parte delle alte sfere vaticane: dal Cardinale Tarcisio Bertone ad Angelo Sodano, fino all’attuale segretario di Stato, Pietro Parolin. Ma l’accusa più grave, con la relativa richiesta di dimissioni, Viganò la riserva a Papa Francesco. Viganò racconta il suo primo incontro con Bergoglio: è il 2013 e per lui è una vera e propria doccia gelata. Ecco cosa scrive. “La mattina di giovedì 20 giugno 2013 mi recai alla Domus Sanctae Marthae, per unirmi ai miei colleghi che erano ivi alloggiatati. Appena entrato nella hall mi incontrai con il Card. McCarrick, che indossava la veste filettata.

Mons. Viganò

Lo salutai con rispetto come sempre avevo fatto. Egli mi disse immediatamente con un tono fra l’ambiguo e il trionfante: “Il Papa mi ha ricevuto ieri, domani vado in Cina”. Allora nulla sapevo della sua lunga amicizia con il Card. Bergoglio e della parte di rilievo che aveva giocato per la sua recente elezione, come lo stesso McCarrick avrebbe successivamente rivelato in una conferenza alla Villanova University ed in un’intervista al Catholic National Reporter, né avevo mai pensato al fatto che aveva partecipato agli incontri preliminari del recente conclave, e al ruolo che aveva potuto avere come elettore in quello del 2005”. Viganò rimane molto scosso da questo suo incontro con Papa Francesco e per questo motivo chiede di essere ricevuto prima del suo ritorno negli Stati Uniti. L’incontro richiesto avviene il 23 giugno del 2013. “(…)il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui.

Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento”. E incalza: “Papa Francesco ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti. In ogni caso, il papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, solo per questo dovrebbe dimettersi”.



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