Pensioni ultime notizie, l’idea di Salvini: ​uscita con 41 anni di contributi dal lavoro



Il ministro degli interni Matteo Salvini non si ferma va oltre, superando anche lo stop alla legge Fornero. Quota 100 quanto sembrerebbe potrebbe essere solo un passaggio per medio.



Le ultime agenzie delineano come si possa uscire a 62 anni con 38 di contributi e con attuale sistema previdenziale che sembrerebbe non portare, almeno stando a quanto detto da Salvini ad una possibile penalizzazione. Ma è stato precisato che il ministro dell’interno ha già in testa un’altra soluzione che porta direttamente la comoda con la 41.

Uscire dal lavoro dopo 41 anni di contributi senza avere nessun tipo di vincolo anagrafico. Matteo Salvini proprio su questo ha voluto fare chiarezza: “Questa è solo la prima manovra di cinque anni di governo. Non mando in pensione tutti l’anno prossimo, l’obiettivo finale è quota 41 anni di contributi”.

Dunque, questo sistema previdenziale, servirebbe solo di passaggio per poi ampliare la riforma proposta da Salvini che vuole i suoi cittadini possono avere l’opportunità di dire addio al lavoro basandosi solamente gli anni di contributi versati.

Con questa riforma potrebbe dunque decadere definitivamente il legame tra età anagrafica e quella che indica gli anni passati a lavoro. Bisognerà però attendere qualche tempo prima che il nuovo sistema venga messo sul campo. Salvini ha spiegato che l’azione di governo verrà declinata su cinque anni. Quota 100 è solo il primo passo…

Pensioni notizie di oggi, i sindacati della Uil protestano

Per quanto riguardano le penalizzazioni, la Uil da subito battaglia ed ha espresso la completa contrarietà.

I toni sono stati durissimi quelli del segretario confederale Domenico proietti: ‘Occorre continuare a cambiare la Legge Fornero, reintroducendo una reale flessibilità di accesso alla pensione tra i 62 e a 63 anni, senza alcuna penalizzazione‘.

A proposito dell’auspicato confronto tra Governo e parti sociali Proietti ha aggiunto: ‘Se il Governo si decidesse a convocarci e a confrontarsi con i sindacati, si potrebbero trovare buone soluzioni’.



Lascia un commento